Franca Giansoldati per “il Messaggero”
Docce e barbiere sotto il Colonnato di San Pietro
L’operazione «Via i barboni da San Pietro» è avvenuta alle prime luci dell’alba. Nessuna avvisaglia, nessun clamore a poter presagire il blitz. A guidare l’allontanamento dei senzatetto è stata la gendarmeria del Vaticano alla presenza dell’Ama e di alcuni agenti della polizia italiana, la cui azione nell’area limitrofa al Colonnato è parsa essenzialmente subordinata a quella dei gendarmi.
Fino a qualche giorno fa nessuno si era mai azzardato a ripristinare il decoro nella zona «per non dare dispiacere a Papa Bergoglio» anche se l’area si era trasformata in pochi anni in un ricettacolo notturno di sbandati e ubriaconi.
Docce e barbiere sotto il Colonnato di San Pietro
Naturalmente l’autorizzazione allo sgombero (non più dilazionabile) è arrivata «da molto in alto», anche se ieri, al di là del Tevere, nessuno desiderava specificare da quale livello fosse stata diramata. Difficile stabilire se l’ordine sia partito dal Papa in persona o se sia stato deciso dal Governatorato o dalla Segreteria di Stato mentre il Papa sia stato solo informato a cose avvenute.
METODI BRUSCHI
Di fatto sono stati i gendarmi a fare piazza pulita, pare con metodi piuttosto bruschi, smantellando senza tante cerimonie gli accampamenti provvisori, liberando i marmi berniniani e i gradini degli ingressi dei palazzi che danno su piazza Pio XI, a ridosso di San Pietro, solitamente intasati da una popolazione notturna di fantasmi e sbandati, a volte con gravi problemi psichici.
Una popolazione disperata che sul far della sera è alla ricerca di un riparo dalla pioggia, dal freddo, dalle intemperie. Alcune associazioni di volontari avevano preso a passare da loro a cadenza regolare per donare coperte, bevande calde, sacchetti contenenti panini e frutta.
Il Vaticano ha spiegato laconicamente che l’azione lampo è stata fatta per «ovvie questioni di decoro» visto che la zona, giorno dopo giorno, si stava oggettivamente intasando di rifiuti, sporcizia e persino di scorie biologiche visto che tanti barboni nemmeno usavano i bagni fatti costruire appositamente per loro da Bergoglio, preferendo invece gli angoli o gli spazimeno in vista per fare i propri bisogni, come testimoniano le foto riprese dai turisti con i telefonini e poi postate sui social a testimonianza del degrado esponenziale di Roma.
Tedeschi, olandesi, polacchi, sloveni e naturalmente italiani. Le nazionalità dei vagabondi notturni sul colonnato paradossalmente rispecchiavano l’universalità della Chiesa anche se ben poco si conciliavano con le regole del vivere civile e del decoro. Ne sapevano qualcosa i negozianti e i portieri degli stabili di via Rusticucci che ogni mattina erano costretti a spendere parecchio tempo per togliere le tracce olfattive delle tendopoli.
L’ingresso della sala stampa vaticana poi, visto che è situato proprio sotto i propilei, a ridosso di via della Conciliazione, si presentava come una specie di discarica a cielo aperto, a volte anche una latrina, con cumuli di coperte, cartoni, masserizie e stracci ammonticchiati in un angolo in attesa di essere riutilizzati la sera successiva. Spesso i clochard erano ubriachi e tante serate finivano con una rissa che i poliziotti dovevano sedare.
Insomma, era ormai difficile ignorare la deriva. Da queste premesse è maturato il piano di sgombero dei vagabondi, fino alla sua realizzazione alle prime luci dell’alba per avere meno testimoni possibili. Già ieri mattina via Pfeiffer e via Rusticucci, dove vivono diversi cardinali, si presentava senza le solite chiazze di sporcizia sul selciato. Tanto che un monsignore di passaggio, diretto in una delle congregazioni, vedendo l’insolita pulizia, commentava ridendo: «questo sì che è un veromiracolo».
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