Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”
Ci sono i quattro clienti giapponesi che hanno avuto un blocco alla digestione di fronte al super conto dell' Osteria da Luca, 1.143 euro per quattro fiorentine, una frittura e poco altro; c' è Kazi Babar, il gestore egiziano dell' Osteria che quel conto l' ha presentato e che a sua volta deve pagare ogni mese 20 mila euro al cinese Zeng Chegyi per il subaffitto del locale; e c'è il proprietario dello stesso, Franco Rendich, che affitta l'immobile al cinese al prezzo di 12 mila mensili.
VENEZIA - IL CONTO GONFIATO ALL OSTERIA DA LUCA
Il veneziano Rendich, ottantaseienne ex professore di sanscrito dell'Università Ca' Foscari, non sa nulla di cosa succede ai piani bassi. Non conosce l'egiziano Babar, non conosce nemmeno il cinese Chegyi che pure gli versa il robusto canone di locazione. «Non l'ho mai visto - assicura al Gazzettino -. L' ho trovato dentro il negozio come affittuario, paga regolarmente e tanto mi basta».
Forse basterebbero a chiunque 12 mila euro puliti e sicuri per 50 metri quadri di pianterreno più 50 al piano superiore. «Ma non sono molti, avrei potuto chiedere un aumento», precisa Rendich. È vero. Nell' area veneziana delle Mercerie, a pochi passi da San Marco, i prezzi sono anche più alti, come conferma una recente stima del World Capital Group che li colloca in una forbice dai 1.850 ai 4.500 euro mensili al metro quadro.
Anche la catena di affitti e subaffitti che lievitano a ogni passaggio non è una novità. Si sa, è Venezia, è San Marco, le proporzioni saltano e tutto s' impenna. «Ognuno fa la sua corsa, so di gente che ne paga 50 mila al mese per un esercizio», ricorda Ernesto Pancin, che dirige l' associazione esercenti pubblici di Venezia e non vede nulla di strano in queste cifre. Ma l' egiziano Babar stavolta ha davvero esagerato e sull' Osteria da Luca si è scatenata una bufera senza precedenti.
Multa da 20 mila euro, minacce di azioni penali, TripAdvisor che blocca le recensioni.
Gli albergatori hanno manifestato all' ambasciatore giapponese in Italia il loro sdegno per quanto successo offrendo un soggiorno «stellato» ai giovani giapponesi. Non è stato da meno il presidente dei commercianti veneziani, Roberto Magliocco, che ha deciso di rimborsare il conto agli sfortunati ragazzi orientali suscitando l' ironia della Rete: «L' ha fatto dopo che ha saputo che erano rientrati in Giappone».
Si sono mosse le istituzioni, è stato proposto il Bollino nero per i ristoratori truffaldini, mentre il «Gruppo 25 aprile» che aveva reso pubblica la truffa ha stilato un vademecum in inglese per turisti mettendoci al primo posto qualcosa che deve aver fatto sobbalzare sulla sedia il sindaco Luigi Brugnaro: «Evitate il periodo di Carnevale».
E poi la promessa dello stesso Brugnaro, che non va mai per il sottile: «Puniremo questi disonesti, non possiamo tollerare comportamenti che mettano in cattiva luce una consolidata tradizione di ospitalità». Non più di tre mesi fa, di fronte alla lamentela di tre turisti inglesi per un conto molto salato di un gestore veneziano, il sindaco aveva caricato le parole con la stessa polvere da sparo ma nell' altro senso: «Pezzenti. Vorrei fare un plauso al ristoratore che ha emesso lo scontrino, dimostra ancora una volta che c' è la legalità. Se venite a Venezia dovete sapere che dovete spendere qualcosina. Questi hanno mangiato aragosta, non hanno lasciato niente sul piatto, neanche la mancia».
A ricordare cosa potrà succedere all' egiziano Babar ci ha poi pensato la dirigente dei Servizi comunali Stefania Battaggia: «Tra le sanzioni è prevista anche la temporanea chiusura dell' esercizio». E tutto succede mentre il professor Rendich osserva pacifico gli eventi da un tavolo dell' Harry' s Bar.