LA VERSIONE DI MUGHINI - ''SULLA QUESTIONE DELLE "FOTO RUBATE" SONO INNOCENTISTA. LE ACCUSE SONO DEBOLISSIME, LA SONCINI E LA LUCARELLI CHE FANNO COMBUTTA È UNA IDEA IPERBOLICA: RIFIUTEREBBERO DI STARE NELLO STESSO VAGONE DI METRO"
Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, c’è stato un tempo lontanissimo in cui i giudici e gli editorialisti di prima pagina e le coscienze comuni degli italiani si accapigliavano drammaticamente se sì o no i partigiani comunisti avessero sottratto “l’oro di Dongo” dalle tasche di fascisti in fuga.
E ne vennero uccisi molti, e tra i partigiani e tra gli stessi fascisti che di quell’evento erano reputati saperne qualcosa. Il 14 marzo 1947 venne ammazzato come un cane dalla Volante Rossa un giornalista milanese filo-Salò, Franco de Agazio, il quale sul suo giornale dell’oro di Dongo ne aveva ascritto accuratamente.
Tutti gli argomenti erano buoni perché una parte dell’Italia ci andasse di mano pesante contro l’altra metà. Erano gli echi e le conseguenze di una belluina guerra fratricida durata due anni. Anni che stanno ai nostri a una distanza che dire lunare è poco. Anni divenuti incomprensibili e illeggibili a quel che noi siamo oggi.
I nostri sono gli anni in cui giudici e giornali e mass-media e siti (come questo su cui sto scrivendo) ci inzupperanno il biscotto mica male se sì o no Selvaggia Lucarelli, Guia Soncini e il blogger “Macchianera” hanno trafugato o no foto nientedimeno che del compleanno di Elisabetta Canalis nella villa di George Clooney, roba da far tremare le vene e i polsi.
Foto, a quanto pare, che valevano montagne di soldi. E immagino ne tremerà il palinsesto della televisione pomeridiana, quello destinato al grande pubblico. I temi popolari quelli sono, se vuoi salire in alto con lo share quello devi fare. I matrimoni e le corna tra vip, e le fanciulle che più troie sono e meglio è.
Povero me che non ho mai letto un blog di gossip in vita mia e che sto leggendo questo superbo ultimo libro di Serena Vitale, un libro che circumnaviga il suicidio di Vladimir Majakovskij, e a partire da quello ci mette vividamente tutto e tutti: la società del comunismo reale, gli amici, i tradimenti, le rivalità intellettuali, le stanze da otto metri quadri in cui vivevano i cittadini sovietici, donne bellissime e traditrici, un grande poeta fisicamente immane e psicologicamente vulnerabilissimo. Sto perdendo il mio tempo, lo so, le cose serie stanno altrove.
E difatti quando, alcuni anni fa, Silvio Berlusconi decise di dare un’intervista in campagna elettorale a un giornale che gli fosse amico e che fosse influente, non scelse affatto il “Panorama” che per trent’anni era stato il più importante newsmagazine italiano (e non lo era più, non era più nulla) e bensì l’Alfonso Signorini direttore di “Chi”, un settimanale che adesso vende quattro o cinque volte più di “Panorama”.
L’ho presa alla larga, e me ne scuso con i personaggi coinvolti nelle accuse. Nella fattispecie in questione sono come sempre innocentista. Le accuse mi sembrano deboli se non debolissime, e l’idea che la Lucarelli e la Soncini facciano combutta in un malaffare mi sembra funambolica: per quel che so dell’una e dell’altra rifiuterebbero persino di stare nello stesso vagone della metropolitana. Vedremo, sapremo, ci scommetto che gli accusati non sono colpevoli.
Solo che questo è il nostro tempo, i giudici che puntano il microscopio sul traffico di mail e foto da web, blog frequentatissimi su chi ha scopato chi, i matrimoni veri o fasulli purché massmediaticamente clamorosi (RaiUno che dedica una diretta al matrimonio di Valeria Marini poi annullato perché il fatto non sussiste), se l’una o l’altra sgualdrina se l’è fatta con l’uno o l’altro potente. Grandezze, Mirabilie. Clamore. Copie vendute. Pubblico popolare ipnotizzato. Eccome se vale vivere il nostro tempo.
GIAMPIERO MUGHINI