OBOLI DI PASSIONE – IL PRETE SEDOTTO E INTORTATO DALLA ZINGARA S'ERA DISSANGUATO PER EVITARE LA DIFFUSIONE DI VIDEO E FOTO CHE NON ESISTEVANO

Elisa Sola per "Corriere.it"

Si sono conosciuti nel confessionale della chiesa della Consolata a Torino. Lei, Ramona, rumena di etnia rom, aveva allora 28 anni (oggi è una donna di 32). Era andata là per confessarsi. Al prete che la stava ascoltando, ha iniziato a parlare di sé. In modo sempre più intimo. È tornata in chiesa altre volte e l'ha incontrato in sacrestia.

Lui aveva poco meno di 80 anni. Gli ha raccontato i suoi problemi economici. Da lì, è iniziata una relazione sentimentale. Che è durata due anni e che è finita con il fermo della donna per estorsione, avvenuto il 14 settembre da parte dei carabinieri di Torino su ordine del sostituto procuratore Andrea Padalino.

Oltre ai rapporti sessuali consumati di nascosto, in auto, o in casa di Ramona, al centro di questa storia ci sono i soldi. Centinaia di migliaia di euro. Il prete si era totalmente invaghito di Ramona. E in due anni, su sua richiesta, le ha dato tutto quello che aveva: oltre 350mila euro. Non solo quanto percepiva mensilmente per il suo sacerdozio, ma anche una cospicua eredità che aveva ricevuto da un parente e che aveva conservato in banca per anni.

SOLDI E FILMINI HARD - Ramona aveva costantemente bisogno di soldi. Li chiedeva all'amante dopo i rapporti sessuali, o in altri momenti. Di persona o per telefono. Li voleva per sé, o per i suoi parenti, da spedire in Romania. Così il prete le consegnava contanti, versava bonifici, staccava assegni. Secondo l'accusa, tutte le somme di denaro sono state estorte, ovvero chieste sotto minaccia. Ramona, che è difesa dall'avvocato Luca Schera del Foro di Torino, fingeva di possedere materiale compromettente, foto e filmini hard. Che non esistevano. «Dammi i soldi, o metto su internet i filmini che ho girato mentre stavi con me» avrebbe ripetuto al prete insieme alle richieste di soldi.

LA DENUNCIA - Per paura che la verità venisse a galla, per oltre due anni il sacerdote le ha spedito il denaro, anche quando lei era tornata in Romania, dal 2011. La donna, sentita ieri in procura dal pm Padalino, in realtà ha ammesso di averlo minacciato solo nell'agosto del 2013, durante l'ultima richiesta che ammontava a 50mila euro.

È stato proprio durante la scorsa estate, dopo l'estorsione, che il prete - che attualmente è in servizio presso la chiesa di S. Rita, nel capoluogo sabaudo - ha deciso di andare dai carabinieri della compagnia San Carlo di Torino. Esasperato, e senza più un euro in banca, ha confidato ai militari le minacce subite, ma non se l'è sentita di fare mettere a verbalizzare le sue dichiarazioni. Quando è stato interrogato, poco tempo dopo, dal pm Padalino, invece ha risposto a tutte le domande dando la svolta all'inchiesta.

LA TRAPPOLA - Gli inquirenti gli hanno consigliato di non dare i soldi alla ex amante, che continuava a telefonargli dalla Romania, ma di continuare a risponderle e di non troncare i rapporti. Così, quando è tornata in Italia, gli inquirenti si sono messi sulle sue tracce. Seguendo il fratello hanno scoperto dove viveva. E hanno fatto irruzione in un appartamento di corso Giulio Cesare. Interrogata ieri, la donna ha raccontato al magistrato la sua relazione clandestina, e ha ammesso l'ultimo episodio di estorsione. Il giudice deve ancora esprimersi sulla convalida del fermo.

 

 

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