“MASCHICIDIO, QUEL RAMO INVISIBILE DELLE VIOLENZE” - IL SAGGIO DI BARBARA BENEDETTELLI: ANCORA OGGI SI FATICA A VEDERE LE DONNE COME CARNEFICI - EPISODI DI CRONACA, RIFLESSIONI PSICO-SOCIOLOGICHE, ANALISI STORICHE E POLITICHE PER SFATARE IL MITO DELLA DONNA-VITTIMA
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
Una voce decisamente fuori dal coro. Una provocazione, come la definisce la scrittrice e psicologa Maria Rita Parsi nella sua prefazione. Parliamo di 50 sfumature di violenza (Cairo editore, in libreria da domani), il nuovo libro di Barbara Benedettelli, saggista e opinionista che torna su un argomento a lei caro da sempre, il «maschicidio».
L'autrice ne fa una questione di pari dignità e diritti per le vittime, che siano di sesso maschile o femminile, e parte dall' assunto che sia «necessario un excursus storico sulla nascita, sul significato e sull' uso politico di una parola tutt' ora controversa (femminicidio, ndr ). Una parola che rappresenta un ramo dello stesso albero del male: la violenza domestica».
Di quella violenza, spiega la scrittrice, il «maschicidio» è il «ramo invisibile» e ha come suo opposto «il mito della donna vittima». Il libro è un insieme di dati, di racconti di cronaca, di riflessioni psico-sociologiche, di analisi storiche e politiche sull' evoluzione dei diritti delle donne e di passaggi fondamentali della politica sulle questioni che riguardano la parità di genere. La chiave di lettura è la considerazione che gli uomini meriterebbero in quanto vittime.
COPERTINA DEL LIBRO DI BARBARA BENEDETTELLI
«Oggi ci sono donne a capo dei governi, tra gli amministratori delegati, i militari, i leader politici, i camionisti, gli astronauti, gli ingegneri - scrive -. Ma non riusciamo a vederle nella veste di carnefici. Di persone in grado di maltrattare, di demolire fisicamente o psicologicamente, anche loro, gli uomini che dicono di amare».
Attraverso un’intervista alla presidente di un Centro milanese che si occupa di persone maltrattate, la saggista racconta degli uomini che subiscono violenze dalle donne e svela i meccanismi che inducono i maltrattati a rimanere nel silenzio. Per esempio quel «forte senso di vergogna a causa dello stereotipo dell' uomo forte».
Dopo la narrazione di una lunga carrellata di casi in cui la cronaca si è occupata di donne crudeli, Barbara Benedettelli introduce l' argomento della «giustificazione» collettiva quando nei rapporti affettivi i maltrattati sono gli uomini. La violenza, sostiene, «è in qualche forma legittimata, non suscita indignazione (...)
Perché, si sa, la donna anche quando fa male è comunque più vittima dell' uomo». La certezza della pena è un altro dei temi sui quali la scrittrice insiste: da contrastare, dice, «quella generale incertezza della pena che svaluta la vita attraverso patteggiamenti, sconti, attenuanti e via dicendo, che rendono il sistema penale una fiera. Non si patteggia quando è stata annientata un'esistenza umana».