COSÌ I CINESI VOGLIONO MANIPOLARE IL CLIMA – UN NUOVO SISTEMA RADAR STUDIATO DA PECHINO PREOCCUPA IL PENTAGONO: TRA I SUOI IMPIEGHI C’È ANCHE LA POSSIBILITÀ DI CAUSARE DISASTRI NATURALI – IL DISPOSITIVO SARAEBBE IN GRADO DI INFLUENZARE IL FLUSSO DI PARTICELLE SUBATOMICHE FINO A SINGAPORE E…

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Da http://www.occhidellaguerra.it/

 

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La Cina sta costruendo un nuovo sistema radar a Sanya, sul Mar Cinese Meridionale, che preoccupa Stati e scienziati. Il motivo della preoccupazione è che, tra i vari possibili impieghi, sia civili che militari, potrebbe esserci anche la manipolazione del clima e la capacità di causare disastri naturali. 

 

Si potrebbe pensare a teorie cospirazioniste o a film di fantascienza. Ed in molti casi è vero. Ma, come spiega il South China Morning Post, i rischi non sono pochi. E sono molti i critici del progetto che temono un suo utilizzo che possa creare disagi alle telecomunicazioni così come al clima.

 

Il clima e i militari

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Non è la prima volta che si parla di manipolazione del clima come arma. Molto spesso il confine tra l’informazione e il cospirazionismo è labile. Ma è anche difficile comprendere il limite fra sistema scientifici che studiano la meteorologia e sue applicazioni in campo bellico. Specialmente se la tecnologia e i finanziamenti sono forniti in larghissima parte dalle Difese nazionali.

 

Gli scienziati tendono a evitare allarmismi. La tecnologia non sembra ancora arrivata a questi livelli. Tuttavia anche le forze armate statunitensi hanno lavorato su tecnologie geo-ingegneristiche simili. E così hanno fatto anche altre potenze militari, tra cui la Russia.

 

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Nel momento in cui si utilizzano queste tecnologie a scopo civili, è difficile capire poi se possano essere sfruttate anche per scopi militari, colpendo gli altri Stati e giocando, in fin dei conti, ad essere Dio.

 

Il progetto cinese

La Cina possiede già un sistema simile nella provincia sud-occidentale dello Yunnan. Il dispositivo, situato a Qujing, viene utilizzato per studiare la ionosfera e rilevare bersagli estremamente piccoli come satelliti e frammenti di detriti.

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Il nuovo progetto ha una componente sia civile che militare. Ed è importante che la sede sia Sanya, base navale della Cina che ospita una flotta di sottomarini nucleari.

 

Secondo le fonti del South China Morning Post, il nuovo dispositivo, noto come High-powered Incoherent Scatter Radar, “sarebbe in grado di influenzare il flusso e riflusso di particelle subatomiche fino a Singapore, una distanza di oltre 2mila chilometri“.

 

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Questo fattore, renderebbe il radar il sistema più potente di tutto il Mar Cinese Meridionale. E se anche non andasse a modificare i fenomeni climatici, la sua capacità desta allarme soprattutto per i risvolti in chiave strategica.

 

Gli Stati Uniti, proprio per questo motivo, sono preoccupati dai disastri naturali, quanto dalla possibilità che questo radar possa creare un vero e proprio “buco nero” atmosferico che colpisca tutta la rete di comunicazioni militari, in particolare per i sottomarini. Dando un vantaggio strategico enorme in un’area del Pacifico che è fondamentale.

 

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“La macchina lavora generando impulsi di energia elettromagnetica e li irradia nella ionosfera, uno strato dell’atmosfera che può riflettere le onde radio grazie ad un’alta concentrazione di ioni ed elettroni”, spiegano al quotidiano di Hong Kong.

“Analizzando le onde radio che rimbalzano sulle particelle, i ricercatori possono misurare con precisione il disturbo nella ionosfera causato dall’attività cosmica”.

 

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In quel caso, le onde potrebbero essere utilizzate per colpire le immagini radar o dei satelliti. Ma soprattutto, spiegano, queste onde potrebbero percorrere distanze lunghissime nelle profondità oceaniche. In questo caso, gli scopi potrebbero essere due.

 

Il primo, inviare istruzioni ai sottomarini senza bisogno che questi si avvicinino alla superficie dell’acqua. Il secondo, è quello di colpire le istruzioni inviate ai sottomarini nemici.

 

Il parallelo con il progetto Haarp

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L’impianto Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) di Gakona, in Alaska, nasce per uno scopo simile. L’impianto invia onde radio nella ionosfera studiandone le reazioni dopo l’impatto con lo strato dell’atmosfera.

 

Anche in questo caso, lo scopo principale è quello di studiare metodi per migliorare le prestazioni dei satelliti ma anche la comunicazioni con la flotta di sottomarini.

 

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Ma anche per Haarp, le critiche su un possibile utilizzo come “superarma” che potesse influenzare il clima ma anche la salute delle persone sono state molte. 

 

Alcune di alto profilo scientifico, altre molto più complottiste. Ma la differenza è che, mentre la Difesa Usa ha registrato dei tagli, il ministero della Difesa cinese ha dato un forte impulso finanziario a questo tipo di progetti. E il Pentagono vuole vederci chiaro.

 

 

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