IL VERO MOSTRO ERA HITCHCOCK! NUOVO LIBRO SUL MAESTRO DEL BRIVIDO, UN REPRESSO SESSUALE CHE TORTURO' LA PSICHE DI TUTTE LE PROTAGONISTE DEI SUOI FILM E MISE FINE AI RAPPORTI INTIMI CON SUA MOGLIE DOPO LA PRIMA NOTTE DI NOZZE - AMAVA RACCONTARE OSCENITA' E STORIE SPORCHE PRIMA DELLE RIPRESE E ODIAVA IL SUO CORPO GRASSO - GRACE KELLY, TIPPY HEDREN, MOLESTIE E RICATTI
Caroline Howe per Daily Mail
Dietro il maestro della tensione, c’era un uomo grasso che odiava il proprio corpo e un sociopatico. Da piccolo Hitchcock non usciva dalla stanza, faceva viaggi immaginari e, quando dovette davvero prendere il treno, si impaurì di tutto. Dopo il successo disse: «Ero terrorizzato dalla polizia, dai padri Gesuiti, dalle punizioni fisiche, da tutto. Questa paura è alla base dei miei lavori e mi sono vendicato terrorizzando gli altri».
Sessualmente represso, divenne ossessionato dalle sue attrici protagoniste Grace Kelly, Vera Miles, Kim Novak, Janet Leigh e Tippi Hedren. Cercò di controllarle in ogni modo, sul set e nella vita privata. Lo racconta Peter Ackroyd nella biografia “Alfred Hitchcock”, che sarà pubblicata ad ottobre. Si divertiva a torturarle, a raccontare loro storie oscene.
hitchcock e alma lungo matrimonio senza sesso
Adorava la combinazione di frigidità e passione di Grace Kelly, “un vulcano coperto di neve”, ma sul set ci mise cinque giorni a farle girare una scena con un gangster, che la lasciò piena di lividi. Il regista credette di averla salvata dalla freddezza mostrando al mondo il suo fuoco.
Hitch fece voto di castità dopo aver fatto sesso con la moglie Alma Reville. Lei rimase incinta e questo mise fine ai loro rapporti intimi. Fu un lungo matrimonio senza sesso. L’educazione cattolica gli infuse un profondo senso di colpa per qualsiasi funzione corporea. Se andava in bagno, puliva bene così sembrava che non ci fosse stato nessuno.
Nei suoi film ci sono ricorrenti elementi omosessuali e bisessuali. Pare che il regista una volta si vestì da “drag” per un cameo nel film “North By Northwest”. Le ossessioni da bambino lo perseguitarono fino alla fine. Era nevrotico, controllava gli altri per rendersi invulnerabile.
Una volta disse: «Sono sempre stato eccezionalmente brutto. E peggio, ne ero consapevole». Mangiava molto, nell’armadio aveva sei completi blu-scuro identici, dieci cravatte uguali, sei paia di scarpe dello stesso modello, calzini e indumenti intimi in serie.
Nella cantina aveva prosciutti e bistecche, importava il bacon dall’Inghilterra.
Hitchcock torturò psicologicamente Vera Miles, e Joan Fontaine. Le disse che il cast la odiava e che poteva fidarsi solo di lui. Durante le riprese le sussurrava oscenità in continuazione. Controllava il modo in cui camminava, parlava, sorrideva, le compagnie che frequentava, la dieta che faceva. Poi fu la volta di Kim Novak e di Janet Leigh. Per farla gridare nel modo giusto, mise nel suo camerino una copia mummificata della vecchia signora Bates di “Psycho”. Prima delle riprese, come al solito, le raccontò storie sporcaccione.
Per Tippi Hedren, protagonista di “Uccelli”, il regista trasformò i collaboratori in investigatori: dovevano seguirla e riferire ogni suo movimento. Mise un muro fra lei e il resto del mondo. Doveva stare solo con lui. Gli uccelli che la attaccavano in stanza dovevano essere meccanici, invece erano veri, la riempirono di escrementi e beccate. Lei scoppiò in lacrime. Hitch ci teneva che tutto fosse autentico.
Quando una volta lei si azzardò a fare riferimento al peso di Alfred, lui promise che le avrebbe rovinato la carriera. Nella discussione, pare, lei gli diede del “maiale ciccione” perché lui le aveva chiesto di toccarlo nelle parti private. In quel periodo alzava spesso il gomito. E non smise di mangiare e bere troppo, né di bruciare amicizie, finché non morì nel 1980.
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