attentati aeroporto bruxelles

L’ISIS A BAGDAD COME A PARIGI E BRUXELLES È RICORSO ALLA STESSA TATTICA: HA INFILTRATO CELLULE CON COMPITI FUTURI, HA SPEDITO UOMINI SCELTI PER METTERE INSIEME DEI TEAM E FONDARE LE BASI - IL CALIFFATO SI È AFFIDATO AGLI OPERATIVI, I FACILITATORI: ALCUNI BRAVI NEL FALSIFICARE I DOCUMENTI, ALTRI ABILI NEL CONFEZIONARE ORDIGNI

BRUXELLES ATTENTATI TERRORISTI BIGBRUXELLES ATTENTATI TERRORISTI BIG

Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

Dopo la strage del Bataclan, il 13 novembre 2015, il jihadista francese Fabien Clain si è fatto vivo dal Califfato per annunciare nuova morte. «Questo attacco è l’inizio della tempesta». Sapeva quello che diceva.

 

uomo col cappello attentati a bruxellesuomo col cappello attentati a bruxellesattentati bruxelles 7attentati bruxelles 7

Raro che i militanti di peso parlino a vanvera. E Clain, che appartiene alla lotta armata fin dagli anni Novanta del secolo scorso, era ben informato essendosi unito all’Isis. Con lui il fratello Jean Michel. Possibile che i due collaborino alla struttura delle operazioni esterne dello Stato Islamico, quella che dirige o ispira gli attacchi in Occidente.

 

Al vertice una catena di comando composta da una decina di «ufficiali» e ideologi, mediorientali ma anche europei, per rendere più facile reclutamento e gestione. A gettare le basi Abu Ali al Anbari, che ha modellato l’organizzazione seguendo — solo in parte — quella di un servizio segreto chiamato ad operare in profondità.

 

Poi un tunisino, quindi il francese Salim Benghalem, sospettato di aver suggerito la prima vera azione Isis in Europa, quella contro il museo ebraico di Bruxelles, nel maggio 2014. O il franco-tunisino Boubaker al Hakim, uno della vecchia guardia, che ha consigliato di lasciar perdere i simboli e concentrarsi sulla nozione di « tawahhush », atti barbari da compiere colpendo alla cieca per seminare la paura.

attentati 9attentati 9

 

E lo ha detto pensando alla Francia. Ancora: un anglo-pachistano responsabile della brigata al Awlaki, studiata appositamente per intervenire in Gran Bretagna. E poi quelli che non sappiamo. Alcuni referenti sono stati uccisi — gli americani sostengono almeno sei — vuoti riempiti rapidamente con i rimpiazzi di una campagna di lungo termine, iniziata secondo l’intelligence statunitense nel 2013, ben prima del Califfato, affidandosi a singoli individui. Degli esploratori che hanno aperto un sentiero, testando misure di sicurezza ed esplosivi, possibilità di acquisire materiale civile per le bombe.

 

ferito attentato di bruxellesferito attentato di bruxelles

È interessante un aspetto: l’Isis a Bagdad come a Parigi è ricorso alla stessa tattica. Ha infiltrato cellule con compiti futuri, ha spedito uomini scelti per mettere insieme dei team e fondare le basi. Sempre in modo fluido e agile, il Califfato si è affidato agli operativi, i facilitatori. Il secondo livello. Alcuni bravi nel falsificare i documenti, altri abili nel confezionare ordigni ma anche a coordinare le mosse.

 

Abdelamid Abaaoud era uno di loro, e lo era anche Samir Bouzid, ucciso pochi giorni fa in Belgio. Un profilo nel quale troviamo i latitanti Najim Laachraoui e Mohamed Abrini.

falso video attentato a bruxellesfalso video attentato a bruxelles

Del primo sono state recuperate le impronte sui resti di una fascia da kamikaze scoperta in un covo, inoltre era in contatto con gli assassini di Parigi. È un veterano della Siria. Abrini, detto «Brioche» per il suo vecchio lavoro in una panetteria, è un criminale comune passato all’islamismo, probabilmente seguendo le orme del fratello Soleimane, morto al fronte. Entrambi sono nella lista dei sospettati.

 

attentato a mosca non a bruxellesattentato a mosca non a bruxelles

I «capitani» dell’Isis, una volta raggiunta la zona d’operazione, hanno iniziato la «pesca» puntando su complici preparati. Sono un centinaio coloro che sono rientrati dalle terre del Califfo. Oppure hanno ingaggiato aspiranti combattenti che avevano dalla loro due vantaggi: passaporto europeo e amicizie di quartiere che sono diventate in qualche caso la logistica.

 

Mix perfetto di realtà locale che si innesta su quella globale. E purtroppo funziona perché confonde le idee alla polizia, la costringe ad allungare le linee. Ed è questo il terzo livello, infinito in quanto può trovare adepti nei quartieri difficili, nelle prigioni, nei campi profughi usati come schermo. Da qui la complessità di comprendere quanto sia ampio un network.

C’è sempre il timore dei «fantasmi», personaggi non noti, nuclei segreti costruiti in parallelo.

attentato alla metro di maelbeek bruxelles  3attentato alla metro di maelbeek bruxelles 3

 

Se guardate con attenzione, dopo ogni retata è rimasto sempre fuori qualcuno che ha ereditato il testimone garantendo così continuità. Il meccanismo permette al Califfo di avere la direzione strategica mentre concede autonomia agli uomini in Europa su quando attivare il detonatore. Lo determinano il momento, l’opportunità, la necessità di rilanciare il messaggio.

 

attentato alla metro di maelbeek bruxelles  1attentato alla metro di maelbeek bruxelles 1ATTENTATI  A BRUXELLESATTENTATI A BRUXELLES

È un modus operandi facile, in alcuni casi agevolato dal mimetismo e dalle comunicazioni protette. L’Isis c’è arrivato per fasi. La strage al museo ebraico è stata condotta da uno solo, poi tentativi sempre affidati al lupo solitario o a pochi, infine la grande offensiva coordinata in grado di superare lo scudo anche quando c’era l’allarme. Killer così sicuri di loro stessi da entrare insieme nell’aeroporto di Bruxelles per scatenare la tempesta.

 

 

Ultimi Dagoreport

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

“QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…