napoli islam

FATTI PIU’ ALLAH! - DOCUMENTI FALSI E PROTEZIONE DELLA CAMORRA: NAPOLI È DIVENTATO UNO DEGLI “HUB” DI SMISTAMENTO DEI MIGRANTI IRREGOLARI PIU’ IMPORTANTI DEL MEDITERRANEO - IL BUSINESS VIENE GESTITO DA ALGERINI E PAKISTANI, SU DELEGA DEI CLAN - IL NUOVO FENOMENO: LA CONVERSIONE ALL’ISLAM DI FAMIGLIE CAMPANE CRISTIANE IN CAMBIO DI AIUTI ECONOMICI E PICCOLI LAVORI

ANIS AMRI

Simone Di Meo per “il Giornale”

 

Tutto ruota attorno ai documenti falsi. Patenti, carte d' identità, tessere sanitarie e passaporti venduti, nei vicoletti del centro storico o nei sottoscala della Stazione centrale, laddove gli immigrati si mescolano e si confondono con la criminalità comune e la camorra, a prezzi tutto sommato accessibili: dai 300 ai 500 euro per comprare una nuova identità con cui girare indisturbati.

Gasry Yacine

 

È seguendo la traccia della contraffazione che gli apparati investigativi e i Servizi italiani e stranieri guardano infatti al capoluogo campano come a uno degli «hub» di smistamento dei flussi migratori irregolari più importanti del Mediterraneo.

 

Un business che ora, secondo le note più aggiornate degli 007, gestirebbero in autonomia i gruppi di algerini e pakistani. La criminalità organizzata, che in passato ha operato in prima linea nell' affare, ha deciso di delegare tutto. Troppi rischi, troppa attenzione soprattutto con i «cani sciolti» dell'Isis a spasso.

 

I clan Contini e Mazzarella, quelli storicamente interessati alla falsificazione dei documenti, si fanno pagare una tangente e affidano l'aspetto organizzativo e operativo agli immigrati. Niente più stamperie controllate dalla malavita locale, quindi. Nessuna responsabilità.

ELMAHDI HALILI

 

Per aver messo su un giro del genere, viene espulso il 21 ottobre scorso dall'Italia un 27enne originario di Islamabad che aveva preso casa all'ombra del Vesuvio. E lo stesso reato costa l'incriminazione agli amici dell'attentatore dei mercatini di Natale di Berlino, Anis Amri.

 

Quattro tunisini, residenti tra Napoli, Caserta e Casal di Principe, che avevano fornito al terrorista islamico appoggio e documenti prima della missione di morte in Germania. Akram, Dhiaddine, Mohamed e Rabie Baazoui si occupavano di far arrivare in città i connazionali che volevano espatriare nei paesi del Nord Europa. In cambio di qualche banconota da 100 euro, fornivano loro le carte d'identità e un passaggio oltre il confine francese.

ELMAHDI HALILI

 

Da Napoli voleva invece scappare Gasry Yacine, condannato a 4 anni e 9 mesi, catturato dal Ros dei carabinieri il 15 dicembre scorso, nella stazione ferroviaria di Foggia. Yacine faceva parte del Fis algerino, il Fronte Islamico di Salvezza che predicava la guerra santa per l'indipendenza del Paese nord africano.

 

Guerra Santa di cui scrive, nel primo manuale di propaganda dell'Isis, il giovane Elmahdi Halili, finito in manette il 28 marzo scorso, su richiesta della Procura di Torino. Era in contatto con alcuni ambienti dell'estremismo islamico dell'area vesuviana. Una vasta porzione di territorio dove i servizi di sicurezza riscontrano uno strano fenomeno: la conversione al Corano di famiglie campane cristiane e battezzate in cambio di aiuti economici e piccoli lavori. In quell' area vive anche il ragazzino napoletano di 15 anni che ha deciso di diventare musulmano assumendo il nuovo nome di Karim Abdul.

Othman Jridi

 

Ma è tutta la provincia a preoccupare gli addetti ai lavori. Agli inizi di aprile, il 21enne algerino Othman Jridi arrivato due anni fa su un barcone in Sardegna è stato condannato a due anni e otto mesi per aver imboccato contromano la strada che porta al Santuario di Pompei. Gli inquirenti sospettano che volesse compiere qualche azione dimostrativa, e per questo hanno trasmesso gli atti alla Procura Antiterrorismo di Napoli. Che indaga anche sulla strana «sparizione» della 15enne Rosa Di Domenico. Rapita da un pakistano che l' ha rilasciata dopo nove mesi, ha offerto agli investigatori un racconto del suo allontanamento che è assai poco credibile. In totale, sono state 76 le utenze telefoniche sotto controllo per terrorismo nel 2017.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”