fumare una canna

CAZZO, LA MACCHINETTA MI SI È FUMATA I SOLDI!

Da "Repubblica.it"

L'impiego della marijuana per uso medico e ricreativo negli Stati Uniti da qualche tempo è una realtà. E allo stesso tempo un business in crescita, con un indotto strutturato che inizia a generare cifre importanti per le economie dei singoli stati. L'ultimo salto in avanti per la distribuzione della sostanza sul territorio è quella dei distributori automatici. Come quelli delle caramelle, dei profilattici, dei tabacchi, da trovare in luoghi di elezione, chiusi.

Pronti ad elargire alla pressione di un pulsante il loro prezioso contenuto in quantità precise. Può far sorridere in un paese come l'Italia in cui la legislazione sulla cannabis terapeutica è ferma al decreto firmato dall'allora ministro della salute Livia Turco, nel 2007, e alle iniziative di singole regioni. Ma certo anche oltreoceano, i distributori automatici non sono "scrigni della felicità" a disposizione di tutti.

Per utilizzarli occorre essere in possesso di una tessera magnetica che accerta la necessità di trattamento terapeutico a base di cannabis. Che va inserita nel distributore per registrare l'acquisto, ma non basta: la macchina registra anche l'impronta digitale del cliente attraverso il touchscreen, che collega alla transazione. Il cliente insomma non può essere anonimo, ma una volta ottenuto il via libera può scegliere tra circa 800 varietà di marijuana quella a lui più indicata.

E' Los Angeles per ora la città pilota del sistema, con diversi distributori installati in punti strategici della città. Al momento l'adozione delle "macchine dell'erba" è al vaglio anche dell'amministrazione di San Diego. Le dichiarazioni a favore del nuovo sistema non mancano: "Penso sia fondamentale per i pazienti di ottenere il loro medicinale in modo sicuro e protetto, e se questo è un mezzo per farlo è meraviglioso," dice Eugene Davidovich, un sostenitore della marijuana medica attraverso l'associazione Safe Access.

Ma i distributori non fioriranno in giro per spazi urbani e centri commerciali come accade con quelli delle bibite. O meglio ci saranno, ma si tratterà di installazioni particolarmente protette. Per una serie di motivi di opportunità, tra cui la sicurezza. E' fin troppo semplice prevedere come ad esempio un distributore di sostanze simile a quelli destinati ad altri usi, posizionato all'esterno o anche incassato in un muro possa essere facilmente asportato da malintenzionati, come avviene con i Bancomat.

Senza contare le ricadute sociali e nel microcrimine: un possessore di tessera potrebbe essere facilmente minacciato e obbligato ad acquistare marijuana da terzi. La soluzione è un distributore "corazzato" e sostanzialmente inespugnabile come quelli prodotti dalla Medimex. Ma l'orizzonte successivo alla distribuzione per uso medico potrebbe essere forse quella dell'utilizzo ricreativo, approvato negli stati del Colorado e di Washington. E le carte in tavola cambierebbero.

 

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