Alessandro Farruggia per ‘il Giorno - la Nazione - il Resto del Carlino’
Finire in pasto agli squali non è un modo di dire per i migranti che affrontano la traversata tra la Libia e l' Europa. Sabato un gommone stracarico di profughi è semiaffondato e la maggior parte del suo carico umano è finito in acqua. La Guardia Costiera libica ha salvato 45 persone, tra cui un bambino e nove donne, e recuperato 31 cadaveri, 18 dei quali donne e 3 bambini. Ma il bilancio potrebbe essere più grave, perché i libici stimano che i dispersi siano una quarantina. Alcuni di loro - come dimostrano i cadaveri recuperati, martoriati di morsi - potrebbero essere stati divorati dagli squali.
«Quando siamo arrivati in zona, al largo di Garabulli - dice il comandante Nasser Al Gammoudi - il gommone era semisommerso per tre quarti e attaccate aveva ancora 44 persone, che abbiamo salvato. Tutto attorno c' erano molti cadaveri e abbiamo notato che fra di essi incrociavano quattro o cinque squali, delle grosse verdesche, una specie molto aggressiva. Quando abbiamo portato a bordo i cadaveri abbiamo notato che alcuni avevano dei morsi, quindi è possibile che fra i dispersi alcuni siano stati divorati. Abbiamo incrociato in zona per 5 ore, ma abbiamo potuto salvare solo una donna, che ci ha attirato con le sue grida».
«I migranti - aggiunge il portavoce della Guardia Costiera libica Abu Ajila Amer Abdelbarri - erano a bordo di due imbarcazioni. La prima, con 110-120 persone, ha subito l' esplosione della camera d' aria, probabilmente ceduta per il sovraccarico, mentre la seconda, che non è naufragata, aveva a bordo 140 persone, tutte salvate e riportate in Libia».
Il bel tempo aiuta le partenze, e il controllo sulla costa non è più ferreo come a fine estate. Tra giovedì e venerdì i libici hanno tratto in salvo altre 660 persone. Le motovedette «Sabratha» e «Rasjadir» della Guardia Costiera, ne hanno recuperate 281, la nave «Ibn Nauf» della Marina ne ha caricate 379. A questo va aggiunto che la nave Acquarius dell' associazione Sos Mediterranée ha segnalato il salvataggio in acque internazionali al largo della Libia di una sovraffollata imbarcazione di legno con 400 disperati a bordo: in tre giorni i migranti salvati sono quindi 1.244. Il numero complessivo degli arrivi al 22 novembre è 114.673 contro i 168.578 dello stesso periodo dello scorso anno.
Il conto delle vittime, pur meno grave rispetto alla strage dell' anno scorso, è sempre pesante. Secondo l' Oim, l' Organizzazione internazionale delle migrazioni, dal primo gennaio al 22 novembre i morti sulla rotta tra la Libia e l' Italia erano già 2.772 a fronte dei 4.171 dello stesso periodo dello scorso anno.
«Dobbiamo sconfiggere i trafficanti e puntare a costruire corridoi umanitari per dare una speranza a questi uomini che fuggono dai loro Paesi», ha detto da Pozzallo il ministro dell' Interno Marco Minniti. Ma sinora l' accento è stato soprattutto sul primo aspetto: accordi con una galassia di gruppi armati libici per bloccare il flusso.