Massimo Malpica per “il Giornale”
Quella dei Tullianos è la storia di una famiglia unita. Così tanto unita che esserlo di più è difficile anche solo da immaginare. Colpisce, per esempio, il modo in cui gli uomini di Elisabetta si ritrovino rapidamente a far parte - o a fare i conti - anche con la di lei famiglia. Tutti Tullianos d' adozione, almeno fino al prossimo giro, e tutti a collaborare alle fortune imprenditoriali della family.
Il primo è stato Luciano Gaucci, fidanzato con la giovane Elisabetta dal 1997 al 2004, dopo che lei era entrata in casa come fiamma del figlio di Lucianone, salvo poi cambiare partner. E Gaucci, dopo la fine della relazione, non le ha certo mandate a dire. Lamentandosi dei beni, mobili e immobili - case, automobili, terreni e gioielli - finiti nel tesoro dei Tulliani anche se solo «prestati» per motivi fiscali. C'era persino una schedina vincente del Superenalotto che Gaucci e i suoi ex parenti acquisiti si litigavano.
Di certo l' ex presidente del Perugia era stato generoso. Assumendo Elisabetta e il fratellino Giancarlo come dirigenti per le sue tante squadre di calcio. E, come raccontava lui stesso, «ho comprato la Porsche a Giancarlo, la Bmw al padre Sergio. Ho regalato loro terreni fuori Roma, a Capranica-Prenestina, Viterbo e Rieti. L' attico in via Sardegna e le case a Boccea dove Elisabetta vive con i genitori e il compagno».
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Il compagno, cioè Gianfranco Fini. Che arriva e trova una famiglia certamente beneficata dal vulcanico Lucianone. Pazienza se l' ex finisce in Repubblica Dominicana spinto dai guai giudiziari: il vecchio va giù dal balcone come una lavatrice rotta a capodanno, il nuovo prestigioso compagno di Eli invece posa per una foto da famiglia reale con tutti i Tullianos in alta uniforme per il battesimo di Martina, una delle due bimbe nate dalla relazione con l' ex presidente della Camera.
gianfranco fini elisabetta tulliani
Fini si trasferisce nel quartier generale di famiglia, e difende Elisabetta, il cognato e tutti i suoi acquisiti quando scoppia lo scandalo della casa di Montecarlo. Ci va di mezzo lui, visto che come è noto quell'appartamento era di proprietà di An, dopo la donazione al partito «per la buona battaglia» della contessa Colleoni, militante missina e ammiratrice di Gianfranco. Come è finito il giovin Tulliani in quell'appartamento senza che Fini lo sappia?
Gianfry fa lo gnorri, e sposa acriticamente la posizione di famiglia: negare tutto. Una panzana clamorosa, smentita dall'inchiesta del Giornale e - anni dopo - dall'indagine sul gruppo di Corallo che rivela il castello di bugie costruito dai Tullianos e narrato da Fini intorno a quella storia.
GIANFRANCO FINI ED ELISABETTA TULLIANI
Si scopre anche che non solo l'appartamento nel Principato venne dato via a un prezzo irrisorio, ma che quei soldi non vennero nemmeno tirati fuori da Giancarlo, Sergio o Elisabetta. A pagare secondo la magistratura è stato Corallo. E l'uomo delle slot, storicamente vicino ad An, avrebbe anche foraggiato i conti correnti dei Tullianos con altri bonifici.
Tutto mentre Fini andava in tv a negare l'evidenza e, derubricato a traditore della causa dalla comunità della destra italiana, si avviava a un rapidissimo tramonto, scomparendo dall'orizzonte della politica. «Un coglione», ha detto di sé l'ex terza carica dello Stato di fronte alla prova che la procura a vendere il quartierino a Montecarlo era firmata da Elisabetta. All'oblio si è aggiunta l'ingiuria. E ora l'iscrizione nel registro degli indagati. Concorso per riciclaggio. L'ultimo legame, il più beffardo, del Fini sedotto ma non edotto con i suoi Tullianos.