1 - LA VERSIONE DI MUGHINI
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, e per quanto io lo reputi il più vacuo e inutile degli enti italiani l’Ordine dei giornalisti non cessa di stupirmi. Questa loro iniziativa di procedere contro Barbara D’Urso accusandola di non avere le risorse professionali (giornalistiche) per fare quello che fa - ossia deliziare al pomeriggio il pubblico popolare medio-basso della Tv - è da manuale del grottesco. Immagino che il punto di partenza e di scandalo ne fosse l’ospitata di Matteo Renzi nella sua trasmissione.
Qualcosa che ovviamente non aveva niente a che fare con il giornalismo, e ammesso che esista “il giornalismo” e non semplicemente i mass-media su cui qualcuno cerca di comunicare alla men peggio con il pubblico che compra un giornale o che sceglie un canale Tv. La combutta Renzi-D’Urso comunicava qualcosa? Certo che sì.
Ovvio che la D’Urso non ha niente a che vedere con il giornalismo, solo che lei non si picca di essere una giornalista. Giornalista è la quarantenne di cui mi dicevano qualche giorno fa, una che scrive su un grande giornale nazionale da 15 anni e le danno 40 euro lordi a botta. La D’Urso i 40 euro lordi li ha già guadagnati appena apre gli occhi al mattino, anzi ad aver aperto un solo occhio. Io ho lavorato con lei, so di chi e che cosa sto parlando.
Certo che se il pubblico del pomeriggio televisivo aspirasse ad ascoltare Guillaume Apollinaire o Franz Kafka, la D’Urso sarebbe bella e fritta, ma quel pubblico non vuole affatto i due suddetti autori. E del resto, a guardarli in faccia, nessuno di quelli dell’Ordine Regionale dei Giornalisti che si apprestavano a cancellarmi dall’Ordine, aveva Apollinaire e Kafka fra le sue icone.
barbara d'urso e lando buzzanca
A ciascuno il suo. Indimenticabili le interviste di Oriana Fallaci, Indro Montanelli, Sergio Zavoli. E’ talmente palese che non tutti i giornalisti iscritti all’Albo siano a quell’altezza, che non tutte le interviste pubblicate ogni giorno su quotidiani e settimanali lo siano.
Se poi giudicassimo quel che succede in Tv, e sindacassimo quanti non è che non siano degni di stare in un qualche albo professionale dato che non sanno nulla di nulla e non sanno fare nulla di nulla, allora di palinsesto televisivo ne rimarrebbero poche ore al giorno. L’Ordine dei giornalisti si plachi e si attenga al suo. Al nulla. Lasci perdere la D’Urso e i milioni di italiani così e così che ne vanno in estasi. Purtroppo.
2 - ADESSO LA CASTA DEI GIORNALISTI VUOLE IMBAVAGLIARE LA D'URSO
Paolo Bracalini per “il Giornale”
Sei mesi di reclusione, ma forse di più se passerà la proposta di legge già approvata al Senato, e caldamente sostenuta dall'Ordine dei giornalisti, per inasprire il codice penale per chi «esercita abusivamente» la professione: due anni di galera e multa da 10.000 euro a 50.000 euro, oltre alla «confisca delle attrezzature e degli strumenti utilizzati».
È quel che potrebbe rischiare la conduttrice Barbara D'Urso, volto popolare di Mediaset, oggetto di una denuncia depositata in ben due procure (Milano e Roma), ma anche all'Agcom, al Garante per la protezione dei dati personali e al Comitato Media e minori, dal presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino. Nel mirino alcune interviste realizzate durante Domenica Live che, secondo il presidente dell'Odg, non terrebbero conto «di esigenze quali la difesa della privacy e/o il coinvolgimento di minori» sanciti dai codici deontologici.
barbara d'urso francesca de andre'
Ma l'accusa precisa è un'altra: «Si evidenzia che la signora D'Urso - si legge nella denuncia - pur non essendo iscritta all'Albo dei giornalisti compie sistematicamente un'attività (l'intervista) individuata come specifica della professione giornalistica, senza esserne titolata e senza rispettare le regole, con negative ripercussioni all'immagine di quest'Ordine. Si chiede di avviare ogni accertamento di competenza, ivi compreso quello per esercizio abusivo di una professione ai sensi dell'articolo 348 del Codice penale».
E questa è solo la «prima denuncia» di una serie, fa capire Iacopino in un post su Facebook intitolato «Soubrette e informazione». «Non agiremo solo nei suoi confronti», avverte il presidente. Denunce pronte per tutti gli altri showman e soubrette che si permettono di intervistare qualcuno senza essere muniti del tesserino dell'Ordine? Iacopino avverte che sta ricevendo già «le prime segnalazioni in tema di esercizio abusivo della professione», che verranno valutate una ad una. I conduttori sono avvisati, qui si rischia la galera.
È stata un'intervista in particolare della D'Urso a far partire la denuncia, andata in onda nell'ultima puntata di Domenica Live, ospite un amico di Elena Ceste, la donna di Costigliole d'Asti trovata morta dopo essere scomparsa da casa a gennaio. Un'intervista che ha scatenato un dibattito in Rete. «C'è un tipo di informazione che è un'autentica vergogna ed è quella che io chiamo la tv del dolore - dice il presidente dell'Odg - dove si esibisce la vita e la morte con l'unico obiettivo di acquisire attenzione da parte di un'opinione pubblica che forse non è il meglio di questa società».
E dopo l'attacco, la denuncia alle Procure. Da Mediaset non si commenta, bocche cucite ai vertici che rimandano ad oggi una decisione sul da farsi, silenzio anche dallo staff della D'Urso. Che già in passato ha avuto problemi con l'Ordine dei giornalisti, a cui non è più iscritta.
All'inizio degli anni '90, quando firmava «interviste aggressive» (ha raccontato lei in un'intervista al magazine del Corriere) sui periodici King e Moda, diretti allora da Vittorio Corona (padre del paparazzo Fabrizio), fu radiata perché faceva anche degli spot pubblicitari. Non è la prima volta che dall'Ordine partono denunce penali per esercizio abusivo della professione.
L'Odg del Friuli Venezia Giulia ha spedito in Tribunale una web tv di Pordenone che pubblica video degli utenti, anche su notizie di cronaca o politica (Iacopino: «Chi dà notizie è un canale informativo. E come tale svolge attività giornalistica»).
Nei guai è finito anche il coraggioso direttore della tv antimafia Telejato, Pino Maniaci, denunciato per abuso della professione perché non iscritto all'Ordine e poi assolto. E pure sul governatore siciliano Crocetta c'è un fasciolo in Procura perchè si scrive i comunicati stampa da solo. Tutti imputati, insieme alle soubrette «giornaliste abusive», che l'Ordine vuol mandare in galera.