ZOLFO A VIA SOLFERINO - GUERRA SUI TAGLI A RCS: LA REDAZIONE DEL “CORRIERE” PROMETTE INCHIESTE SUL DISASTROSO ACQUISTO DI RECOLETOS (ALLA BUON ORA), E SI SCHIERA CONTRO LA VENDITA DELLA SEDE STORICA, CON L’APPOGGIO DI BAZOLI - IL CDR: “NON TAGLIATE, INVESTITE” - I GIORNALISTI DI “MAX” A SCOTT JOVANE: “SIAMO IL PRIMO SITO MASCHILE ITALIANO, VENGA A TROVARCI, LA STUPIREMO”…

1- RCS FA RETROMARCIA SU VIA SOLFERINO
Andrea Montanari per MF

Tutto ruota attorno al palazzo di via Solferino. Prima escluso dal perimetro di cessione. Poi incluso a forza, magari su pressing delle banche. Infine, forse, il ripensamento. La retromarcia sulla storica sede del Corriere della Sera sarebbe il punto di equilibrio tra le esigenze di risanamento finanziario e patrimoniale di Rcs Mediagroup e la forte presa di posizione della redazione del principale quotidiano italiano.

Quest'ultima ha già fatto sentire la propria voce con alcuni comunicati al curaro e l'annuncio dell'avvio di una serie di inchieste accurate, la prima delle quali ha riguardato l'acquisto miliardario datato 2007 di Recoletos da parte del gruppo editoriale. Operazione che ha portato alla difficile situazione attuale, alle pesanti perdite del 2011 e del 2012 e alla necessità di abbattere e ricostituire il capitale sociale.

La mediazione alla quale vorrebbe puntare l'amministratore delegato Pietro Scott Jovane e auspicata dal direttore del CorSera, Ferruccio de Bortoli, riguarderebbe in particolare l'annullamento del processo di valorizzazione dell'immobile di Brera, che dovrebbe ospitare oltre ai giornalisti del Corriere anche i colleghi della Gazzetta dello Sport e quelli del settimanale Sette, l'allegato della testata diretta da de Bortoli. Del resto, si fa notare da più parti, di spazi liberi o mal utilizzati in Solferino ce ne sono tanti.

Quindi problemi di questo genere non se ne vedono all'orizzonte. Semmai bisognerà tenere in considerazione le esigenze dei poligrafici dei due quotidiani. Questa scelta permetterebbe di liberare l'intero stabile di via San Marco che a questo punto verrebbe messo immediatamente sul mercato, visto che la destinazione a uso ufficio è più appetibile di quella di Solferino (attività editoriale).

E se Jovane dovesse fare dietrofront e rivedere parte del piano, che al momento prevede 800 licenziamenti (su 5.100 dipendenti tra Italia e Spagna), la vendita o in alternativa la chiusura di 10 periodici, e l'alienazione delle proprietà immobiliari, non è automatico che le banche creditrici (Intesa Sanpaolo, Ubi e Unicredit) diano il loro assenso in vista del riscadenzamento a 2-3 anni di gran parte delle linee di credito (per 1 miliardo) in scadenza quest'anno e alla contestuale ricapitalizzazione da 400 milioni che dovrebbe essere approvata dal cda di Rcs in calendario probabilmente già l'1 marzo.

Contro la vendita del palazzo di via Solferino si era schierato nei giorni scorsi Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa e uno dei pesi massimi in seno al patto di sindacato.


2- RCS CDR DEL CORSERA: NO AI TAGLI, SOCI INVESTANO
Da "Il Fatto Quotidiano"

Una campagna per ottenere il cambiamento radicale" del piano di Rcs, che prevede il taglio di 800 posti di lavoro. L'ha annunciata ieri il cdr del Corriere della Sera, con un comunicato pubblicato ieri sul quotidiano.

Nella nota, la rappresentanza sindacale si lamenta del "già notevole danno d'immagine del piano per il Corriere, che ha da molti anni i conti in attivo", e sollecita azionisti, amministratori e management "a riaprire il confronto, in vista del cda di Rcs previsto per i primi giorni di marzo".

Per il cdr, "è inaccettabile un piano centrato sul taglio del costo del lavoro". Così controbatte : "Il piano si basa sull'aumento del margine di redditività dall'attuale 4% del fatturato, al 10% nel 2015. Per cogliere l'obiettivo, sostiene l'azienda, è necessario tagliare 100 milioni di euro. Ma questa impostazione non è affatto obbligata".

Il cdr invita quindi gli azionisti "a fare la loro parte, con un aumento di capitale". Intanto la redazione di Max, periodico a rischio chiusura, ha invitato in redazione l'ad di Rcs, Jovane: "Venga a trovarci, lo stupiremo".


3-LA REDAZIONE DI MAX ALL'AD DI RCS SCOTT JOVANE: "VENGA A TROVARCI, LA STUPIREMO"
Comunicato della redazione di "Max"

L'esperienza di Max risponde pienamente a quanto previsto dal Piano per lo sviluppo 2013-2015 presentato dall'azienda due mesi fa. E i dati lo dimostrano. Ma l'Amministratore delegato è l'unico a non saperlo?

L'annunciata decisione di svendere o chiudere 10 testate della Divisione Periodici di Rcs MediaGroup (tra cui Max), per un totale di 110 giornalisti coinvolti, ha comportato uno sciopero di 4 giorni dei giornalisti di RCS Mediagroup.

Questo il comunicato della redazione di Max:
In occasione della presentazione del "Piano per lo sviluppo 2013 - 2015" dello scorso dicembre, l'Amministratore delegato di RCS Mediagroup, Pietro Scott Jovane, scriveva che "per gestire momenti di cambiamento rilevanti, come quello attuale, sarà probabilmente necessario sviluppare le competenze di molti di noi, per attrezzarci ad affrontare un presente ed un futuro digitale senza precedenti e per trovare la necessaria flessibilità che ci consentirà di attivare processi e modelli organizzativi differenti e innovativi".

La redazione di Max, di fronte a questi propositi, si sentì rinfrancata, sicura di rispondere pienamente al profilo disegnato. Il percorso intrapreso da Max è esattamente quello prefigurato nel Piano, dove si auspica un "rafforzamento qualitativo dei power brand, anche grazie a contenuti editoriali di qualità creati nativamente digitali.

Investire nell'innovazione tecnologica e digitale, puntando all'ampliamento dell'offerta web, tablet e mobile e allo sviluppo dei canali digitali verticali. Si potenzierà inoltre l'area video...". In linea con tutto ciò, Max ha iniziato una "migrazione" dal cartaceo al digitale che ha portato risultati straordinari, al di là di ogni previsione.

Nell'aprile 2012 è stato lanciato il nuovo sito web Max.Gazzetta.it come canale "Altre passioni" all'interno del sito della Gazzetta dello Sport, con un forecast di 5 milioni di pagine viste al mese. Ebbene, lo scorso gennaio il sito di Max ha registrato 47 milioni di pagine viste e 1 milione e 400 mila utenti unici, confermando una continua crescita.

Al momento, il canale "Altre passioni" è il secondo canale più visitato di Gazzetta.it dopo quello dedicato al calcio. 
Sul fronte pubblicitario, la raccolta è andata costantemente aumentando, superando anche in questo caso le previsioni di budget.

Nel Piano si dice: "Il modello di business e di organizzazione cambierà radicalmente, orientandosi sul digitale". Esattamente su questo si è impegnata la redazione di Max, che ha fatto suo il modello di redazione integrata in uso nei più importanti giornali del mondo: ognuno lavora indifferentemente sia sul cartaceo che sul digitale.

La produzione video e i contenuti html e xml sono tutti realizzati all'interno della redazione, senza bisogno di contributi esterni.

Max.Gazzetta.it è oggi sul mercato il primo sito maschile italiano (con un traffico tre volte superiore a quello dei principali competitor), l'unico sito di moda maschile del gruppo RCS, l'unico a realizzare produzioni moda esclusivamente per il web: nel settore moda maschile è già diventato un punto di riferimento per tutti gli operatori, luogo centrale del dibattito sui social network.

Esattamente come previsto dal Piano che per i Periodici parla di "focalizzazione e rafforzamento delle property digitali dei sistemi verticali, trasformando l'offerta dei brand strategici in veri e propri ecosistemi multimediali, attraverso una decisa espansione dell'offerta digitale e multi-piattaforma".


Questo è quello che è stato fatto dalla redazione di Max in pochi mesi. Per questo, troviamo incomprensibile, contraddittorio e autolesionista che RCS possa rinunciare a questa esperienza unica nel suo genere, lasciando alla concorrenza uno spazio di mercato prezioso che faticosamente ma con successo stiamo presidiando.
Per questo invitiamo l'Amministratore delegato Pietro Scott Jovane in redazione per mostrargli come lavoriamo.

 

 

max-copertina SCOTT JOVANErecoletosGIOVANNI BAZOLI FOTO ANSASede del Corriere della Sera in via SolferinoFerruccio De Bortoli JAIME CASTELLANOS

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…