IL JORDAN BELFORT DE’ NOANTRI - IL KILLER DELL’EUR AVEVA PRESO LA DROGA DI WALL STREET: QUAALUDE, ANTIDEPRESSIVO MA ALLUCINOGENO - IL SINDACATO DIFENDE I POLIZIOTTI
Fulvio Fiano per “Il Corriere della Sera”
Nel gergo dei tossici anni 70 era «la pillola della felicità». Le quantità industriali che ne assume il Jordan Belfort con le fattezze di Leonardo DiCaprio le hanno dato lustro recente come la «droga di Wall Street». Fuori dal linguaggio dei consumatori, il metaqualone o quaalude è un potente farmaco antidepressivo con effetti allucinogeni. Gli stessi che avrebbero guidato la mano del 35enne romano Federico Leonelli quando domenica mattina ha decapitato la 38enne colf ucraina nella villa all’Eur che lo ospitava.
federico leonelli uccide e decapita la colf nella villa dell eur (foto lapresse) 9
Il killer, poi ucciso dalla polizia, era un paziente psichiatrico fuori controllo. Abusava dei medicinali che gli erano stati prescritti, rifiutava le preoccupate raccomandazioni del suo medico, sfuggiva ai tentativi della famiglia di farlo curare forzosamente. Saranno gli esami tossicologici, nei prossimi giorni, a determinare quanta di questa sostanza avesse in corpo Leonelli (ed abbinata a cos’altro). I prelievi necessari sono stati effettuati ieri nel corso dell’autopsia svolta all’istituto di medicina legale a Tor Vergata. Su richiesta dell’avvocato della sorella Laura, Pina Tenga, ad affiancare i periti ci sono anche due consulenti di parte, tra cui un esperto di balistica.
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I primi risultati dicono che il 35enne è stato raggiunto frontalmente da due proiettili, uno al cuore, un altro poco sotto la spalla sinistra. La traiettoria d’ingresso sembra dall’alto verso il basso e questo si spiegherebbe con la posizione sopraelevata dei due agenti, sui quattro presenti, che hanno fatto fuoco. Scendevano dagli scalini che dal giardino portano verso la piazzetta della villa, dove Leonelli provava a raggiungere la sua auto qui parcheggiata con la parte posteriore verso l’uscita in lieve discesa.
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Dal punto di vista giuridico, la posizione dei poliziotti è invece ancora sospesa in attesa di ulteriori accertamenti. Le telecamere di sorveglianza dovrebbero aver ripreso tutte le «esterne» di questo film dell’orrore. Sia l’aggressione di Leonelli alla donna, prima che la trascinasse nel seminterrato per farla a pezzi, sia il suo breve confronto con la polizia dopo esserne uscito armato di coltello e insanguinato, il volto coperto da occhialoni e maschera filtro.
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«L’iscrizione degli agenti tra gli indagati è scontata — dice il segretario del Sindacato autonomo di polizia, Gianni Tonelli — anche in un caso come questo di palese autodifesa. Ne seguirà in automatico l’apertura di una azione disciplinare e non importa se poi tutto verrà archiviato. Al trauma dell’uccisione si aggiungerà il peso psicologico di un’inchiesta. La legge andrebbe cambiata con le “garanzie funzionali” presenti ad esempio nell’ordinamento francese, che non vogliono dire impunità per i poliziotti, ma tutele per il loro lavoro».
Più complessi gli esami su Oksana Martseniuk, previsti per oggi: «Non ho mai visto una cosa del genere — commenta il capo dell’equipe, Giovanni Arcudi, dopo l’esame esterno del cadavere —. Sono rimasto impressionato dallo strazio subito dalla donna. Un’atrocità che sorprende anche chi, come me, ha fatto molte autopsie di vittime di armi bianche». Dirimente sarà capire quando è morta la 38enne. Se nel tentativo di difendersi o se per quel lungo taglio alla gola e la decapitazione.
La colf era rientrata da tre giorni nella villa. La presenza di quell’uomo, che grazie all’ospitalità di un collega si era isolato fisicamente e mentalmente dal mondo, l’aveva subito inquietata. Sono due gli sms inviati a breve distanza uno dall’altro al proprietario e suo datore di lavoro, Giovanni Ciallella, la sera prima di essere uccisa. «Li ho visti solo il giorno dopo e non ho fatto in tempo a rispondere», ha detto il dirigente d’azienda agli inquirenti.
dicaprio in wolf of wall street
L’uomo ha poi raccontato di quella ossessione mistico/militaresca di Leonelli, che due volte aveva provato ad entrare in Israele per combattere contro i palestinesi. Il visto gli era stato negato. L’arrivo della donna nel rifugio che si era creato potrebbe aver infiammato il suo allucinato delirio.