Renato Mongillo - Carlo Russo e Raffaele Manzi
Fiorenza Sarzanini e Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
I buoni uffici del «faccendiere» Carlo Russo dovevano servire, nelle intenzioni di Alfredo Romeo, per arrivare a Tiziano Renzi e oltre. Fino al cuore del potere politico dal quale cercava appoggi: l'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. Pure attraverso di lui - stando alle intercettazioni delle sue «fluviali conversazioni» - l'imprenditore partenopeo intendeva condizionare l' amministratore delegato di Consip Luigi Marroni; perché lo stesso Russo gli aveva fatto intendere che le possibilità di ottenere l' appalto pubblico tanto agognato passava da lì.
LA STRATEGIA
INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO
Il 7 settembre scorso, nell'ufficio romano di Romeo, i due parlano della necessità di organizzare un incontro con Marroni. «Dobbiamo blindarlo per bene... - dice Russo - Non è stato abbastanza bravo da controllare... però vedrà che insomma... sistemiamo». Quindi tornano a parlare della necessità di incontrare Marroni. «Lo vediamo insieme», propone Russo, che aggiunge: «Il triangolo è quello, insomma».
Secondo i carabinieri del Noe che hanno ascoltato il dialogo e riferito ai magistrati, «il triangolo a cui fa riferimento il Russo fa capo a Tiziano Renzi, Luigi Marroni e al sottosegretario Luca Lotti, storico braccio destro di Matteo Renzi». Romeo domanda: «Il triangolo è quello quindi che ci ha creato problemi a noi?», ma Russo lo rassicura: «Assolutamente no....».
Dai discorsi registrati risulta che più volte Romeo ha sollecitato un incontro con Lotti, ma non c'è riscontro che sia avvenuto. A parte l'invito prospettato a Russo nel suo ristorante napoletano, illustrando all'ex deputato Italo Bocchino la strategia per la gestione del rapporto con Tiziano Renzi e Russo, l'imprenditore dice: «A tutela di tutti e due ... soprattutto sua... facciamo in questo modo... affronta una volta al mese... un caffè, faccio la mia parte poi lei mi aiuti e non si preoccupi.... due sono le cose dobbiamo fare: di relazioni ...un caffè con lui e uno con Lotti a casa sua... (frase bisbigliata), tra .... il primo mese, e poi andiamo avanti».
VANNONI AMMONITO
Alfredo Romeo esce dal carcere
Nell'indagine della Procura di Roma, comunque, Lotti non ha al momento alcun ruolo nel presunto traffico di influenze illecite contestato a Renzi sr e Carlo Russo in favore di Romeo. L'ex sottosegretario oggi ministro dello Sport è invece indagato per la fuga di notizie che mise in allarme in vertici della Consip, e che secondo i carabinieri arrivò fino a Matteo Renzi, poiché se ne parlava «nelle stanze della presidenza del Consiglio dei ministri frequentate da Lotti, quasi alla stregua di chiacchiere da bar».
INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO
Luigi Marroni, interrogato dai pm napoletani prima che l'inchiesta venisse trasferita nella Capitale, ha riferito che l'allora consigliere economico di Palazzo Chigi Filippo Vannoni lo avvertì che aveva il telefono sotto controllo. Sentito a sua volta dagli inquirenti, Vannoni con un po' di fatica ha fatto il nome di Lotti. Prima ha detto di avere ricordi vaghi, e di rammentare solo che Lotti lo aveva informato «che c'era un' indagine dell'autorità giudiziaria su Consip».
Ammonito due volte sull'obbligo di dire la verità per non rischiare l'accusa di false dichiarazioni al pm, ha ammesso: «Effettivamente fu Luca Lotti a dirmi che c'era una indagine su Consip, dicendomi di stare attento; ricordo che il presidente Renzi mi diceva solo di "stare attento" a Consip».
Questa ricostruzione è già stata smentita da Lotti, che appena saputo dell' indagine a suo carico s' è precipitato dai pm di Roma (ai quali i napoletani avevano appena trasmesso il fascicolo) per smentire tutto e sostenere che lo stesso Vannoni lo avvertì, subito dopo la sua testimonianza, di aver fatto il suo nome: «Ha ammesso di aver mentito e quando ho chiesto il perché si è scusato in modo imbarazzato, ottenendo una mia reazione stizzita».
GLI SMS A TIZIANO
L'indagine sulla fuga di notizie prosegue, in parallelo a quella sul traffico di influenze dove hanno rilievo i rapporti tra gli altri due vertici del triangolo citato da Russo: Marroni e Tiziano Renzi. Testimoniati, fra l'altro, dal messaggio telefonico che l'amministratore di Consip inviò al padre dell'ex premier il 30 luglio scorso, quando si seppe della suo proscioglimento dall'accusa di bancarotta: «Caro Tiziano sono proprio contento per te (e per tutti) d' Elba (presumibilmente voleva scrivere "della", ndr ) conclusione!! Un abbraccio Luigi». E Tiziano Renzi rispose: «Grazie davvero».
Per il proscioglimento dell'amico esulta via Facebook anche Russo, che il 3 agosto ne parla con Romeo: «Ha visto ora abbiamo avuto anche la bella notizia del.... son cadute tutte le accuse». L'imprenditore si congratula e domanda se «possiamo fare qualcosa di utile...», offrendogli ospitalità in un albergo di Ischia di alcuni parenti: «Se deve fare le vacanze che ne so...»; e di fronte alle titubanze di Russo spiega che non sarebbe lui a comparire come titolare dell' hotel: «I miei cugini sono una cosa...diversa da me».
2 - "TIZIANO L' HO INCONTRATO". ROMEO, 2 PIZZINI SUI SOLDI
Estratto dell’articolo di Marco Lillo per il “Fatto quotidiano”
[…] Il Noe scrive che Romeo mentre è intercettato dice chiaramente che ha incontrato Tiziano Renzi, padre dell' ex premier. La conversazione è del 6 dicembre 2016 e l'incontro - se esiste - non si sa quando sia avvenuto. Romeo ne parla con un amico il giorno dopo la perquisizione nei suoi uffici.
La Procura di Napoli con mossa astuta consegna a Romeo un decreto nel quale c'è scritto che lo ha intercettato con un virus spia fino a febbraio e intanto lo ascolta con la microspia in ufficio.
Il 6 dicembre in via della Pallacorda va in scena esattamente il film ipotizzato dai pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano che ascoltano quanto segue: "Romeo cerca di ricostruire i giorni in cui sono stati intercettati e di ricordare di cosa abbiano discusso". Poi Romeo afferma "Renzi l' ultima volta che l'ho incontrato".
Secondo il NOE "questa frase assume straordinario valore e consente di inchiodare alle sue responsabilità Tiziano Renzi in quanto dimostra che effettivamente Romeo e Renzi si siano incontrati". Inchiodare forse è un po' troppo ma è effettivamente un elemento importante. Renzi è Tiziano perché "Romeo ha sempre cercato di conoscere Matteo senza però riuscirvi".
Alfredo Mazzei, esponente del Pd di Napoli, amico di Romeo, uomo che teneva per lui i rapporti con il mondo renziano, fornisce una possibile conferma: "Romeo mi raccontò che Russo aveva organizzato un pranzo o una cena in un ristorante di Roma a cui, oltre che allo stesso Russo, vi era il Tiziano Renzi. Romeo mi disse che era rimasto colpito da quell' incontro per la spregiudicatezza dei suoi interlocutori e per i temi e i toni utilizzati e dalle modalità dell' incontro in quanto era avvenuto in un ristorante e Romeo era entrato da una porta di servizio portato, credo, da Carlo Russo". […]