DELIRIO DA EXPOSIZIONE - RETI BUCATE E VARCHI SENZA CONTROLLO: L’ULTIMA POLEMICA DELL’EXPO È SULLA SICUREZZA - LA REPLICA: 108 CHECKPOINT CON I METAL DETECTOR - IL COMMISSARIO SALA “IRRITATO”
Fabio Poletti per “la Stampa”
Un giornalista vero con una bomba a mano finta a zonzo per il sito. Operai che scavalcano muri e varcano reti bucate per evitare di fare giri larghi. Cgil Cisl e Uil che denunciano: «Per fare prima, da febbraio quando sono accelerati i lavori, gli operai che entrano nel sito non hanno più la foto di riconoscimento sul tesserino. Noi eravamo contrari». Falle nella sicurezza tra le 6 e le 7 del mattino, quando cambiano i turni della vigilanza attorno all’area grande come 170 campi da calcio.
A metterle tutte in fila sembrerebbe un colabrodo il sito di Expo 2015 che - nel bene per il bello che si è fatto, nel male per quel poco che comunque si dovrà ancora fare - apre tra 3 giorni. Giuseppe Sala, il commissario unico dell’esposizione, rintuzza pure questi attacchi e rassicura: «Sono irritato da tutte queste critiche. Pensiamo di più ai 9000 operai che lavorano sotto l’acqua per finire in tempo i padiglioni». Dalla società di gestione sono più puntigliosi: «Il varco è presidiato 24 ore su 24».
Prove tecniche di sicurezza attorno al sito che dal primo maggio sarà il più guardato d’Italia. Gli artificieri passano nei padiglioni per le bonifiche di rito. Dal primo maggio chi dalla stazione Centrale di Milano prenderà un treno verso Rho Fiera Expo 2015 dovrà avere un biglietto anche per avvicinarsi ai binari e passare il primo di una serie infinita di tornelli.
Un punto che era cieco sullo stradone che dalla fiera di Rho-Pero porta al sito è stato coperto da nuove telecamere collegate wireless con la centrale sicurezza di via Drago.
Ma per capire cosa voglia dire tenere sott’occhio un’esposizione come questa aperta 13 ore al giorno per 184 giorni, basta leggere il report di Manuele De Casoli, ex ufficiale dei carabinieri già manager della corporate security di grandi aziende e oggi a capo della sicurezza di Expo: «L’area si estende per 118 ettari pari a 1 milione e 118 mila metri quadrati per un perimetro di 6 chilometri e 800 metri con 7 varchi carrai e 4 pedonali con 108 check point di tipo aeroportuale».
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In tutto 108 metal detector - più di Malpensa, Linate e Fiumicino messi insieme - e oltre 400 archetti per le persone. Come se non bastasse sull’intera area - alla fine tra le più cablate al mondo - ci sono dispositivi per far funzionare la rete cellulare e quella dati anche sotto attacco di hacker. La Prefettura ha preparato un «cruscotto delle emergenze» per garantire tutti i raccordi istituzionali.
Perchè se Expo 2015 con i suoi 145 Paesi partecipanti è la Babele dei linguaggi, si tratta di non perdere il filo tra i 3796 rinforzi inviati dal Viminale in città che dovranno essere in sintonia con carabinieri, 600 militari dell’Esercito e gli istituti di vigilanza privata, tra loro pure quelli che si occupano della sicurezza del Tribunale di Milano. Costo della macchina security a bilancio di Expo 7 milioni e 200 mila euro che diventano 90 milioni con gli stanziamenti del governo.
Gli obiettivi da mettere in sicurezza sono 490. Si va dalla Scala con la Turandot del primo maggio ai padiglioni più sensibili, come quello di Israele che viene inaugurato il 12 maggio. Qualche preoccupazione ma senza esagerare arriva pure dai No Expo. Il corteo del primo maggio finisce in centro a Milano senza sfiorare il sito. Al massimo si rafforza l’Expogate in piazza Castello.
Ma gli avvocati dei No Expo hanno già chiesto di poter incontrare ovunque gli eventuali fermati. Tutto sembra a posto. Si tratta di coniugare sicurezza con allarmismi zero. L’Isis fa paura. Ma chi fa più paura è il finto visitatore con una bomba vera. Alla fine, l’incubo di tutti i grandi eventi.
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