Michela Allegri per “il Messaggero”
Ha accompagnato Desirée nello stabile di via dei Lucani, le ha ceduto metadone e stupefacenti, più volte. Sapeva che quella ragazzina di Cisterna di Latina aveva solo 16 anni. E l' ha portata nel capannone abbandonato nel quartiere San Lorenzo anche la notte in cui è morta, stroncata da un mix letale di droghe e psicofarmaci e dopo un' intera giornata di violenze. C' è una svolta nell' inchiesta sul decesso di Desirée Mariottini: finisce in manette una delle testimoni chiave dell' indagine.
Si tratta di Antonella Fauntleroy, ventunenne cittadina della Repubblica Botswana, amica della sedicenne. È stata arrestata dalla Squadra Mobile ieri all' alba. Si nascondeva nel vano lavanderia di uno stabile in borgata Finocchio. È accusata di cessione continuativa e aggravata di stupefacenti alla minore e ora si trova nel carcere di Rebibbia.
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Avrebbe dato droghe alla ragazzina anche nei giorni precedenti la sua morte, avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 ottobre. Restano intanto in carcere i quattro componenti del branco che, per l' accusa, avrebbe stuprato e ucciso la sedicenne. Sono indagati per omicidio volontario e violenza sessuale di gruppo. Uno di loro, Yusif Salia, interrogato, aveva detto che Antonella era la sua fidanzata.
«MI BUCHI TU?»
Molti testimoni hanno parlato di lei. Hanno detto che ha aiutato la sedicenne a procurarsi e assumere le sostanze in via dei Lucani. «L' ho vista più volte dentro lo stabile - è una delle testimonianze - So che in un' altra circostanza ha schiaffeggiato Desirée per ragioni di droga e in un' occasione l' aveva bucata». E ancora: «Ho sentito Desirée dire ad Antonella: Mi buchi te? Mi fai te? Fallo visto che già l' hai fato l' altra volta».
Nei verbali agli atti dell' inchiesta si legge che alcuni dei presenti avrebbero litigato con la Fauntleroy, accusandola di avere portato in quello stabile diventato un covo di tossici e spacciatori una ragazza giovanissima. Nella perquisizione effettuata contestualmente all' arresto gli inquirenti hanno sequestrato metadone e psicofarmaci.
La Fauntleroy è stata ascoltata più volte dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Stefano Pizza, titolari del fascicolo. In uno degli ultimi verbali, si era rifiutata di parlare di Marco Mancini, il pusher indagato per avere ceduto droga al branco - non è coinvolto nell' omicidio -. Aveva detto che era un suo «amichetto» e che non voleva metterlo nei guai.
Poi, però, aveva deciso di ritrattare: «Quella sera hanno cominciato a cuocere la cocaina e a fumarla e c' ero io, Muriel, Giovanna, Paco, Ibrahim, un nord africano, un senegalese e c' era anche Marco, la stessa persona di cui la volta precedente non vi ho voluto riferire, ma che portava sul posto, in cambio di droga, alcuni psicofarmaci». Aveva anche raccontato: «Il padre di Desirée mi voleva conoscere per ringraziarmi». E aveva fornito dettagli sul branco: «Ho visto Yusif che ha dato del metadone a Desirée... Paco invece non ha avuto alcuno scrupolo e ha iniziato a fornire sia eroina, che crack, che cocaina cruda, nonché psicofarmaci».
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