marco drago

ITALIANI IN PARADISO (FISCALE) - TRA I PEZZI DA NOVANTA DE’ NOANTRI CON I CONTI OFFSHORE C’E’ ANCHE MARCO DRAGO, PRESIDENTE DEL CDA DI DE AGOSTINI – E POI NOBILI, SACERDOTI, COMMISSARI GIUDIZIARI E COMMERCIANTI – I “LEGIONARI DI CRISTO” PRECISANO: “LE SOCIETA’ A CUI FANNO RIFERIMENTO I PARADISE PAPERS RISALGONO AGLI ANNI DI PADRE MACIEL”

1 - PARADISE PAPERS: L'ESPRESSO, 'LISTA SEGRETA' DEGLI ITALIANI

marco drago

 (ANSA) - Imprenditori, manager di grandi aziende, ricchi uomini d'affari. Avvocati e consulenti fiscali, che potrebbero agire in proprio oppure come fiduciari per conto di clienti che non vogliono comparire. Ma anche nobili, possidenti, sacerdoti, commissari giudiziari. E perfino piccoli artigiani o commercianti. Sono i primi nomi degli italiani nei Paradise Papers, i documenti riservati dei paradisi fiscali, pubblicati da L'Espresso nella versione online.

 

Sono soggetti registrati dallo studio Appleby - al centro della grande fuga di notizie ottenute dal consorzio giornalistico Icij - come azionisti o dirigenti di società offshore. In alcuni casi nei documenti delle Bermuda o di altri paradisi fiscali c'è solo un nome e un generico riferimento alla cittadinanza: Italy. Il settimanale pubblica l'elenco 'segreto' solo con i nomi delle persone che ha potuto 'identificare con certezza, confrontando i dati registrati da Appleby con le visure societarie italiane'.

APPLEBY - PARADISE PAPERS

 

Ma promette che la lista, nelle prossime settimane, 'si arricchirà di altri nomi', che al momento sta verificando. L'elenco è diviso per nome e cognome, città di provenienza, incarico, società e nazione in cui sono detenuti i conti offshore: dall'Isola di Man a Bermuda, da Jersey alle Cayman.

 

Fra i 'big' presenti nella lista Andrea Bonomi, presidente di Investindustrial; la famiglia Crociani (Camilla, Cristiana, Edoarda) della galassia Vitrociset; Marco Drago, presidente del Cda di De Agostini, controllata dalla 'sua' B&D Holding; Carlo Grosso e Federico Ceretti, finiti con la loro Fim dallo scandalo Madoff; numerosi Padulli, dal conte Luca Rinaldo Contardo azionista di Moleskine, a Eugenia Isabella e Luigi di Reale Compagnia Italiana, fino a Maria Maddalena e Maria Vittoria attive nel comparto finanziario. C'e' anche Umberto Silvestri, ex presidente di Telecom negli anni '90 pre-privatizzazione.

 

2 - PARADISE PAPERS: LEGIONARI CRISTO, NON ABBIAMO NULLA OFFSHORE

MARCIAL MACIEL

(ANSA) - In questo momento la "Legione di Cristo non possiede società offshore né possiede risorse in società offshore. Le società, alle Bermuda, Panama, Jersey e Virgin Islands, a cui articoli giornalistici fanno riferimento, sono state create ai tempi in cui padre Marcial Maciel è stato direttore generale e poi sono state chiuse". E' quanto afferma una nota dei Legionari di Cristo, replicando a notizie in merito alle società offshore. Padre Maciel, fondatore della congregazione, al centro di un lungo processo, portato a termine per iniziativa di Ratzinger, con accuse di aver avuto figli da più donne, molestato seminaristi, aver fatto fatto uso di droga.

 

I Legionari spiegano che "le società offshore che hanno avuto qualche relazione con la Congregazione o con i suoi membri, sono state gestite nel rispetto della legalità e non sono state società di comodo usate per attività illecite".

 

maciel - wojtyla

L'accusa secondo cui "oltre 300 milioni di dollari ogni anno sono stati canalizzati attraverso International Volunteer Services è falsa. Tale società non ha mai avuto fondi economici. La società offshore Oak Management Ltd che gestiva la raccolta di quote per le accademie internazionali è stata chiusa.

 

Le istituzioni, opere o attività promosse dalla Legione hanno, oggi, società che consentono di operare nel rispetto della legge vigente in quei paesi in cui svolgono la missione pastorale", prosegue la nota. Le opere educative che hanno relazioni con la Congregazione "agiscono con trasparenza, sono sottoposte ad audit e rispettano le disposizioni legali e fiscali dei rispettivi paesi. Non hanno relazioni né fanno operazioni con società offshore".

INCHIESTA PARADISE PAPERS

 

La Legione di Cristo è nata in Messico e si è "sviluppata in modo tale che la sua attività si estende in oltre venti paesi. Nel corso di questi anni, c'è stata solidarietà tra alcuni luoghi e altri per favorire lo sviluppo della missione. Negli anni '90, c'è stata una forte crescita dei centri educativi. A partire dall'anno 2000, gli investimenti sono stati fatti ricorrendo, in alcuni casi, a finanziamenti bancari".

 

INCHIESTA PARADISE PAPERS

Dopo la visita apostolica, disposta da Benedetto XVI, a seguito della vicenda di padre Maciel, il governo della congregazione è stato affidato al Delegato pontificio, card. Velasio De Paolis. Durante quel periodo, dal 2010 al 2014, si è costituita la Commissione per lo studio e la revisione della situazione economica della Congregazione. La relazione dalla Commissione (presentata nel 2014) ha sottolineato che "non sono state trovate malversazioni di denaro o altre irregolarità nella revisione contabile annuale", spiegando che "il primo aspetto urgente di cui occuparsi" era la "riduzione del debito bancario, risultato di diversi fattori: l'espansione troppo rapida delle opere della Congregazione, la crisi immobiliare mondiale e la riduzione delle donazioni.

INCHIESTA PARADISE PAPERS

 

In alcuni paesi il debito ammonta a una somma elevata, però è ancora gestibile con le entrate e i beni della Congregazione". D'altra parte, la Commissione ha segnalato la "necessità, e questo sarà compito del prossimo governo generale, di aggiustare e semplificare la struttura amministrativa per incoraggiare la responsabilità dei superiori territoriali, dei superiori locali, di entrambi i rami di membri consacrati del Regnum Christi e dei direttori delle opere di apostolato.

 

Il Capitolo generale, come autorità suprema della Congregazione, ha avuto a sua disposizione anche l'ampia e dettagliata documentazione preparata dall'amministratore generale e le relazioni degli audit interni ed esterni delle operazioni finanziarie della Congregazione in tutto il mondo", conclude la nota.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…