Raffaela Carretta per ‘Io Donna - Corriere della Sera’
‘’La volontà era la sua alleata più potente. tutto era a portata di mano, bastava volerlo», si dice nel romanzo L’amante alchimista. E al di là della distanza siderale dal 1500 in cui si svolge l’azione, guardando l’autrice Sonia Raule, ci si chiede se l’aspirazione alla volontà non sia la cifra migliore per spiegare questa bellissima cinquantenne dalla pelle candida e la vita movimentata. Una vita che sembra impaziente, come tentata di propiziare la sorte seguendo l’impulso.
Bernardino Campello - Copyright Pizzi
“L’amante alchimista” (Piemme, dal 24 aprile in libreria) è firmato da Isabella della Spina, nom de plume di Sonia Raule e Daniela Ceselli, docente di sceneggiatura a Roma. Un avvincente romanzo storico su un periodo italiano massimamente bollente, «che mette al centro la forza femminile, meravigliose donne rinascimentali, da Isabella d’Este a Caterina Sforza».
Tutte abili a destreggiarsi nei rovesci della lotta per il potere: l’amore spesso e solo un alone rovinoso che debilita, sottrae lucidita, porta alla caduta: «A parte Margherida, l’unico personaggio immaginario, erano signore piu attente al comando che ai sentimenti».
A differenza di tante autrici dalla vocazione precoce, Sonia Raule e arrivata tardi alla scrittura. «La mia vita e stata un correre un po’ schizofrenico, magari soffermandomi poco su cio che facevo. Poi, nel 2006, mi sono ammalata, tumore al seno. La malattia ti paralizza: solo la parola scritta asseconda il bisogno di riflettere. Sono stata operata tre volte a Padova, dove vive mia madre. Esteticamente, un risultato drammatico: e stata necessaria una mastectomia».
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Nel ricordo, la citta dell’adolescenza contiene gia, come un’impronta destinata a ripetersi, tutto il resto: l’oscillazione tra le seduzioni dell’avventura e la ricerca della sicurezza. «A Padova pianificavo di scappare dalla finestra: e un posto che non ti accetta se non ci sei nato. Io arrivavo da Milano, a undici anni, seguendo il lavoro di mio padre che commerciava in argento. In piu, i miei erano severissimi, io molto ribelle. A sedici anni, dopo una lite, papa mi tolse la paghetta. Da allora ho giurato a me stessa che non avrei piu chiesto nulla».
Eppure, a contare non e tanto la relazione con i soldi, quanto una specie d’insaziabilita verso la vita, fame di esperienze. «A 16 anni ero apprendista orafa, a 17 presentatrice a Telepadova. E poi, valletta di Baudo a Milano, modella a Londra dove avevo seguito il fidanzato di allora: ma per farlo la sera devi andare a letto presto. E io volevo divertirmi».
A segnare un punto fermo e l’ingresso nella famiglia reale italiana con Bernardino Campello, di nobile famiglia, figlio di Maria Sole Agnelli, sorella dell’Avvocato. «Eravamo innamoratissimi, dopo qualche mese ci siamo sposati a Las Vegas. Ho scoperto di essere incinta di mio figlio Tancredi un mese prima delle nozze, nel 1987: io con un fantastico abito regalo del cugino Egon von Furstenberg».
BERNARDINO CAMPELLO CON LA MADRE MARIA SOLE AGNELLI
Dare del tu a Gianni Agnelli, occuparsi di eventi culturali per il Festival di Spoleto con la fondazione Fonti del Clitunno, proprieta di famiglia. E nello stesso tempo, l’insofferenza di sentirsi in gabbia. Stare dentro la cornice ma sognare di essere altrove.
«A 20 anni dovevo adattarmi a una famiglia molto certa della propria identita, molto formale. Sonia, i superlativi non si usano mai! Si raccomandava Maria Sole, amica dell’Infanta di Spagna e come lei prona all’etichetta. E poi, la mania del risparmio. In casa c’erano i lucchetti al telefono, le targhe d’ottone: ‘’L’energia costa, spegnere le luci’’. Sette anni dopo eravamo separati».
Il pendolo oscilla ancora. E ancora si ferma, quattro anni dopo, incontrando Franco Tato: allora a capo di Enel (prima in Mondadori e Fininvest), gran fama di tagliatore di teste, trent’anni in piu.
Una relazione illuminata da un faro perennemente acceso: «La nostra unione ha creato invidie terribili, a Franco hanno raccontato calunnie tremende...». Una relazione molto commentata: «Forse per la differenza d’eta. E perche non si concepisce che la moglie di un potente abbia il suo spazio. Avevo gia ideato e condotto Art’e per la Rai: eppure quando Vittorio Cecchi Gori mi nomino direttore dei programmi di Tmc, L’Espresso mi mise addirittura in copertina come Donna di picche».
Oggi i Tato vivono a Milano con la figlia quindicenne Carolina, in una casa magnifica e rarefatta che ospita la collezione di Arte Cinetica e Programmata curata da Sonia.
L’ultima fuga, quella da Roma, si puo leggere come l’indomito colpo di reni che inaugura una vita nuova: «E una citta profondamente degradata dalla politica. Franco e stato cacciato dalla Treccani che pure aveva risanato! E tutto per far posto all’ex ministro Massimo Bray».
Dopo vent’anni insieme a suo marito oggi che rapporto e? «Sereno e molto dialettico, discutiamo animatamente». Facendo un bilancio, lui che cosa le ha dato? «Una grandissima sicurezza». E lei? «Una seconda vita».