“ROBERTO MARONI HA PERSEGUITO IL SUO INTERESSE PERSONALE” - ECCO LE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA DELL’EX GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA CHE FECE OTTENERE ALLA SUA COLLABORATRICE, MARA CARLUCCIO, UN INCARICO NELLA SOCIETA’ REGIONALE EUPOLIS - PER I GIUDICI, E’ DIMOSTRATA LA RELAZIONE DI MARONI CON MARIA GRAZIA PATURZO
Emilio Randacio per www.lastampa.it
L’ex governatore lombardo, Roberto Maroni ha perseguito il suo «interesse personale» nel far sì che venisse affidato un incarico alla sua allora collaboratrice Mara Carluccio nella società regionale Eupolis. «Ritiene il collegio che con riferimento agli imputati Maroni, Ciriello (ex capo della segreteria del Governatore, condannato a un anno, ndr) e Gibelli (ex segretario generale della Regione, condannato a 10 mesi e 20 giorni, ndr), «non sussistano i presupposti per la concessione delle attenuanti generiche, non essendo emerse né prospettate circostanze concrete valutabili a tali fini, e che le stesse siano concedibili alla Carluccio (condannata a sei mesi, ndr) con giudizio di equivalenza sulla contestata aggravante, non avendo la stessa qualifica di pubblico ufficiale, asservita dai coimputati all’interesse personale perseguito da Maroni».
Maroni tre mesi fa è stato condannato per turbata libertà del contraente per l’affidamento di un incarico in Expo alla ex collaboratrice Mara Carluccio, a un anno. Assolto «perché il fatto non sussiste» invece dal reato di induzione indebita per avere esercitato pressioni illecite finalizzate a far partecipare a una missione a Tokyo un’altra sua ex collaboratrice, Mariagrazia Paturzo, alla quale, secondo l’accusa, Maroni sarebbe stata legato da una «relazione affettiva».
Dalle risultanze processuali, è emerso che Maroni avrebbe esercitato pressioni per ottenere un soggiorno a Tokio a carico di Expo, della collaboratrice Maria Grazia Paturzo. Dai «numerosi messaggi intercettati tra Paturzo e Maroni costituiscono prova diretta dell’esistenza di una relazione non solo professionale». Un rapporto negato dagli interessati, e dai testimoni, Isabella Votino (portavoce di Maroni) e Cristina Rossello (avvocato e oggi parlamentare di Forza Italia). I giudici hanno ordinato alla procura di indagare Paturzo, Votino e Rossello, per falsa testimonianza.