agguato a tor bella monaca

FAR WEST CAPITALE – TOR BELLA MONACA COME GOMORRA: AGGUATO IN PIENO GIORNO NEL QUARTIERE DELLA PERIFERIA EST DI ROMA, DOVE UNA SVENTAGLIATA DI COLPI È PARTITA DA UNA MACCHINA IN CORSA: A TERRA SONO RIMASTI DUE PUSHER 20ENNI, UN EGIZIANO E UN MAROCCHINO, CHE SONO FINITI IN OSPEDALE – DA TEMPO IL QUARTIERE È IN MANO ALLA CAMORRA: SI INDAGA PER...

Alessia Marani per “Il Messaggero”

 

agguato a tor bella monaca 8

Spari da un'auto in corsa a Roma. Un agguato, in pieno giorno, alle due del pomeriggio, tra passanti e testimoni e su cui ora indaga l'Antimafia. Due giovani restano a terra, feriti, portati in ospedale in codice rosso. Almeno nove i colpi esplosi, ieri, a Tor Bella Monaca, periferia Est della Capitale, divenuta negli anni una sorta di città satellite per il traffico di armi e, soprattutto, di droga dove gli arresti sono all'ordine del giorno ma dove, ora dopo ora, gli equilibri criminali trovano nuovi vuoti da colmare e alleanze, pronte a infrangersi.

 

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Un Far West. È successo tutto intorno alle quattordici. In via dell'Archeologia arrivano due giovani uomini a bordo di una vettura, probabilmente una Smart grigia, si accostano all'altezza del chiosco abusivo, tra i civici 90 e 74, gestito da Francesco Morlando, un camionista originario di Sant' Antimo (Na) che nel 2006 balzò alle cronache per aver ucciso a coltellate la moglie, Alba Gueroni, che voleva separarsi da lui.

 

I PUSHER Seduti sul ciglio della strada, vicino alle sedie e ai tavolini di plastica sistemati sotto un gazebo di fortuna davanti all'Apetta che offre musica e birra, ci sono Zakaria Haouam, nato a Conegliano (Tv), originario del Marocco, 22 anni, pregiudicato con l'obbligo di firma, e Mohamed Elwakil Elbasiuny Helmy, coetaneo egiziano, anche lui pregiudicato. Il sicario punta il revolver, probabilmente una 357 Magnum, e apre il fuoco, una sventagliata di colpi, uno dietro l'altro, i due scappano, provano a rifugiarsi tra le auto in sosta nel parcheggio ai piedi del grande serpentone popolare del lotto R4, cercano scampo infilandosi nel cortile condominiale del 74, ma cadono a terra.

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Zakaria è stato colpito nella zona inguinale e portato al policlinico Tor Vergata, l'amico a un braccio e alla spalla ed è finito al Casilino. Sul selciato restano le scie di sangue fotografate e repertate poco dopo dai militari del Reparto scientifico intervenuti per i rilievi di rito. La zona viene transennata, i testimoni portati in caserma e ascoltati uno dopo l'altro.

 

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STILE GOMORRA Entrambe le vittime sono vecchie conoscenze per i carabinieri di via Parasacchi per i loro precedenti legati alla droga, due dei tanti pusher reclutati dai signori dello spaccio nella periferia degradata. Una caporalato stile Gomorra. A Tor Bella nessuno sa o ha visto niente. «Sono appena arrivata, non posso prendere la macchina parcheggiata perché hanno recintato il piazzale», dice una donna. In realtà è la compagna di un giovane boss originario del Napoletano.

 

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Qui la Camorra detta legge a distanza, mettendo il suo sigillo ai gruppi che si contendono palazzi, scale, androni, le piazze di spaccio sempre più frazionate. E se lo fa è perché ha stretto accordi con altre mafie e poteri. «Nemmeno me n'ero accorto, ecco perché ci sono i carabinieri», fa spallucce un uomo sulla cinquantina con la tuta da operaio. Se si prova a chiedere a qualcun altro, sgattaiola via veloce. Ma tutt' intorno c'è chi guarda e osserva, annota facce e capta parole indiscrete. Vedette.

 

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LA FAIDA Sull'episodio di ieri, indagano i pm della Dda insieme ai carabinieri del Gruppo Frascati e della stazione locale. A marzo c'era stato un agguato simile sulla stessa strada: da uno scooter, qualcuno aveva sparato quattro colpi indirizzati a Giuseppe Moccia, un nome pesante, una famiglia legata al potente clan di Afragola (Na), appena uscito dal carcere. Il sospetto è che anche dietro al raid di ieri ci sia la regia di gruppi criminali di rango e che la guerra sia solo all'inizio.

 

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All'ombra delle Torri popolari, spadroneggiano, oltre ai Moccia, anche i Lionello. A giugno il prefetto Matteo Piantedosi aveva portato la sua solidarietà a Tiziana Ronzio, attivista di Tor più bella, un'associazione di cittadini che combatte contro il degrado, minacciata dai clan. La vicenda di ieri sarà all'ordine del giorno del comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico di oggi. Dalle opposizioni in Campidoglio è polemica: «Tor Bella è stata abbandonata».

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