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DIETROFRONT LUFTHANSA - LA COMPAGNIA AMMETTE CHE LUBITZ NEL 2009 AVEVA INFORMATO I VERTICI DI AVERE CRISI DEPRESSIVE - PERCHÉ NON È STATO PRESO SUL SERIO? - LE VOCI SULL’ESISTENZA DI UN VIDEO GIRATO SUL VOLO PRIMA DELLO SCHIANTO

Andrea Tarquini per “la Repubblica”

 

CEO LUFTHANSA CEO LUFTHANSA

Lufthansa con le spalle al muro, per sua ammissione. Non è questione di dovere del silenzio imposto ai medici tedeschi dal garantismo a oltranza sulla salute dei dipendenti di un’azienda. No, lo stesso co-pilota responsabile secondo ogni indizio della strage dei cieli del volo Germanwings 4U9525 aveva informato il suo datore di lavoro ben sei anni fa di soffrire di «pesanti, difficili crisi depressive».

 

Dunque il quadro della catastrofe del volo Barcellona-Duesseldorf appare sempre più cupa, sconcertante, allarmante: è stata la compagnia aerea della prima potenza europea, con scelte inspiegabili, incredibili, inammissibili, a non capire e a non voler prendere sul serio quei segnali di allarme che fin dal 2009 Andreas Lubitz le aveva dato. Pur sapendo che segnalando al datore di lavoro simili gravi problemi di salute avrebbe posto la sua carriera a rischio di fine immediata.

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«Dopo diverse ricerche e indagini interne alla compagnia», dicono fonti della Lufthansa, «abbiamo deciso di consegnare alla magistratura di Duesseldorf, quella compatibile per l’inchiesta, ulteriori materiali, cartelle cliniche e dossier aziendali sul co-pilota». In particolare, la compagnia di bandiera tedesca ha messo a disposizione degli inquirenti sia materiale relativo al lungo periodo di addestramento e scuola di volo di Lubitz, sia la registrazione delle conversazioni e contatti via e-mail tra lubitz stesso e la scuola di volo. Nelle e-mail, il copilota avrebbe menzionato chiaramente, e appunto da sei anni, dal lontano 2009, i suoi problemi di salute e il suo stato patologico.

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Lubitz aveva imparato a diventare pilota civile alla scuola di volo di Brema della Lufthansa, ma per sei mesi dovette interrompere l’addestramento per motivi di salute. In seguito fu dichiarato “ fit to fly”, idoneo al volo, dai medici della compagnia di bandiera. È quanto la settimana scorsa l’amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, aveva assicurato per difendersi.

 

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Dichiarazioni frettolose, dicono ora i magistrati di Duesseldorf: la carriera di pilota di Lubitz era ovviamente in pericolo a causa della sua depressione e delle sue fantasie suicide. Problemi gravissimi e incompatibili con il pilotaggio di aerei passeggeri, e problemi che appunto Lubitz aveva segnalato alla compagnia dal 2009, di sua iniziativa.

 

La tesi iniziale della Lufthansa, secondo cui la linea aerea «non sapeva nulla» dei gravi problemi di salute del copilota del 4U9525 perché le leggi impongono ai medici di non informare i datori di lavoro di problemi dei pazienti salvo espressa autorizzazione dei parenti stessi è dunque platealmente smentita: lo stesso Lubitz aveva almeno trovato il coraggio di accennare chiaramente alla verità ai capi di Lufthansa, loro hanno “dormito” sul caso.

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Su questo sfondo, arrivano anche altre notizie raccapriccianti. Secondo il settimanale francese Paris Match e il quotidiano popolare tedesco Bild, esiste un video girato a bordo dell’Airbus 320 di Germanwings negli ultimi secondi del volo fino a pochi attimi prima dello schianto del bireattore sulle Alpi provenzali. Il video, la cui esistenza non è confermata dagli inquirenti francesi sul posto, sarebbe stato trovato (sempre secondo Paris Match e Bild ) da una persona che apparterrebbe alla commissione d’inchiesta che indaga sul posto sulla sciagura.

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Il video, sottolinea Bild, è una prova importantissima, la sua autenticità è indiscutibile, sebbene le immagini che tramanda di quegli ultimi secondi di vita a bordo del 320 tedesco siano caotiche, spesso sfocate, e le sequenze talmente mosse che anche rivendendole più volte non è possibile identificare nessuna persona, né dell’equipaggio né dei passeggeri. Il video è stato girato, sempre secondo i due media popolari, nella parte posteriore dell’aereo, dalle ultime file di sedili dei passeggeri, non si sa se l’abbia girato un passeggero o un membro dell’equipaggio, né se fosse seduto o in piedi mentre riprendeva.

 

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Ma alcuni elementi sono chiari: i passeggeri in quei momenti avevano capito benissimo cosa stava accadendo, erano diventati in pochi attimi pienamente consapevoli di essere a un passo dalla morte. “Oh mio Dio”, è l’imprecazione che si ascolta vedendo il video, pronunciata in molte delle varie lingue europee. E si possono udire chiaramente nel video, insiste Bild, anche i rumori metallici registrati dalla scatola nera, cioè quelli del comandante che invano tenta di forzare la porta blindata colpendola prima con l’idrante poi con l’ascia d’emergenza di bordo

 

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