venezia 2017

LA VENEZIA DEI GIUSTI - LA NOUVELLE VAGUE DEL CINEMA ITALIANO? SI’, DEI CASSONETTI! SE SOGNAVATE DI USCIRE DALLA MONNEZZA ROMANA E DALLA NAPOLI VIOLENTA, BEH…VI DICE MALE. IL CASSONETTO DELL’AMA MODELLO RAGGI È PRESENTE IN ALMENO TRE FILM DEL GENERE NEOREALISMO-NEOTRUCE PRONTI PER IL FESTIVAL - I GIOVANI REGISTI DI FAMIGLIA RICCA GIRANO COME RUMENI CHE SCAPPANO DALLA MISERIA

barbera barattabarbera baratta

 

Marco Giusti per Dagospia

 

Seee… la Nouvelle Vague italiana… Seee… il cinema italiano che si sente internazionale… Per fortuna che Paolo Baratta aveva appena detto che i nostri autori si stanno allontanando dalla romanità e solo un paio di registi ci girano attorno. Madeché? Il cassonetto dell’Ama modello Raggi è presente in almeno tre dei film italiani del genere neorealismo-neotruce pronti per Venezia, e con scene importanti, quasi da coprotagonista. Per non dire degli autobus, delle Metro, della Vela di Calatrava, del Quarticciolo, del Laurentino 38, di Piazza Vittorio.

il contagio vinicio marchioniil contagio vinicio marchioni

 

Stefania Ulivi ha appena scritto un articolo sul Corriere sui nuovi set romani nei film italiani presenti a Venezia. Non che sia sempre un male, però. Ma, certo, l’immagine del trasudare di romanità, di ahò-sticazzi-chetestaiainventà, per non dire di film alla sub-Jeeg o sub-Non essere cattivo, cioè romanità di borgata che prende una chiave fantasy o una chiave neorealista trucissima, può non far così piacere a chi pretende invece che esiste un salotto del cinema italiano di livello e di temi internazionali.

 

il contagio roma bingoil contagio roma bingo

A parte pochissimi casi, non è così. Diciamolo subito. Il cinema italiano di oggi, specialmente quello presentabile a un festival, si muove quasi interamente nella violenza di territori miserabili. Cioè Roma e i suoi quartieri, nella linea Suburra. E Napoli e la sua provincia nella linea Gomorra. Con pesantissima appendice su Casal di Principe e Terra dei Fuochi.

 

Attorno a queste due città si muovevano in gran parte anche i film italiani presenti a Cannes, Fortunata, L’esclusa, Cuori puri. Mentre A Ciambra di Jonas Carpignano ci portava fra gli zingari e gli emigrati addirittura in Calabria e Sicilian Ghost Story di Grasso e Piazzadonia a Agrigento.

brutti e cattivibrutti e cattivi

 

A Venezia vedremo le prime due puntate di Suburra, Il contagio, Brutti e cattivi, La famiglia, interamente girati a Roma, mentre Ammore e malavita, L’equilibrio, Nato a Casal di principe, Veleno, Gatta Cenerentola, interamente ambientati a Napoli e in Campania. Perfino Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli si permette una tappa trucidella a Anzio, mentre Hannah di Andrea Pallaoro è in parte girato a Roma.

 

brutti e cattivi brutti e cattivi

Puoi essere un giovane regista di famiglia ricca che ha studiato in America e pensi di girare un film come se fossi un autore rumeno che hai visto a Cannes o puoi essere un fedele della scuola neorealistafantasy alla Nicola Guaglianone che si presenta con protagonisti senza gambe e senza braccia poco cambia. Puoi girare, insomma, pesantissimi film poco comprensibili dal pubblico o violentissime avventure con freaks e tossici del Laurentino 38 o del Quarticciolo, il succo rimane lo stesso.

 

suburra la serie suburra la serie

Perché i tuoi sogni cinematografici rimangono gli stessi. Disagio. Periferia. Violenza. Miseria. Spazzatura. E cassonetti. La cosa più allegra sarà, alla fine, Ammore e malavita dei Manetti, dove almeno si canta. E tutto è girato con budget ridicoli, perché tutti i soldi del cinema italiano vanno oggi alle serie. Che poi significherà quest’autunno Suburra contro Gomorra. E quel poco che rimane al cinema, commedie escluse, dove non girano però tanti soldi in più, dovrebbe bastare per assicurarsi pochi attori noti e tanti volti sconosciuti da vecchio neorealismo.

 

suburra la seriesuburra la serie

Capisco la difficoltà di fare un festival oggi. Ma lo stato del nostro cinema, tra Cannes e Venezia, è proprio questo. E non riesci a inventarti un cinema diverso perché l’immaginario dei nostri giovani registi e sceneggiatori, spesso ragazzi di buona famiglia che hanno studiato,è tutto concentrato nel farwest romano e napoletano, su banditelli trucidi e tossici demmerda che si vendono anche i figli. Le loro scenografie sono reali, con tanto di monnezza, e i loro protagonisti vanno imbruttiti e storpiati.

 

il contagio filmil contagio film

Quando non comanda una noia attanagliante da film medio da festival, il cinema della nuca, come lo chiama Guaglianone, comanda quel che rimane del rigore rosselliniano (beh, un pochetto…) o l’euforia da dark comedy aggressiva e violenta. Ma l’immagine dell’Italia che viene fuori è pesantissima. E ossessivamente miserabile. Se volevamo sognare col cinema, insomma, non si sogna. Almeno che il tuo sogno non sia quello di uscire dalla miseria e dal cassonetto. O salvo sognare col grande passato del nostro cinema, i sempre più brutti documentari sui padri del cinema italiano o gli spesso inutili restauri di classici.

film di 74venezia  9film di 74venezia 9

 

Rispetto a tutto questo sono decisamente più glam i Cristi in croce di Roberto Cuoghi alla Biennale. Ora. E questo magari è un problema. Non è facile vendere con questi film così pesanti l’immagine festosa di un festival internazionale fatta di tappeti rossi e lustrini. Almeno in La La Land si ballava. Ma è evidente che, malgrado tre-quattro buoni film presentati a Cannes, non siamo per nulla di fronte a una Nouvelle Vague del cinema italiano.

 

E che quello che abbiamo seminato in questi ultimi vent’anni nel paese ci viene ripresentato dai nostri figli con quest’immaginario violento e desolato. Chi ha studiato all’estero, nelle migliori scuole di cinema, ce lo racconta in maniera più noiosa ma più strutturata, chi non ha studiato così bene, però, ci arriva lo stesso. Magari in maniera più vivace. Compito di un festival dovrebbe essere quello di capire gli autori, prima di lanciarli nel vuoto.       

la gerini in ammore e malavitala gerini in ammore e malavita

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)