Guido Olimpio per “Corriere della Sera”
Pericolo di attentati in Europa per la fine dell' anno. Una possibile strage evitata in Bosnia. Un nuovo audio del leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al Baghdadi, che ha chiamato a raccolta i suoi promettendo guerra a Israele. L' allarme iniziale è arrivato dall' Austria e si è poi esteso.
Le forze di sicurezza hanno ricevuto una segnalazione da un' intelligence amica su possibili attacchi in luoghi affollati in diverse capitali europee. Gli austriaci hanno verificato anche alcuni nomi passati dagli 007 ma non avrebbero trovato riscontri.
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I controlli si sono aggiunti a quelli adottati in queste settimane nel timore che l' Isis possa proseguire l' offensiva scatenata con il massacro di Parigi.
Fonti Usa hanno sostenuto che un tunisino sarebbe stato incarico di coordinare nuove operazioni jihadiste attraverso cellule infiltratesi da tempo. L' allerta ha quindi interessato Sarajevo dove, il 22 dicembre, hanno arrestato undici militanti. Per la procura i sospettati volevano far esplodere un ordigno tra i passanti a San Silvestro, azione che poteva causare dozzine di vittime. Non è però certo che vi sia un rapporto con lo Stato Islamico. In questo clima ha fatto irruzione il Califfo che, però, non ha colto il momento. Invece di cavalcare il fronte europeo ampliando l' effetto della tensione si è dedicato ad altro.
Dopo un silenzio durato sette mesi, Al Baghdadi si è preso la scena con un lungo audio con diversi destinatari. Il primo è lo schieramento formato dagli occidentali e dai russi, gli alleati-rivali ai quali ha detto: i vostri raid non ci hanno indebolito. Il secondo punto è dedicato ai sauditi, presi di mira perché hanno formato una coalizione islamica anti-Isis. Il capo jihadista ha invitato i sudditi del regno a ribellarsi.
Doppiamente interessante: c' è chi dice che il flusso di volontari dal Golfo sia diminuito, il riferimento all' alleanza permette di datare la registrazione a dopo il 15 dicembre. Il terzo gancio di Al Baghdadi è riservato a Israele, contro il quale ha lanciato moniti pesanti.
la mappa diffusa dalle autorita turche sul jet russo e la traiettoria
«Ci stiamo avvicinando a voi, il castigo sarà duro... la Palestina sarà la vostra tomba», parole che fanno pensare all' imminenza di attacchi.
Ma oltre ai nemici, il Califfo - questo è il succo - si è rivolto ai mujaheddin per esortarli alla compattezza in un momento difficile: «Siate fiduciosi, siamo forti». L' Isis per quanto faccia paura ha subito perdite, ha incontrato sconfitte, ha visto ridursi il suo territorio del quattordici per cento.
Ieri i curdi siriani Ypg, con l' appoggio dei caccia Usa, hanno conquistato la diga di Tishreen in Siria avvicinandosi ad una importante via di comunicazione.
Gli iracheni sono avanzati verso il centro di Ramadi. I curdi iracheni insieme alle forze speciali statunitensi hanno dato l' assalto ad una cittadina catturando un esponente importante dello Stato Islamico. Ecco allora che Al Baghdadi ha cercato di galvanizzare il suo schieramento indicando come abbia contro l' intero mondo.
È curioso tuttavia che nel discorso del Califfo non vi sia alcun accenno alla distruzione del jet russo nel Sinai - rivendicato dalla sezione egiziana Isis - al massacro di Parigi, diretto da un suo guerrigliero, Abdelamid Abaaoud, e alla sparatoria di San Bernardino, unico episodio dall' etichetta incerta. Davvero strano. Quale occasione migliore per un' uscita propagandistica di peso mentre tutti si chiedono dove sarà il prossimo colpo.