L’ALGERINO DI 24 ANNI ARRESTATO A PARIGI MENTRE PREPARAVA UN ATTACCO A DUE CHIESE, NON HA COMPIUTO UNA STRAGE SOLO PERCHÉ IMBRANATO: NEL TENTATIVO DI RUBARE UN’AUTO, DOPO AVER UCCISO LA PROPRIETARIA, SI E’ FERITO A UNA GAMBA
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
«Per la prima volta i bersagli erano i cristiani, i cattolici di Francia», dice il primo ministro Manuel Valls in visita alle due chiese di Villejuif, alle porte di Parigi, i luoghi di un attentato evitato per puro caso. Il terrorista islamico che stava per sparare nelle chiese di Sainte-Thérèse e Saint-Cyr Sainte-Juliette si chiama Sid Ahmed Ghlam, ha 24 anni, algerino, vive tra la madrepatria e la Francia dal 2001, studia informatica e alloggia in una camera di una residenza universitaria del XIII arrondissement di Parigi.
L’uomo è piantonato all’Hôpital Dieu, nel centro della capitale. Domenica mattina Ghlam ha ucciso una donna nel tentativo di rubarle l’auto prima di attaccare le chiese, si è ferito a una gamba ed è stato costretto a chiamare i soccorsi perché perdeva molto sangue. Solo grazie a questa circostanza fortuita non c’è stata la strage.
Lo studentato in cui viveva Sid Ahmed Ghlam
Intorno alle 8.40 di domenica 19 aprile, alcuni passanti scorgono del fumo uscire da una Renault Scenic ferma in rue du docteur Pinel a Villejuif. Chiamano i pompieri, che nell’auto con un principio di incendio trovano una donna priva di sensi, colpita da una pallottola entrata all’altezza della spalla.
È Aurélie Châtelain, 32 anni, arrivata la sera prima nella regione parigina da Caudry, nel Nord. Insegnante di ginnastica, madre di una bambina di 5 anni, la donna avrebbe dovuto seguire uno stage di pilates di una settimana e stava andando appunto all’hotel Campanile di Villejuif dove si teneva il corso. I soccorritori provano a rianimarla, invano.
Intorno alle 9, poco lontano, un uomo per strada chiama l’ambulanza. I soccorritori vedono che sanguina per una ferita d’arma da fuoco a una gamba, e avvertono la polizia. Lui dice di essere stato aggredito da qualcuno che voleva rubargli lo zaino, ma seguendo le tracce di sangue gli agenti trovano la sua auto con all’interno un kalashnikov, due pistole e uno dei lampeggiatori usati di solito dalla polizia.
said e cherif kouachi da ragazzi
Nella camera dello studente, nei pressi della biblioteca François Mitterrand, gli agenti trovano poi altri tre kalashnikov, quattro giubbotti antiproiettile, altri lampeggiatori, fasce da braccio con la scritta «police», documenti relativi a un attentato alle chiese di Villejuif e testi legati ad Al Qaeda e allo Stato Islamico.
Dopo i test del Dna, alcune tracce di sangue trovate nella Renault Scenic di Aurélie Châtelain risultano appartenere al terrorista. Mentre andava al suo corso di pilates, la donna si sarebbe semplicemente trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato: l’uomo ha cercato di rubarle l’auto, forse lei ha fatto resistenza o è stata uccisa a sangue freddo. In ogni caso nell’azione il terrorista si è ferito gravemente alla gamba, ed è stato costretto a chiamare i soccorsi.
A quel punto, il piano è saltato. Ma quattro erano i kalashnikov e i giubbotti antiproiettile: la polizia è alla caccia dei probabili complici. La paura è che possano entrare in azione. Sembra inoltre che Sid Ahmed Ghlam prendesse ordini via sms da un jihadista in Siria, che gli avrebbe ordinato di colpire le chiese e indicato un indirizzo al quale recuperare l’auto piena di armi.
i fratelli kouachi fuggono indisturbati dopo la strage a charlie hebdo 4
Come Mohammed Merah autore dei massacri del 2012 a Tolosa e Montauban, come i fratelli Kouachi e come Amédy Coulibaly delle stragi di gennaio 2015 a Parigi, anche il terrorista arrestato domenica era conosciuto dai servizi segreti francesi. A gennaio l’uomo era andato in Turchia nel tentativo di raggiungere la Siria ed era stato controllato al suo ritorno.
Ieri mattina all’alba un’operazione di polizia si è poi svolta a Saint Dizier (Haute-Marne), poco lontano da Parigi, dove risiedono i genitori del terrorista. Gli agenti sono entrati in azione in una villetta affittata da sei o sette mesi da una donna in burqa che vi abitava con due bambini piccoli e che è stata arrestata. «Mai nella nostra storia contemporanea ci siamo trovati di fronte una simile minaccia», dice Valls.