Fabrizio Caccia per il Corriere della Sera
«Prostituta massacrata», titolarono i giornali.
«Ma adesso, per fortuna, un mese dopo - racconta don Ermanno D' Onofrio, il prete che ha battezzato i suoi figli e celebrato il suo funerale - tanti giornalisti mi chiedono scusa per Gloria. Hanno capito che le parole a volte sono come le pietre scagliate contro la Maddalena...».
Gloria Pompili, 23 anni, di Frosinone, mamma di due bimbi di 3 e 5 anni, è stata uccisa davanti a loro la sera del 23 agosto sulla via dei Monti Lepini, nel territorio di Prossedi, per essersi ribellata ad un anno di umiliazioni, costretta anche l' ultimo giorno a vendersi sulla strada che collega Frosinone a Latina.
I due piccoli, quella sera, si trovavano proprio nella Bmw dei suoi aguzzini che erano andati a riprenderla dal lavoro.
Dopo l' ennesima discussione, giù botte e bastonate. Il bimbo più grande, però, ha reso giustizia alla mamma: nella casa-famiglia dov' è stato portato col fratellino ha raccontato tutto ad un operatore.
Ed ecco che martedì scorso un' altra giovane donna, il capitano dei carabinieri Margherita Anzini, comandante della compagnia di Terracina, ha messo le mani su Loide Del Prete, cugina di Gloria, e sul convivente egiziano Saad Mohamed Salem, entrambi difesi dall' avvocato Filippo Misserville.
«La nostra indagine non potrà riportarla in vita - dice commossa la carabiniera -.
Ma servirà a ridarle dignità.
Perché questa ragazza, che avrebbe dovuto trovare affetto in quell' ambito familiare, ha subìto solo vessazioni e soprusi, fino all' annientamento dell' identità».
Vissuta in una casa-famiglia dai 7 ai 18 anni, dopo la separazione dei suoi genitori, Gloria conobbe in quella struttura un giovane rumeno, Alex, da cui ha avuto i due bimbi. Alex, intanto, si è legato da tempo ad un' altra donna e ora è in carcere a Rieti per spaccio. Uscirà a gennaio prossimo.
L' inferno vero di Gloria, però, è iniziato un anno fa, quando è caduta nella rete di sua cugina Loide e del convivente egiziano, trasferendosi addirittura a vivere da loro, in corso Lazio, con i due bambini.
Qui ha conosciuto pure il fratello di Salem, un certo Eddy, che l' ha indotta a sposarlo: «Matrimonio combinato per garantirsi il permesso di soggiorno», accusa ora la mamma di Gloria, Carmela, testimone oculare dei lividi di sua figlia. «Ma lei negava sempre, anche agli assistenti sociali diceva che lavorava in frutteria ad Anzio con sua cugina e quei lividi se li era procurati cadendo».
Di sicuro, raccontano in via Bellini le sue amiche d' infanzia, che più di una volta hanno provato a portarla via dalla strada, «prima di conoscere Gloria, l' egiziano e sua cugina avevano una Twingo scassata, poi invece si sono comprati la Bmw e hanno aperto la frutteria».
Il padre di Gloria, Vittorio, camionista, non la vedeva da 15 anni: avrebbe voluto vestirla lui, nella bara. Così, a fine agosto, ha portato con sé una giacca, una camicetta e un paio di pantaloni. Ma erano 15 anni che non vedeva sua figlia e i pantaloni erano troppo corti.
Allora ci ha pensato mamma Carmela a preparare Gloria per l' ultimo viaggio: «Con uno spolverino rosa, una tuta e scarpe da ginnastica bianche, come piaceva a lei...».
La somiglianza con sua figlia è impressionante. Mamma Carmela, assieme all' avvocato Toni Ceccarelli e a don Ermanno, vorrebbe scrivere ora al tribunale dei minorenni di Roma per chiedere in affidamento i due nipotini: «Lavoro in un bar, sono incensurata, vorrei che almeno mi restassero loro».