DEMOCRAZIE QUASI PERFETTE – PER LA SENTENZA SUI MATRIMONI GAY BARACK OBAMA ESULTA COSÌ: “È UNA VITTORIA PER L’AMERICA, DA OGGI LA NOSTRA UNIONE NAZIONALE È PIÙ PERFETTA” – ANCORA FINO AL 2008 L’OPINIONE PUBBLICA USA ERA SPACCATA, MA ORMAI, SPECIE TRA I GIOVANI, LA MAGGIORANZA È A FAVORE

Federico Rampini per “la Repubblica

 

barack obamabarack obama

«È una vittoria per l’America, una decisione-fulmine, da oggi la nostra unione nazionale è più perfetta». Barack Obama reagisce con gioia alla storica sentenza della Corte suprema: il matrimonio gay è un diritto costituzionale. Nessuno può negarlo agli americani, neanche un voto del Congresso o dei singoli Stati. I guardiani della Costituzione, dichiara Obama, «hanno riaffermato che tutti gli americani sono eguali davanti alla legge, hanno le stesse protezioni, hanno diritto allo stesso trattamento, chiunque essi siano e chiunque essi amino».

 

Il presidente sceglie la scenografia solenne del Giardino delle Rose, alla Casa Bianca, per celebrare questa pagina di storia. In tutta l’America all’annuncio della sentenza centinaia di coppie gay si presentano negli uffici governativi per celebrare il matrimonio: finora legale in 37 Stati, da ieri in tutti e 50.

 

barack obama con la birrabarack obama con la birra

È il culmine di una battaglia per i diritti dei gay che solo negli ultimi anni ha avuto un’accelerazione decisiva. Ancora nel 2008 una maggioranza dell’opinione pubblica si diceva contraria alle unioni omosessuali; in quell’anno perfino la California liberal ebbe un referendum in cui vinsero 52% contro 48% gli avversari dei matrimoni gay. Un contributo decisivo lo diede Obama, dichiarandosi apertamente per le unioni omosessuali nel 2012, prima della sua rielezione alla Casa Bianca.

 

matrimonio gay 3matrimonio gay 3

Da allora i sondaggi hanno visto un ribaltamento spettacolare, in particolare fra i giovani che a stragrande maggioranza sono favorevoli. Il pronunciamento della Corte suprema corona una settimana ricca di vittorie per il presidente: prima ha incassato il voto del Congresso che gli consente di firmare il trattato di libero scambio con l’Asia-Pacifico; poi la stessa Corte ha sventato un ricorso per invalidare la sua riforma sanitaria. Il tris di successi rilancia Obama, consolida il bilancio della sua presidenza, poche ore prima di un appuntamento ben più triste con la storia: il funerale di Charleston, dove Obama rende omaggio al pastore ucciso da un suprematista bianco.

 

matrimonio gay matrimonio gay

La battaglia costituzionale sui diritti dei gay si è chiusa 5 a 4, ha spaccato in due la più alta magistratura americana. La Corte ha una maggioranza di giudici nominati dai presidenti repubblicani, sulla carta gli equilibri sono a favore della destra; e i repubblicani con rare eccezioni osteggiano i matrimoni gay o quantomeno difendono il diritto dei singoli Stati di vietarli. Perciò è stato cruciale il voto del giudice Anthony Kennedy, repubblicano nominato da Ronald Reagan nel 1988, ma indipendente e capace di modificare gli equilibri schierandosi coi 4 colleghi democratici.

 

marios and stevemarios and steve

Proprio com’è accaduto questa volta. È stato Kennedy a scrivere il dispositivo della sentenza: «Come dimostrano i casi giunti davanti a noi, il matrimonio è il simbolo di un amore che può durare anche oltre la morte. Sarebbe un’incomprensione di questi uomini e di queste donne, sostenere che non rispettano l’idea del matrimonio. Loro chiedono di avere pari dignità davanti alla legge. La Costituzione garantisce loro questo diritto. Non possono essere condannati a vivere nella solitudine, esclusi da una delle più antiche istituzioni della civiltà».

 

lina and moelina and moe

A riprova del durissimo scontro avvenuto in seno alla Corte, ciascuno dei giudici sconfitti ha voluto pubblicare il proprio parere dissenziente, un fatto rarissimo. E per la prima volta in 10 anni il giudice capo, il repubblicano John Roberts, ha voluto anch’egli motivare il proprio voto di dissenso. Non ha preso apertamente posizione contro i matrimoni gay, ma ha sostenuto che non toccava alla Corte suprema farlo: «Cinque giudici hanno chiuso un dibattito e hanno imposto la propria visione del matrimonio come un dettato costituzionale».

 

carlos and danycarlos and dany

Il più virulento tra i 4 dissenzienti è stato il giudice italo-americano Antonin Scalia, di estrema destra: nel suo parere ha denunciato «un golpe giudiziario». Scalia ha attaccato il collega Kennedy sbeffeggiando il suo «linguaggio da biscotti porta- fortuna» (quelli dei ristoranti cinesi; in italiano l’equivalente sarebbero i messaggi nei Baci Perugina).

 

Gli esperti ricordano un solo precedente che ebbe un’analoga portata nel campo dell’istituzione del matrimonio: la decisione della Corte suprema che nel 1967 dichiarò illegittime le norme degli Stati del Sud che vietavano i matrimoni tra persone di razze diverse. Nel caso delle unioni gay c’è un impatto perfino più forte, che è dato dalla rilevanza religiosa: molte chiese e anche religioni non cristiane, hanno preso posizione contro.

 

IRLANDA REFERENDUM MATRIMONIO GAYIRLANDA REFERENDUM MATRIMONIO GAY

A destra molti hanno denunciato la decisione della Corte suprema. Diversi leader repubblicani in lizza per la Casa Bianca si sono espressi. Scott Walker ha proposto un emendamento costituzionale per rovesciare la sentenza. Jeb Bush e Mario Rubio hanno sostenuto che la questione doveva essere lasciata ai singoli Stati. Rick Santorum ha dichiarato: «Cinque giudici non eletti hanno ridefinito l’unità fondante della nostra società ». Mike Huckabee, che oltre a essere un politico è un pastore protestante, ha ripreso Scalia denunciando «la tirannide dei giudici, un atto anti-costituzionale ».

 

Due Stati governati dalla destra, la Louisiana e il Mississippi, hanno annunciato che tenteranno comunque di bloccare i matrimoni gay. Ma sono annunci infondati, fatti a caldo, che confermano solo l’enorme portata della sconfitta.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…