BYE BYE VECCHIO DIESEL – LA PIANURA PADANA BANDISCE DALLE STRADE 3 MILIONI E MEZZO DI AUTO: STOP AI VEICOLI A GASOLIO EURO 3 IN PIEMONTE, LOMBARDIA, VENETO ED EMILIA ROMAGNA (DOVE SI FERMANO ANCHE GLI EURO 4) – ECCO COSA FARE PER NON INCORRERE IN SANZIONI
Gabriele Martini per www.lastampa.it
La guerra allo smog nella Pianura Padana entra in una nuova fase. Da domani fino al 31 marzo 2019 scattano le prime limitazioni permanenti al traffico in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Si tratta di misure più severe rispetto a quelle dello scorso inverno: da quest’anno, infatti, il divieto di circolazione nei giorni feriali vale anche per i veicoli diesel Euro 3 (oltre che per i mezzi benzina Euro 0, diesel Euro 0, diesel Euro 1 e diesel Euro 2) indipendentemente dai livelli d’inquinamento.
Il conteggio (fonte Aci) è presto fatto: da questa settimana 2.260.000 automobili e 790.000 furgoni immatricolati nelle quattro regioni dovranno restare in garage o comunque fuori dalle aree urbane interessate dai blocchi.
E non è finita: in Emilia Romagna lo stop vale anche per i diesel Euro 4. Ecco quindi che il totale dei veicoli nel mirino sfiora quota tre milioni e mezzo. Attenzione però: i comuni coinvolti (quelli con più di 30mila abitanti) dovrebbero aver predisposto le delibere attuative. Il condizionale è d’obbligo perché, scorrendo gli elenchi, si scopre che in parecchi casi norme e modalità non sono state ancora decise.
Da Torino a Venezia
Le Regioni padane, tuttavia, promettono unità d’intenti: «La qualità dell’aria travalica ogni differenza di colore politico. Entro il 2020 armonizzeremo le norme», assicurano in una nota congiunta gli assessori all’Ambiente di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Per ora, però, si procede in ordine sparso tra fughe in avanti e resistenze. L’accordo, infatti, fissa solo una cornice. Le delibere dei Comuni, quando ci sono, risultano eterogenee. Il risultato? Orari discordanti, una selva di deroghe e automobilisti disorientati.
In Lombardia i mezzi diesel Euro 3 dovranno fermarsi dal lunedì al venerdì dalle ore 7,30 alle ore 19,30 (è l’orario più esteso) nei 209 comuni di Fascia 1 e nei comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti appartenenti alla Fascia 2 (Varese, Lecco, Vigevano, Abbiategrasso e San Giuliano Milanese).
Solo a Milano le misure riguarderanno 12.500 furgoni e 32.500 automobili in più rispetto alle limitazioni di un anno fa. Le eccezioni, tuttavia, non mancano: sono esentati gli ambulanti, i medici e i veterinari in visita urgente, i lavoratori con turni tali da impedire la fruizione dei mezzi di trasporto pubblico, i parroci e i veicoli con a bordo almeno tre persone.
In Veneto la guerra allo smog bloccherà mezzo milione di automobili e 173mila veicoli commerciali nelle aree urbane dei comuni con popolazione superiore a 30mila abitanti. In quasi tutte le città coinvolte, il blocco sarà valido nei giorni feriali dalle 8,30 alle 18,30. Sono previste deroghe.
A Verona, ad esempio, potranno circolare coloro che hanno un Isee pari o inferiore a 16.700 euro e gli over 70. Le polemiche non mancano. Un nutrito gruppo di sindaci ha scritto un documento chiedendo a Regione e Governo di intervenire con contributi e campagne informative.
Ma le polemiche più infuocate si registrano in Piemonte, dove quasi tutti i Comuni hanno posticipato l’entrata in vigore delle misure anti-smog. I sindaci del Torinese si incontreranno con la Regione in settimana per trovare una mediazione dopo che la giunta Chiamparino ha approvato limitazioni più blande rispetto a quelle decise dai sindaci di Torino e area metropolitana. Tra i sottoscrittori dell’accordo c’è anche l’Emilia Romagna, che ha scelto di introdurre i paletti più stringenti.
Nei comuni con più di 30.000 abitanti, lo stop vale anche per i diesel Euro 4. I disagi non saranno pochi: si tratta di 309 mila mezzi a cui vanno sommate 184 mila vetture diesel Euro 3, 208 mila di classe ambientale inferiore e 244 mila veicoli commerciali.
Il rebus della categoria
Il codice della strada prevede multe fino a 658 euro per chi circola con mezzi soggetti a limitazione del traffico. Che fare quindi per non incorrere in sanzioni? Il primo passo è verificare la classe ambientale del proprio veicolo.
olanda divieto benzina diesel 1
Un’operazione non scontata. Spesso sulla carta di circolazione non è indicata la sigla, bensì la normativa europea che viene rispettata dalla casa automobilistica. In linea di massima sono considerati «ante-Euro 4» i veicoli immatricolati prima del 2006, ma conviene accertarsi che la propria auto non sia stata targata in deroga.
smog inquinamento pechino cina 2
Il metodo più semplice per risolvere il rebus è usare gli strumenti messi a disposizione gratuitamente in rete dal Portale dell’Automobilista e dall’Aci. Inserendo il numero di targa, il responso è istantaneo.
Il giro di vite basterà a vincere la guerra allo smog? La risposta - purtroppo - è negativa. «Il fatto che i blocchi siano strutturali e non emergenziali è positivo», spiega Andrea Minutolo, coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente. «Ma ora bisogna potenziare il trasporto pubblico locale». Senza dimenticare che anche altri fattori sono responsabili dell’inquinamento, a cominciare dai riscaldamenti domestici. Tuttavia nelle grandi città ad avvelenare l’aria sono soprattutto i tubi di scappamento.
In ogni caso la strada della lotta allo smog è segnata: l’accordo prevede misure d’emergenza in base ai giorni consecutivi di sforamento delle polveri sottili. Si va dall’abbassamento del riscaldamento domestico al divieto di uso di biomasse. Le Regioni della Pianura Padana, infine, hanno già stabilito che dall’ottobre del 2020 sarà limitata la circolazione degli Euro 4 e dal 2025 nelle città scatterà il blocco degli Euro 5. Deroghe permettendo.