Asia, Sudamerica ed Europa: lo hanno cercato dovunque ma alla fine era a Napoli in un'abitazione di Chiaiano, in via Emilio Scaglione 424, a pochi chilometri dalla sua roccaforte di Secondigliano. Cosi è finita la latitanza di Marco Di Lauro, inserito nell'elenco dei ricercati del ministero dell'Interno al secondo posto subito dopo Matteo Messina Denaro.
Oggi ha 38 anni ma era solo un ragazzo quando fece perdere le sue tracce, 14 anni fa nel corso della «notte delle manette» quando mille uomini dello Stato invasero i quartieri Scampia e Secondigliano coadiuvati dagli elicotteri ed eseguirono 53 ordinanze. Ricercato anche in campo internazionale, secondo gli inquirenti, Marco Di Lauro avrebbe intrapreso la ricostruzione del clan guidato dal padre Paolo Di Lauro detto Ciruzzo 'o Milionario.
Quarto figlio del boss Paolo Di Lauro, era latitante dal 7 dicembre 2004, quando sfuggì al maxi blitz nella notte delle manette: sul suo capo pende un ergastolo per l'omicidio dell'innocente Attilio Romanò, ucciso per errore nel gennaio del 2005 nell'ambito della prima faida di Scampia.
Di Lauro non era armato e non ha opposto resistenza», ha detto il questore di Napoli, Antonio De Iesu, sceso dai suoi uffici per accogliere i suoi uomini che, insieme all'Arma dei carabinieri e alla Guardia di Finanza, hanno condotto l'operazione nel pomeriggio. Soddisfatto anche il comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, colonnello Ubaldo Del Monaco, che ha evidenziato che l'azione si è svolta sotto il coordinamento della Dda di Napoli guidata dal procuratore Melillo. «Siamo contenti», ha aggiunto Del Monaco.
Di Lauro è arrivato in questura a bordo di un'auto civetta della polizia, mentre dall'alto un elicottero sorvegliava la zona. «Bravi, bravi» è l'incitamento che si è levato dai presenti, un centinaio di persone, mentre alcuni degli agenti che hanno partecipato all'operazione si sono abbracciati manifestando soddisfazione per il lavoro svolto.
TRE I SUPERLATITANTI RIMASTI OLTRE DI LAURO
(ANSA) - Marco Di Lauro, latitante dal 2004, dopo un maxi blitz che passerà alla storia come la "notte delle manette" e a cui Di Lauro scampò, era tra i quattro superlatitanti di massima pericolosità inseriti in una lista redatta dal Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti più pericolosi (GIIRL) della Direzione centrale della polizia criminale e inseriti nel sito del ministero dell'Interno.
Ora la lista - che fino a pochi anni fa contava numerosissimi esponenti di mafia, camorra, 'ndrangheta, Sacra Corona Unita - si è assottigliata fino a riportare solo tre nomi: per Cosa Nostra quello di Matteo Messina Denaro, ricercato dal 1993, che deve scontare l'ergastolo e di Giovanni Motisi, anche lui destinatario dell'ergastolo e ricercato dal 1998. Per l'anonima sequestri è ancora ricercato Attilio Cubeddu, latitante dal 1997, che deve scontare 30 anni in via definitiva. Curbeddu non fece rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros (NU), dove era ristretto, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime.
Tra gli arrestati "eccellenti", catturati in questi anni e inseriti nella lista dei latitanti di massima pericolosità, spiccano i nomi di Michele Zagaria, arrestato per camorra nel 2011, di Antonio Iovine, arrestato nel 2010 a Casal di Principe e anch'egli boss di camorra; di Giovanni Strangio, esponente della 'ndrangheta arrestato nel 2009 nei Paesi Bassi, di Giuseppe Bellocco, catturato nel 2007 in Calabria e appartenente alla 'ndrangheta, di Giuseppe Morabito, preso nel 2004 in Calabria. Tra i superlatitanti c'era ovviamente anche il nome di Salvatore Riina, ricercato dal 1969 e arrestato nel 1993. E' morto nel novembre 2017.
l ultimo nascondiglio di marco di lauro l ultimo nascondiglio di marco di lauro