DIECI SECONDI PER MORIRE – NEL VIDEO CHE LA FAMIGLIA DI TAMIR RICE, 12 ANNI, HA CHIESTO DI DIFFONDERE SI VEDE IL RAGAZZINO AVVICINARSI ALLA PATTUGLIA CON LA PISTOLA GIOCATTOLO IN MANO E LA GIOVANE RECLUTA SPARARGLI DRITTO AL PETTO – TAMIR SI AFFLOSCIA DI SCHIANTO E MUORE

Vittorio Zucconi per “la Repubblica

 

TAMIR 
RICE
TAMIR RICE

Nel plumbeo silenzio di un video muto in grigio, un bambino e la polizia giocano al game della morte e il bambino perde. Ora possiamo vedere, nella ripresa di una telecamera di sorveglianza, come si può morire per colpa di una pistola giocattolo da 20 dollari.

Guardate bene quella clip di 60 secondi, registrata per caso.

 

Assorbite il senso di solitudine e di noia che trasmette, la vertigine di un vuoto urbano che risucchia un ragazzino solo che si credeva un “gangsta” da telefilm e il proiettile vero del poliziotto che lo riporta alla realtà, solo per ucciderlo. Guardiamolo perché il video che la famiglia di Tamir Rice, la vittima, ha chiesto alla polizia di diffondere per mostrare gli ultimi 60 secondi della vita del loro figlio, racconta molto più dell’ormai consueta tragedia della strage di giovani e giovanissimi uomini neri.

 

Narra di una giornata qualsiasi di fine novembre, inaspettatamente mite sulla rive dei Grandi Laghi grigi del nord, che scioglie i resti della neve caduta abbondante poche ore prime. Ma non popola quel giardinetto squallido e novembrino ancora troppo fangoso e umido perché le madri portino i più piccoli a giocare e i vecchi vadano a scaldarsi le ossa.

Ci sono, nel vuoto della sequenza, soltanto due attori. Un uomo, probabilmente non più giovane a giudicare dalla sua voce roca e stanca che sentiremo nella chiamata al 911, il centralino per le emergenze, seduto sulle panche nel gazebo centrale.

 

TAMIR 
RICE
TAMIR RICE

E Tamir, il bambino con la pistola giocattolo comperata in un mercatino per 20 dollari, alla quale, sapremo poi, aveva tolto quel tappino arancione sulla levata, dalla canna, che segnala il suo essere, appunto, un giocattolo e non gli dava street cred , come dice lo slang, la credibilità della strada fra i più grandi. Tra quei due protagonisti, ai quali si aggiungerà una comparsa, una donna che passa in fretta sul marciapiedi e ignora il ragazzino che le brandisce contro il giocattolo, comincia un balletto a distanza che condurrà alla tragedia.

 

Il vecchio sotto il gazebo nota Tamir, chiama il centralino, con voce stanchissima avverte che c’è qualcuno che agita una cosa che sembra un’arma, che «la gente se la sta facendo addosso» (la «gente» è solo lui) ma che sembra — e lo ripete per due volte — finta. Mentre parla, il bambino continua il proprio balletto, una sorta di danza rituale, macabra, come certamente lui ha visto fare non soltanto in tv o nei video giochi, ma nella realtà del quartiere, da qualche amico più grande, fino alla posa rituale della pistola impugnata a due mani.

 

proteste a clevelandproteste a cleveland

I due, il vecchio con il telefonino e il bambino con il giocattolo, non si parlano, non riconoscono l’esistenza l’uno dell’altro, vivono due esistenze parallele nella loro opposta solitudine sotto la neve che si scioglie nell’erba e sul gazebo. Lui immobile, l’altro agitato come un folletto con la felpa e il cappellino militare “camouflage”. Vivono nel nulla, come attori di un film di Ingmar Bergman. Soli con le loro paure, le loro fantasie. E con la morte che incombe come un presagio certo.

 

La recita parallela si interrompe quando l’autopattuglia del CPD, il Cleveland Police Dept, irrompe a tutta birra sul marciapiedi e i destini del vecchio, del bambino e di un poliziotto che mai si erano incrociati prima, si congiungono nella Smith&Wesson — vera — dell’agente Tim Loehman, poco più di un ragazzo anche lui, a 26 anni, con pochi mesi di servizio. Il vecchio che aveva messo in moto il destino, è sparito dal set.

cleveland   un ragazzo di 12 anni ucciso per sbaglio dalla poliziacleveland un ragazzo di 12 anni ucciso per sbaglio dalla polizia

 

Per qualche secondo, dopo avere chiamato con il telefonino qualcuno che chiaramente non risponde perché lo ripone subito, Tamir si siede al suo posto, con la testa abbandonata sul braccio appoggiato al tavolo del gazebo, nella fulminea stanchezza dei bambini. E’ l’unica figura umana nel campo grandangolo della telecamera fino a quando arriva l’auto che lo scuote e riaccendo il suo spirito infantile e letale. Nel finale, restano Tamir e la bestia, il macchinone nero della polizia, divisi da pochi passi.

 

Il bambino con la pistola inspiegabilmente, se non pensiamo al gioco, non fugge, ma si avvicina baldanzoso alla bestia. Si vede, dalla statura, che è un ragazzino, ma anche i bambini, qui, hanno pistole vere. L’agente Loehman, seduto alla destra del guidatore che è un veterano di 46 anni, Franck Garmback, racconta di avere intimato di gettare quell’arma che lui non sa essere fasulla e di alzare le mani, ma Tamir non lo ascolta.

cleveland   un ragazzo di 12 anni ucciso per sbaglio dalla polizia 5cleveland un ragazzo di 12 anni ucciso per sbaglio dalla polizia 5

 

Sta giocando, ricordate? Non è vita vera, lui è in un film, è in tv, è in un videogame, in un’altra dimensione, poi sa di non essere armato, che cosa mai gli può succedere? L’agente Lehman, per recluta fresca che sia (appena sei mesi nella “Forza”) non può sbagliare: spara un colpo, uno solo, non i dodici, ripeto, dodici, che l’agente Wilson nel Missouri aveva esploso contro Michael Brown.

 

È seduto, spara dal finestrino, per uccidere perché mira al petto. Si capisce che ha paura, il ragazzo poliziotto, perché a quella distanza, se il ragazzino spara, lui non ha scampo, dunque «shoot to kill». Il video, che non è un film, mostra come si muore davvero senza contorsioni e sbracciamenti da attore: Tamir si affloscia di schianto, trapassato al cuore. Game over.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…