CROCE SENZA DELIZIA - CON LA SCUSA DI “AFFIDARE” ALLA VERGINE DI COPACABANA TUTTE LE “ONOREFICENZE” RICEVUTE, BERGOGLIO LASCIA IN BOLIVIA IL CROCIFISSO INTAGLIATO SU FALCE E MARTELLO REGALATOGLI DA EVO MORALES
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Il canto all’aeroporto dei bimbi Guaranì, composizioni settecentesche di padre Domenico Zipoli, l’oboe di Morricone dal film Mission. Francesco arriva in Para-guay accolto dalle note delle redducctiones dei confratelli gesuiti che nel 1767 pagarono con l’espulsione la difesa degli indios.
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E lascia la Bolivia con una mossa geniale: prima di congedarsi, nella cappella della residenza del vescovo di Santa Cruz, ha affidato alla Vergine di Copacabana, patrona del Paese, le «onorificenze» che gli erano state date dal presidente Morales, compreso il medaglione che riproduceva il crocifisso intagliato in una falce e martello. Che ci pensi la Madonna, con buona pace delle polemiche.
Prima di decollare per Asunción, Francesco ha incontrato i detenuti nel penitenziario Palmasola, più di 5 mila reclusi in autogestione, una delle carceri più pericolose dell’America Latina: «Davanti a voi c’è un uomo perdonato, che è stato ed è salvato dai suoi molti peccati». Il Papa arriva in Pa-raguay all’indomani del mea culpa per i «molti e gravi peccati commessi contro i po-poli originari dell’America Latina in nome di Dio». Richiesta di perdono con un’aggiunta significativa. Il Papa gesuita invita a ricorda-re le «migliaia di sacerdoti, suore, vescovi» che «si opposero alla logica della spada con la forza della Croce».