''ORA I MIEI FIGLI SONO LIBERI'': È MORTO ANCHE IL SECONDO BAMBINO LANCIATO DALLE SCALE DALLA MADRE DETENUTA A REBIBBIA. LE FRASI AGGHIACCIANTI DELLA DONNA TEDESCA, MULO DELLA DROGA - ORA SI CERCA IL PADRE, UN NIGERIANO, PER CHIEDERE L'AUTORIZZAZIONE ALL'ESPIANTO DEGLI ORGANI - BONAFEDE SOSPENDE I VERTICI DEL CARCERE
1. DETENUTA REBIBBIA: DICHIARATA MORTE CEREBRALE BAMBINO
(ANSA) - Si è conclusa la procedura di accertamento di morte cerebrale per il bimbo giunto ieri dal carcere di Rebibbia all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. In una nota, viene detto che "la commissione incaricata dell'accertamento ha dovuto confermare purtroppo lo stato di morte cerebrale del bambino". "Si valuta ancora, insieme alle autorità giudiziarie e al centro nazionale e regionale per i trapianti, la possibilità di donazione di organi", del bambino gettato insieme alla sorellina dalla madre detenuta nel carcere di Rebibbia.
2. DETENUTA REBIBBIA UCCIDE FIGLI, "ADESSO SONO LIBERI"
Marco Maffettone per l'ANSA
"Adesso i miei figli sono liberi, gli ho dato la libertà". Sono le agghiaccianti parole con cui Sebesta, ha raccontato al suo avvocato difensore quanto compiuto ieri nel reparto nido del carcere di Rebibbia dove si trovava detenuta per traffico di sostanze stupefacenti. La donna ha lanciato i suoi due figli giù dalle scale e nei suoi confronti l'accusa della Procura di Roma è di duplice omicidio.
La 33enne tedesca si trova piantonata nel reparto di psichiatria dell' ospedale Pertini e ha passato le ultime 24 ore a piangere e pregare. La figlia più piccola, Faith nata a Monaco di Baviera il 7 marzo scorso, è morta sul colpo, per il fratellino Divine, nato sempre a Monaco il 2 febbraio del 2017, i medici dell'ospedale Bambino Gesù hanno avviato la procedura per l'accertamento della morte cerebrale. A tal proposito la Procura di Roma ha lanciato un appello per rintracciare il padre dei piccoli, Ehis E. di nazionalità nigeriana, al fine di ottenere anche da lui l'ok per l'espianto degli organi.
La tragedia ha avuto delle conseguenze di natura amministrativa. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha, infatti, deciso per la 'linea dura' sospendendo il direttore della casa circondariale femminile, Ida Del Grosso, la sua vice, Gabriella Pedote, e il vice comandante del reparto di Polizia penitenziaria, Antonella Proietti. Il ministro, parlando di quanto accaduto, ha detto di avere preso questa decisione perché ha ritenuto che "sono stati fatti errori".
"Il messaggio - ha sottolineato Bonafede - deve essere chiaro: nel mondo della detenzione non si può sbagliare. Quel mondo vive in condizioni gravi; io mi sto impegnando e penso non solo ai detenuti, ma anche agli agenti penitenziari. Tuttavia se vedo qualcosa che non deve accadere io prendo subito provvedimenti". Quanto alle critiche di chi dice che la donna non doveva stare in carcere, per il ministro "tutti si improvvisano tuttologi. Sono i magistrati a decidere quando si può fare la detenzione domiciliare e non è detto che a casa quei bimbi sarebbero stati più sicuri".
Il Pd, a partire da Andrea Orlando, è andato all' attacco. "E' sicuro - ha sottolineato l'ex ministro della Giustizia - che per non avere più bambini in carcere basta approvare la nostra riforma sull'ordinamento penitenziario". Per Alessandra Gallone, vicepresidente dei senatori di Forza Italia, va applicata la legge che prevede gli "Icam, istituti in cui possono essere accolte le detenute insieme ai loro bambini". Sulla vicenda è stato avviato un accertamento ispettivo da parte del Dap, mentre per quanto riguarda l'indagine penale, la donna, al momento, resta l'unica indagata.
Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, stanno effettuando una serie di accertamenti. Parlando con il suo avvocato, Andrea Palmiero, la detenuta è apparsa consapevole di quanto avvenuto. "Sapevo che ieri era in programma l'udienza davanti ai giudici del Riesame che dovevano discutere della mia posizione - ha affermato -. I miei figli li ho liberati, adesso sono in Paradiso". La donna era stata arrestata il 28 agosto scorso a Roma perché trovata in possesso di 10 chilogrammi di marijuana. Nei suoi confronti è stato applicato l'arresto in flagranza di reato, misura che dovrà essere convalidata nei prossimi giorni dal gip.