Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
L' inchiesta sui «corvi» del Vaticano potrebbe arricchirsi di nuovi e clamorosi elementi. Perché si intreccia con un' altra indagine che fa tremare le gerarchie della Santa Sede: è stata avviata dalla Procura di Terni e coinvolge l' esperta di pubbliche relazioni Francesca Immacolata Chaouqui e suo marito Corrado Lanino.
I reati ipotizzati sono estorsione e intrusione informatica in un quadro di pressioni e ricatti simile a quello che ha fatto finire in arresto monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e la stessa Chaouqui, rimessa in libertà dopo la decisione di collaborare con i promotori di giustizia della Santa Sede.
E questo basta a confermare come l' attenzione rimanga puntata su centinaia di documenti riservati - nella maggior parte riguardanti la gestione dello Ior, ma anche altri settori strategici - che risultano trafugati ma non ancora utilizzati, almeno pubblicamente.
FRANCESCA CHAOUQUI E IL MARITO CORRADO LANINO
Carte segrete sui conti «laici» dello Ior ma anche lettere personali, dossier e fotografie sottratti un anno e mezzo fa dalla cassaforte della Prefettura degli affari economici.
Relazioni sull' attività dei «postulatori» che avrebbe fatto emergere pagamenti sottobanco per la gestione delle pratiche su canonizzazioni e beatificazioni. Uno scenario che rischia di travolgere numerosi uffici Oltretevere.
corrado lanino francesca immacolata chaouqui
Il fascicolo di Terni nasce nell' ambito degli accertamenti sul dissesto della Curia locale che avevano coinvolto monsignor Vincenzo Paglia. La posizione del prelato è stata archiviata, ma i controlli disposti dal pubblico ministero Elisabetta Massini hanno fatto emergere gli affari e la rete di relazioni di Chaouqui e di suo marito, esperto informatico, fino a qualche tempo fa webmaster del circuito informatico di terzo livello della Santa Sede, poi trasferito nella clinica Santa Lucia con lo stesso incarico.
Soprattutto hanno delineato l' attività illecita che avrebbe consentito a lui di «entrare» in numerosi computer e carpire informazioni riservate da utilizzare poi per ottenere favori e incarichi per entrambi, ma anche per persone a loro vicine.
spl42 vescovo terni vincenzo paglia
Un copione analogo e forse per alcuni aspetti sovrapponibile a quello seguito da Vallejo Balda e dalla Chaouqui per ottenere notizie e rubare atti della Santa Sede in parte pubblicati nei due libri usciti ieri, in parte tuttora segreti. Una modalità di azione sulla quale si svolgeranno adesso nuove verifiche, soprattutto alla luce di quanto è poi emerso grazie al lavoro della gendarmeria vaticana guidata da Domenico Giani.
E questo potrebbe far allungare la lista delle persone sospettate di aver aiutato il monsignore e la donna a carpire le informazioni grazie alle intrusioni informatiche. Coinvolgendo proprio Lanino e altri esperti di computer da tempo finiti sotto controllo da parte degli investigatori della Santa Sede e in alcuni casi già convocati come persone informate dei fatti, ma anche a rischio di subire provvedimenti più gravi.
von freyberg prende la comunione da monsignor vallejo
I conti dei «postulatori» Una vera e propria «rete» che potrebbe aver agito in diverse situazioni e per raggiungere svariati obiettivi. Uno riguarda certamente i conti dello Ior. Le verifiche effettuate negli ultimi tre anni accreditano l' ipotesi che siano oltre cento i depositi intestati ai «laici» la cui identità è celata con intestazioni cifrate. Tra loro ci sono alcuni che più di altri potrebbero aver attirato l' attenzione di chi voleva creare un nuovo scandalo nella Chiesa.
Appartengono infatti ad avvocati «postulatori», cioè coloro che istruiscono le cause di canonizzazione e beatificazione. Un lavoro che può durare anni, ed è inevitabilmente segnato dalla capacità di rendere più celere la procedura. Tra i documenti trafugati ci sarebbero proprio quelli che parlano di soldi versati per «pilotare» i fascicoli. Vere e proprie tangenti transitate su quei conti finiti adesso al centro dell' attenzione. Non solo.
Le carte ricostruiscono anche i rapporti con i religiosi che hanno il compito di gestire le pratiche, quelle con gli esperti medici chiamati a fornire il loro parere - talvolta decisivo - sui casi esaminati. E adesso si sta cercando di scoprire come siano state utilizzate, quale percorso abbiano fatto in un quadro illecito che non appare ancora ben delineato. Perché sono centinaia i documenti trafugati ma soltanto una minima parte è stata resa pubblica.
Ci sono i conti Ior, ma ci sono anche le lettere personali custodite nella cassaforte della prefettura violata un anno e mezzo fa, le fotografie che Vallejo Balda avrebbe scattato o recuperato e non sarebbe riuscito a «vendere». Materiale che in molti casi riguarda la vita privata dei religiosi e per questo fa paura. L' analisi del telefonino e del computer dell' alto prelato - sequestrati una decina di giorni fa - ha consentito di tracciare i suoi contatti facendo emergere i nomi delle persone con cui aveva rapporti.
E su questo si lavora per ricostruire cosa sia avvenuto negli ultimi mesi, soprattutto da quando il monsignor aveva manifestato la delusione per non aver ricevuto da papa Francesco l' incarico che si aspettava al vertice della Segreteria oppure del Consiglio per l' Economia e, anche pubblicamente, avrebbe promesso di vendicarsi. La convinzione del promotore di giustizia Gian Piero Milano e dal suo aggiunto Roberto Zannotti è che il movente possa essere questo ma l' indagine non è ancora conclusa, nessuno può escludere che dietro questa nuova vicenda ci siano anche altri interessi.