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ANDIAMO A COMANDARE  – VIDEO: UNA PROPRIETARIA DI UNA FATTORIA VIENE AGGREDITA FISICAMENTE DA UN GRUPPO DI NOMADI DOPO CHE LA DONNA ERA ANDATA A RESTITUIRE LORO UN CAVALLO CHE SI AGGIRAVA NEL SUO TERRENO – “IL MIO SOGNO DI AVERE UN POSTO NELLA NATURA SI È TRASFORMATO IN INCUBO: MI CHIAMANO MAIALE CINESE, VOGLIONO INDURMI A VENDERE E PER AVER REAGITO SONO STATA PURE DENUNCIATA…”

 

DAGONEWS

OLIVIA BOLAND E IL FIGLIO 2

 

Quando due anni fa Olivia Boland acquistò quel terreno di 16 acri nel villaggio di Tostock, nel Suffolk, pensava di aver trovato quel paradiso in terra che sognava da quando, nel 1979, a 24 anni, era arrivata dalla sua Taiwan in Inghilterra per costruirsi un avvenire.

 

Finalmente, a 60 anni suonati, madre di tre figli e ormai vedova, aveva trovato il posto ideale dove tirare su la sua fattoria, la Tostock Animal Parks, dove allevare, tra gli altri, lama, alpaca, pavoni e cavalli.

aggressione 4

 

Non poteva immaginare che il clima idilliaco creato con tanta fatica sarebbe stato rovinato in questi due anni da minacce, furti, vandalismi, insulti razzisti e intimidazioni da parte della comunità di nomadi che vivono vicino a lei e che, intenzionati a comprare il suo appezzamento di terreno, le fanno in continuazione pressioni psicologiche per spingerla a venderlo.

 

Inutili le denunce sporte alla polizia: «Questi nomadi hanno reso la mia vita un inferno e le autorità non hanno fatto nulla - dice Olivia - Ho denunciato oltre 30 reati commessi sul mio terreno, ma la polizia non si è mossa, e alla fine sono stata anche denunciata quando sono stata aggredita in casa mia, come se avessi provocato io la rissa.

 

I nomadi riescono a farla franca in qualunque circostanza: la polizia permette loro di infrangere qualunque regola».

aggressione 3

 

La beffa di cui parla Olivia è avvenuta a settembre scorso: lei e il figlio Peter avevano fermato un cavallo dei nomadi che si aggirava sul suo terreno e stavano andando a restituirlo quando Emma Foster, una nomade che ha 25 anni meno di lei, invece di ringraziarla l'ha investita con urla e insulti e poi l'ha aggredita fisicamente: ne è nata una rissa per la quale la polizia ha denunciato entrambe le donne.

 

Nonostante Olivia abbia mostrato agli agenti un filmato per dimostrare di essere stata vittima di un'aggressione (intorno a lei altri nomadi le gridavano insulti razzisti a suon di "maiali cinesi", come già avevano fatto in passato) e che si stava solo difendendo, gli agenti hanno confermato la denuncia, accusandola di aver reagito troppo duramente, mentre invece avrebbe fatto meglio ad andarsene.

OLIVIA BOLAND

 

Una situazione assurda alla quale, fortunatamente, hanno messo la parola "fine" i magistrati di Ipswich il 10 maggio scorso, rigettando le accuse contro Olivia e sconfessando di fatto l'operato della polizia.

 

Emma Foster, al contrario, è stata condannata e dovrà pagare le spese processuali e un indennizzo.

 

«È ridicolo - dice Robert, il figlio di Olivia - che mia madre sia stata accusata e sono contento che il tribunale abbia respinto la causa contro di lei. Gli agenti non avevano mai fatto nulla quando in passato avevamo presentato contro i nomadi: è come volessero proteggerli».

 

La polizia, dal canto suo, non cede di un millimetro e difende ostinatamente la bontà del proprio operato: «Tutte le accuse riferite alla polizia sono state oggetto di un'indagine, le nostre decisioni sono state prese in base alle prove raccolte».

 

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