Testo di Francesco Fredella
Parla il gigolò dei preti. E’ Francesco Mangiacapra, trent’anni di Napoli. Conosce le abitudini sessuali di molti preti che sono diventati negli anni suoi clienti. Ha scritto un dossier di oltre mille pagine che passa ai raggi X la vita piccante dei sacerdoti quando tolgono la tonaca e finiscono di celebrare la messa. «Ho ricevuto molte minacce, ma vado avanti», racconta il gigolò più famoso degli ultimi anni. Grazie al suo dossier sono iniziati i numerosi processi ecclesiastici a carico dei preti da lui segnali. «Adesso nei Seminari, mi dicono alcune fonti interne, sono cambiate le regole», svela il gigolò.
Cos’è questo dossier?
«E’ un documento di oltre 1300 pagine con materiale sconvolgente, foto e conversazioni. Ho rappresentato lo stile di vita di una sessantina di preti italiani che, in modo abituale, avevano una seconda vita. Quindi ho dato alla Chiesa le prove che esiste una falla nel sistema».
A chi hai consegnato il dossier?
«Alla Curia di Napoli, che tramite il Vaticano lo ha mandato a tutti Vescovi competenti».
Ma è vero che dopo il tuo dossier sono cambiate le regole nei Seminari?
«Verissimo. Alcuni seminaristi con i quali sono in contatto e mi raccontano segretamente quello che avviene nel mondo della Chiesa: mi dicono che ci sono ronde notturne per controllare che nessuno esca dalle stanze perché avevo pubblicato sul mio blog la testimonianza di un ex seminarista che assisteva a orge in uno dei seminari più importanti d’Italia».
Quindi andavi anche nei Seminari per i tuoi clienti?
«Sì. E’ successo. Sono entrato su invito di uno studente a fare sesso in una stanza del Seminario».
Come ti ha contattato?
«Tramite un social network di incontri gay».
Ti aveva detto subito di essere un prete?
«Sì. Lo ha ammesso subito. Era un prete».
Dopo la bufera che hai fatto scoppiare, in qualche modo hai tradito il segreto che legava te ai tuoi clienti?
IL DOSSIER SUI PRETI GAY DELL ESCORT FRANCESCO MANGIACAPRA
«Il fine non è quello di rovinare questi preti, ma quello di far loro capire che questa doppia vita non è utile neppure alle persone che credono nella Chiesa. Fondamentalmente avrei guadagnato a mantenere i segreti però non potevo non denunciare questi comportamenti di questi preti».
Perché, allora, non hai denunciato il comportamento dei tuoi clienti alle autorità giudiziarie?
«L’ho denunciato in Curia e i procedimenti giudiziari si sono aperti d’uffcio».
Questi 60 preti erano tuoi clienti?
«Non tutti. In molti casi li ho fatti contattare da mie spie per controllare se le segnalazioni che avevo ricevuto erano veritiere».
Hai ricevuto minacce dopo quel dossier?
«Sì. Una lettera di minacce. Credo che non ho fatto del male a nessuno. Ho riflettuto: il vero timore è che il mio dossier ha scatenato un polverone in una lobby che era intoccabile».
Quanto costavano le tue prestazioni?
«Non ho mai quantificato sui giornali. Ma vi dico che sono soldi che un prete non potrebbe spendere con quello che guadagna».
Cosa ti veniva chiesto?
«Le richieste, da parte dei preti, a volte sono molto più “hot” rispetto a quelle dei laici. Forse perché più vengono represse determinate pulsioni e più vengono fuori. Mi chiedevano di essere umiliati, indumenti intimi particolari. Richieste che, secondo me, non sono da condannare purché non siano tra minorenne e persone che non rappresentano la guida morale per la comunità».
Hai smesso di fare il gigolò?
«No».
E chi si fida ancora di te?
«Alcuni preti ancora mi chiamano perché le loro pulsioni sessuali sono più forti del loro timore».
Hai detto di continuare a fare il gigolò. Ma non hai mai pensato di trovare un altro lavoro?
«Un ragazzo deve fare qualcosa per guadagnarsi da vivere. Il problema non è come io gestisco il mio corpo per guadagna, ma chi spende soldi (forse) non suoi per averlo».
Sei fidanzato?
«No. Single».
Scusa la curiosità: tra i clienti hai mai ricevuto chiamate da suore?
«Non ancora».
francesco mangiacapra francesco mangiacapra