1. IL CLAN CAMORRISTA CHE INVESTIVA SUI CAVALLI DA CORSA
F.B. per il “Corriere della Sera”
Nei principali ippodromi italiani, ma anche a Parigi, ha gareggiato un cavallo della camorra. Madison Om, un baio del 2006 appartenuto formalmente alla scuderia Merf di Mario Minopoli, driver di livello nazionale che lo ha guidato nelle gare di trotto, ma in realtà di proprietà di Massimo Russo, che a dispetto del soprannome, Paperino , è ritenuto uno degli esponenti di più alto livello dei Casalesi, appartenente alla famiglia che oggi, dopo gli arresti e le condanne all’ergastolo dei capi storici (Schiavone, Bidognetti, Iovine, Zagaria) sta cercando di riorganizzare il clan.
La passione per l’ippica
La passione ippica del boss emerge da una indagine condotta dalla Dia di Napoli, con il capocentro Giuseppe Linares, sulle attività legali attraverso le quali i Casalesi investono parte dei loro patrimoni. Una indagine, coordinata dai magistrati della Dda Antonello Ardituro e Fabrizio Vanorio, che ieri ha portato all’emissione di 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di appartenenti alla famiglia Russo e loro prestanome, soprattutto commercianti e imprenditori, ma anche dello stesso Minopoli, nonché al sequestro di 3.200 tra slot machine e videopoker, oltre a società e beni immobili (i Russo si occupano distribuzione del caffè e di gestione di sale bingo e di bar e ristoranti nei centri commerciali).
Investimento e premi
Per diventare proprietario di Madison Om, Russo spese 47 mila euro. Lo racconta uno dei collaboratori di giustizia che ha contribuito all’indagine della Dia. Franco Bianco, uomo di fiducia di Russo del quale fu anche reggente a Casal di Principe quando il boss diventò latitante, spiega agli inquirenti di aver «investito la somma di 47.000 euro per conto di Russo Massimo, per l’acquisto di un cavallo che si chiama Madison Om che era stato fittiziamente intestato a Mario Minopoli ed era stato acquistato al Nord».
Bianco, secondo le sue stesse confessioni — riscontrate da intercettazioni telefoniche — aveva, tra l’altro, l’incarico di tenere i contatti con Minopoli e di gestire così le questioni relative al cavallo. Ma poi era a Russo che andavano le somme relative ai premi conquistati da Madison Om. Premi che, fino al 2012, ammontano a poco meno di 110 mila euro. Perciò, nell’ordinanza di custodia cautelare il gip scrive che «non vi è dubbio» che Minopoli «si sia consapevolmente prestato ad allevare e a far gareggiare il cavallo quale “fiduciario” dei Russo e con la loro costante “intermediazione e protezione”: non potrebbe spiegarsi altrimenti la continuativa corresponsione di somme di denaro a beneficio di Russo Massimo, senza che dalle intercettazioni sia mai trapelato il pur minimo accenno ad attività estorsiva».
L’affare slot
L’inchiesta sui Russo ha permesso di accertare che il clan aveva il monopolio assoluto di slot machine e videopoker in provincia di Caserta e parte della provincia di Napoli. Chiunque volesse impiantare le «macchinette» nel proprio esercizio doveva rivolgersi a loro. Ora, con il sequestro disposto dal magistrato, i videogiochi sono rimasti al loro posto, ma a gestirne il flusso di denaro e incassare i canoni di noleggio è un amministratore giudiziario nominato dal tribunale.
2. IL DRIVER PRESTANOME TRA I PRIMI DIECI IN ITALIA
Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
Appena 4 mesi fa, premiato il 9 maggio dalla vicesindaco di Milano, Mario Minopoli jr. entrava nella storia dell’ippica italiana come vincitore, alle redini del cavallo Maestrale Spin, del «Premio Città di Milano», prima corsa della prima giornata del nuovo ippodromo del trotto milanese dopo la chiusura dello storico San Siro: ieri Minopoli è finito agli arresti domiciliari, accusato di essersi prestato a intestarsi fittiziamente il cavallo Madison Om (non un fenomeno ma un buon trottatore di 9 anni capace di vincere in carriera 108.000 euro) e così schermarne l’effettiva proprietà in capo (secondo collaboratori di giustizia del 2011 e intercettazioni telefoniche del 2009) a un esponente del clan di camorra alleato dei Casalesi.
Soprannominato «il francesino» per la sua predilezione per i cavalli di genealogia transalpina (anziché americana come più frequente), il 36enne Minopoli negli ultimi tre anni si è stabilmente piazzato nella «top ten» dei guidatori italiani: 7° nel 2013 con 133 vittorie per 650.000 euro di montepremi e 9° nel 2014 con 112 successi per 744.000 euro, quest’anno era 7° in classifica, già con 93 centri per mezzo milione di euro, e la gemma del Gran Premio Marche a Montegiorgio con il cavallo di 3 anni Totoo del Ronco.
Ma un campanello era già suonato il 27 giugno quando, nel pieno delle rivendicazioni delle categorie ippiche contro le inadempienze del ministero Politiche agricole, alcuni guidatori e allenatori campani (tra cui Minopoli) avevano quasi bloccato le corse con un sit-in di protesta all’ippodromo di Cesena: la Questura gli aveva allora inflitto un peculiare «Daspo» ippico, cioè il divieto per un anno di mettere piede come cittadino negli ippodromi, salvo quando per lavoro avesse dovuto gareggiarvi.