Tommaso Fregatti e Matteo Indice per “la Stampa”
Il voto a cinque viadotti presenti in Liguria, Abruzzo e Puglia era sempre altissimo, anche se la realtà raccontava una storia differente, con cadute di calcinacci e tracce di degrado. E i dati, è il sospetto della Procura di Genova, potrebbero essere stati truccati in primis per evitare contraccolpi commerciali, tra i quali lo stop al transito dei trasporti eccezionali.
C' è soprattutto questo alla base della nuova inchiesta che ha fatto scattare dodici avvisi di garanzia, con accusa di falso, a carico d' un dirigente di Autostrade per l' Italia e di 11 fra manager e tecnici di Spea Engineeering, società controllata da Aspi e delegata alle manutenzioni .
reperto 132 dell'indagine sul crollo del ponte morandi di genova
Per nessuno dei ponti è stato profilato al momento il sequestro o la chiusura, e Autostrade ribadisce che non ci sono pericoli per la sicurezza degli utenti. E però tutti sono stati sottoposti a recenti e sostanziosi interventi di ripristino, i pubblici ministeri non escludono di chiedere comunque perizie per testarne la stabilità in futuro ed è oggettivamente impossibile stabilire oggi se, negli ultimi anni, ci siano stati momenti nei quali hanno rischiato cedimenti.
L'ipotesi dei pm genovesi, che hanno aperto un filone autonomo dall' indagine sulla strage del Morandi (43 vittime nel crollo del 14 agosto scorso), è netta: a partire dal 2000, sostiene l' accusa, l' esito dei monitoraggi su alcune infrastrutture della rete autostradale italiana è stato dolosamente e sistematicamente sovrastimato in positivo. In altri frangenti, fronte da approfondire nelle prossime settimane, potrebbero invece essere stati certificati come eseguiti controlli in realtà avvenuti solo sulla carta.
I manufatti sotto indagine sono distribuiti fra il tronco ligure, quello di Pescara e quello di Bari, e ieri i finanzieri del Primo gruppo agli ordini dei colonnelli Ivan Bixio e Giampaolo Lo Turco hanno compiuto una serie di perquisizioni in più regioni. Sotto la lente ci sono il viadotto Sei Luci, breve segmento nella parte terminale dell' A7 verso Genova, a ridosso del Morandi; il Pecetti sull' A26 Genova-Gravellona Toce nel comune di Mele (Genova); il Gargassa, sempre sull' A26 ma a Rossiglione (Genova); il Moro, sull' A14 Bologna-Taranto a Ortona (Chieti); il Paolillo, piccolo ponte che sovrasta l' omonimo torrente, sull' A16 Napoli-Canosa a Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trapani).
Tutti erano già finiti nel mirino: sul Sei Luci sono stati eseguiti lavori di consolidamento tra il 23 e il 27 dicembre, sul Pecetti si era intervenuti in precedenza, dopo il distacco di detriti. Il Moro e il Paolillo erano stati ispezionati da una commissione incaricata dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. E il pool, dopo le ricognizioni di novembre, aveva raccomandato lo stop parziale al traffico sul primo e il blocco del secondo. Una nota diffusa ieri pomeriggio da Autostrade per l' Italia sottolinea come anche, e specificamente, su questi due allo stato non vi siano pericoli, mentre Spea rimarca la bontà del suo operato.
L' unico dipendente Aspi indagato nel nuovo filone è finora Gianni Marrone. È il direttore del tronco pugliese, già condannato in primo grado a 5 anni (omicidio colposo plurimo) per i 40 morti sul bus precipitato da un viadotto insicuro, l' Acqualonga, a Monteforte Irpino nel 2013. Per Spea l' addebito di falso viene mosso a Massimiliano Giacobbi, Alessandro Costa, Andrea Indovino, Lucio Ferretti Torricelli, Marco Vezil, Antonino Valenti, Maurizio Ceneri, Gaetano Di Mundo e Francesco Paolo D' Antona: hanno ricoperto o ricoprono ruoli di responsabilità in materia di collaudi e verifica della compatibilità dei trasporti eccezionali alla rete, e sono stati impegnati appunto fra Liguria, Abruzzo e Puglia.
IL MONCONE CROLLATO DEL PONTE MORANDI
Indagato pure il consulente Angelo Salcuni, della società Alhambra.
Decisive per lo sviluppo degli accertamenti le dichiarazioni di alcuni colleghi degli inquisiti, rese nel fascicolo sul disastro del 14 agosto: hanno ribadito come Maurizio Ceneri pianificasse o ritoccasse «a tavolino» l' esito dei report, e in generale come spesso le risultanze dei test fossero addomesticate.
Alcuni sospettati hanno per lungo tempo fatto parte del team che si è curato di prevenzione rischi sul Morandi e sulla vicenda ieri è intervenuto il deputato Pd ed ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, che con un' interrogazione urgente chiede a Toninelli «se sia a conoscenza di altre criticità». Replica del ministro: «Ho già fatto ispezionare le opere al centro dell' indagine, ribadisco che le concessioni in passato erano troppo sbilanciate, ma finalmente faremo in modo che i controlli siano reali».