1 – PUGNI A INSEGNANTE DELLE MEDIE SOSPESO UN ALUNNO DI 13 ANNI
Pietro Tosca per www.corriere.it
Invitato a uscire dall’aula perché disturba, uno studente ripetente di 13 anni di seconda media si scaglia contro il professore e con un pugno in faccia lo ferisce al naso. Il fatto è accaduto alla secondaria di primo grado Cameroni di Treviglio (Bergamo) la mattina di giovedì della scorsa settimana.
Vittima, il docente di arte Valentino Fimiani, residente a Cologno Monzese, che da pochi giorni aveva preso servizio nell’istituto della Bassa dopo che negli anni scorsi ha insegnato a Casirate, Verdello e Martinengo. Giovedì in pratica era la prima lezione in cui il docente doveva iniziare a spiegare, ma subito si è trovato a dover gestire quell’alunno che nella scuola è ben conosciuto e molto temuto dagli altri studenti.
Quando il ragazzo ha iniziato a disturbare durante la lezione, il professor Fimiani lo ha richiamato e infine l’ha fatto uscire dalla classe. Pochi minuti e poi è stato richiamato in aula, ma non ha cambiato atteggiamento. Anzi, a un certo momento, di fronte a un nuovo richiamo dell’insegnante, ha iniziato a prendersene gioco cercando di colpirlo con palline di carta.
Quando il docente si è avvicinato dicendogli di uscire, è avvenuto l’impensabile. Il 13enne lo ha aggredito a sberle e calci sferrandogli un pugno in faccia tra gli sguardi terrorizzati dei compagni. Più di una studentessa è scoppiata a piangere mentre il docente si teneva la faccia dolorante.
Colpito sulla montatura degli occhiali, il professore si è trovato il volto graffiato e ha temuto che lo studente gli avesse fratturato anche il naso. Intanto alcuni alunni sono corsi nella classe a fianco per chiedere aiuto a un altro docente. Quando la situazione è tornata alla normalità, il professor Fimiani si è recato al Pronto soccorso dell’ospedale di Treviglio e solo dopo gli esami si è potuto escludere che avesse fratture.
Ieri il docente non era a scuola. Raggiunto nella sua abitazione, ancora scosso, vorrebbe non parlare di quanto accaduto. Si sente nella sua voce l’imbarazzo e tutta la difficoltà di dover gestire una situazione di questo tipo. «Nei miei anni di insegnamento — si limita a dire — non mi era mai successo niente del genere». Riguardo al fatto in sé precisa solo: «Avevo invitato lo studente a uscire nuovamente dalla classe perché quando era rientrato non aveva cambiato atteggiamento. Mi ha lanciato contro delle palline di carta e quando gli ho detto di uscire mi si è praticamente scagliato contro».
Il 13enne non è nuovo a episodi di violenza sui professori. Già lo scorso 17 aprile era stato sospeso perché aveva preso di mira l’insegnante d’inglese durante le ore di recupero. In quel caso il ragazzino aveva perso le staffe perché alcuni compagni gli avevano nascosto lo zaino per fargli uno scherzo. Quando l’insegnante l’aveva richiamato, lui l’aveva spintonata e insultata. Solo l’intervento di un altro docente aveva posto fine all’aggressione. Lo studente era stato sospeso per tre settimane, ma poi non è rientrato a scuola. Bocciato a giugno, a settembre ha iniziato a ripetere la seconda in una sezione diversa.
Come già successo ad aprile, la scuola — che sulla vicenda tiene una linea di massima riservatezza — ha provveduto anche in questo caso a sospendere per tre settimane l’allievo. «Non mi esprimo su fatti che riguardano singoli alunni — dichiara la dirigente scolastica Donatella Finardi —. Non credo che il clamore possa aiutare la scuola a intervenire, semmai rappresenta un ostacolo ulteriore».
L’istituto però dovrà dare delle risposte ai genitori degli studenti. A scuola non si parla d’altro da giorni e oggi pomeriggio sono in programma le assemblee di classe. «All’ordine del giorno c’è l’elezione dei rappresentanti — racconta una mamma della seconda dove è avvenuto il fatto —, ma chiederemo spiegazioni su quanto successo giovedì. Non possiamo nascondere che c’è molta apprensione». «Ci chiediamo — aggiunge un’altra mamma della stessa classe — come si possa proseguire nell’anno scolastico con una situa zione come questa. I nostri figli sono spaventati».
2 – MONTEPULCIANO, BABY GANG CHIEDEVA IL «PIZZO» AI COMPAGNI
Da https://corrierefiorentino.corriere.it
Avvicinavano i compagni dentro e fuori la scuola chiedendo inizialmente piccole cifre in denaro per acquistare cibo e sigarette per poi aumentare le richieste fino ad arrivare a pretendere somme sempre più ingenti addirittura di diverse migliaia di euro. È stata sgominata dai carabinieri, a Montepulciano, una baby gang composta da due diciassettenni bulgari, che, in pochi mesi, è riuscita a far cadere «nella rete» diversi minorenni loro coetanei che alla fine si sono decisi a denunciare i raggiri. La Procura di Siena teme che ci siano altre vittime di questi raggiri, le indagini continuano.
Il modo di operare dei «taglieggiatori» era sempre lo stesso. Una volta avvicinate le «vittime» chiedevano inizialmente piccole somme ma, in breve tempo e in costante crescendo, le pretese divenivano sempre più esose, pressanti e per certi aspetti persecutorie.
Le richieste di denaro venivano avanzate in modo insistente anche tramite l’applicazione Messenger di Facebook, tanto che le vittime, non riuscendo più ad attingere dai propri risparmi, cominciavano a sottrarre denaro in famiglia. C’era stato un momento in cui la prima vittima aveva provato a non soddisfare più le richieste del compagno, ma questi non ammetteva ragioni: doveva dare dei soldi ad altre persone e se ciò non fosse avvenuto, avrebbe “passato dei guai” lui e, di conseguenza, gli stessi guai li avrebbe passati anche la vittima.
Il passaggio del denaro avveniva in luoghi sempre diversi in particolare alle stazioni dei bus e alla consegna dei soldi non c’erano testimoni. Uno dei due baby «taglieggiatori» era già stato segnalato ai carabinieri dagli insegnanti dell’istituto proprio in merito a richieste di denaro avanzate nei confronti di alcuni compagni. Le indagini in quel caso, però, non avevano portato alla scoperta di alcun reato, perché interrogati dai militari i ragazzi, non avevano confermato.
Fino ad una seconda denuncia da parte di un altro minorenne che, accompagnato dal padre, denunciava che il figlio aveva subito un raggiro, essendo stato indotto a elargire in più tranche 4.800 euro ad un altro ragazzo, «rubate» dalla cassaforte del padre. I due giovani al momento sono stati denunciati per truffa.