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Quando era vescovo di Buenos Aires, Jorge Maria Bergoglio ha ignorato gli abusi nella sua diocesi. Dopo la pubblicazione del memoriale di monsignor Carlo Maria Viganò la televisione tedesca ZDF ha deciso di mandare di nuovo in onda un documentario prodotto lo scorso anno, in cui si sostenevano questa e altre tesi. Come il fatto che Papa Francesco abbia provato (senza successo) a difendere un prete pedofilo, che è stato poi incriminato e che ora sconta una pena di 15 anni.
Il documentario è diretto da Martin Boudot e si intitola “The Silence of the Shepherds” (il silenzio dei pastori). Nel 2017 ha vinto il “Prix Europa” come miglior documentario e non è mai uscito in Italia.
Il lavoro di Boudot si concentra sui molti preti accusati di abusi su minori coperti da una cappa di compiacenza e silenzio all’interno delle diocesi: invece che essere sospesi o radiati, spesso i vescovi decidevano di trasferirli, per evitar loro di poter essere incriminati.
La seconda parte del docu film è tutta concentrata sulla figura di Bergoglio. Martin Boudot parte da una frase contenuta nel libro “Il cielo e la terra”, scritto a quattro mani dal futuro Papa con il Rabbino Abraham Skorka. Nel volume Bergoglio afferma che nella sua diocesi non c’erano preti pedofili (citazione che si trova a pagina 50 della versione inglese, secondo LifeSiteNews).
“Quando succede, non puoi far finta di niente. Non puoi essere in una posizione di potere e distruggere la vita a un’altra persona. Nella mia diocesi non è mai successo”. E a un vescovo che si era trovato a dover gestire un prete pedofilo, Bergoglio avrebbe consigliato di “non permettergli di esercitare il ministero”.
Peccato che, una volta diventato Papa, secondo il documentario Francesco avrebbe ignorato proprio quel suo consiglio. Come nel caso di don Mauro Inzoli, potente monsignore di Comunione e Liberazione, condannato per abusi, rimosso da papa Ratzinger e che dopo aver fatto ricorso ha ottenuto il reintegro sotto papa Francesco.
Ma Bergoglio, mentre stava scrivendo il libro, aveva proprio nella sua diocesi di Buenos Aires un caso di pedofilia: quello di Padre Julio César Grassi, che abusava regolarmente dei bambini dell’orfanotrofio che dirigeva: l’Happy Children Orphanage. Almeno sei delle vittime di Grassi, che ora sta scontando una pena di 15 anni, si sarebbe rivolta al futuro Papa Francesco che non avrebbe mai risposto alle loro richieste d’aiuto. E alla domanda sulla frase del libro di Bergoglio, una delle vittime ha risposto: “Vuole che le persone lo credano, ma è una bugia. Riceve tutte le celebrità come Leonardo di Caprio, ma per noi nemmeno una lettera”.
Ma nel documentario c’è un’accusa ancora più pesante: qualcuno infatti sostiene che Bergoglio abbia provato a deviare il corso della giustizia. “La chiesa argentina ha fatto tutto quello che era in suo potere per scagionarlo”. Secondo Juan Pablo Gallego, avvocato delle vittime, i vescovi argentini nel 2010 hanno commissionato un dossier a un professore di diritto penale, in cui si spiegava perché la corte aveva torto, Grassi era innocente e le vittime delle persone bugiarde.
Quello studio era stato fatto su commissione della conferenza dei vescovi argentini. Sapete chi era presidente? Bergoglio, che ha spedito il dossier al giudice subito prima degli interrogatori di padre Grassi. Tra i magistrati c’era anche Carlos Mahiques: “Hanno provato a esercitare una sottile forma di pressione sui giudici”.
Un’altra delle vittime che parla con Boudot si lascia intendere che Grassi aveva la protezione del vescovo di Buenos Aires: “Una volta mi disse che Bergoglio non gli lasciava mai la mano. Una volta diventato Papa non ha mai commentato pubblicamente il caso”. Lo staff di Boudot ha provato per 8 mesi a ottenere un’intervista con il pontefice. Ovviamente senza risultato. Si sono anche presentati in piazza San Pietro durante un’udienza: “Sua santità, sul caso Grassi ha provato a influenzare la giustizia?” – gli hanno chiesto. E lui: “No. Non ho mai commissionato una contro inchiesta”.
Eppure, sembrerebbe il contrario. Grassi è in carcere, ma fino a poco tempo fa appariva ancora nella lista ufficiale della diocesi di Moron (ora è scomparso). Grassi non è mai stato laicizzato. Almeno non sotto Bergoglio.
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