IL MALAFFARE NON VA IN PENSIONE - INPS, INDAGATI I VERTICI: LA PROCURA DI NOCERA INFERIORE SCOPERCHIA UN PENTOLONE DI (PRESUNTE) TRUFFE. PREMI DI PRODUZIONE GONFIATI E ASSEGNI EROGATI A CHI NON NE AVEVA DIRITTO. NEI GUAI ANCHE IL DG CIOFFI
Giacomo Amadori per “Libero Quotidiano”
Le indagini sull' Inps, un colosso con circa 30 mila dipendenti, stanno scoperchiando un sistema di malaffare quasi schizofrenico. Che ha portato all' iscrizione sul registro degli indagati di almeno sei tra i più importanti dirigenti dell' istituto e di un paio di ex.
Secondo gli inquirenti campani che hanno aperto questo vaso di Pandora tra dirigenti e funzionari c' è chi incassa premi di produzione gonfiando i risultati delle ispezioni, ovvero certificando di aver scoperto molte più truffe di quelle reali, mentre nell' ufficio accanto c' è chi incassa incentivi in busta paga erogando prestazioni fittizie che qualcun altro annullerà (traendo profitto a sua volta).
Ci guadagnano tutti quanti se i falsi lavoratori o i falsi pensionati vengono denunciati solo a tavolino, mentre i loro nomi non vengono cancellati dal cervellone dell' anagrafe previdenziale e per questo i loro assegni continuano a essere staccati.
«MASTROLINDO»
Insomma una doppia truffa ai danni dell' Inps che premia i dirigenti sia quando erogano prestazioni farlocche che quando fanno finta di smascherarle. È questo il quadro che sta emergendo a livello nazionale grazie agli approfondimenti dei carabinieri della polizia giudiziaria della procura di Nocera Inferiore.
Nel solo Agro nocerino, da dove è partita nel 2012 l' inchiesta Mastrolindo coordinata dal pm Roberto Lenza, sono state iscritte sul registro degli indagati 9 mila persone (titolari di 15 mila posizioni previdenziali fasulle) ed è stato accertato un buco di 140 milioni di euro per le casse dell' ente.
L' accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Adesso le investigazioni si sono estese all' intero territorio nazionale e nella sola regione Campania, in base all' ultima informativa di marzo della polizia giudiziaria, sono state accertate le responsabilità di una sessantina di dirigenti.
Il fascicolo iniziale riguardava migliaia di rapporti di lavoro subordinato alle dipendenze di 23 aziende di servizi (soprattutto di pulizia) inesistenti oppure fortemente sovradimensionate rispetto alle reali esigenze e ha riguardato quasi unicamente il territorio del comune di Pagani.
La prima tranche dell' inchiesta ha portato a 63 arresti, al sequestro di beni per 100 milioni di euro e al rinvio a giudizio di un centinaio di colletti bianchi complici del sistema: commercialisti, consulenti del lavoro, imprenditori e dirigenti Inps. Contro i finti lavoratori si sta procedendo separatamente e il gip ha dato il via ai sequestri per equivalente per recuperare gli esborsi per maternità, ferie, disoccupazione, contributi pensionistici e altro.
Ma, come detto, da questo troncone iniziale sono nati nuovi filoni, da quello già citato sugli incentivi non dovuti a quello sull' evasione di circa 40 milioni di contributi previdenziali da parte dell' Enel in occasione dell' esodo incentivato di circa 15 mila dipendenti tra il 2006 e il 2015.
In quel periodo il capo del personale della compagnia telefonica era Massimo Cioffi, dal febbraio 2015 direttore generale della stessa Inps. A causa delle indagini della procura di Nocera svelate da Libero il dg si è sospeso dall' incarico per una quarantina di giorni, salvo poi ritornare al suo posto, dopo aver presentato una memoria difensiva, come se nulla fosse successo.
Ma le investigazioni riguardano quasi tutti i più alti dirigenti dell' Inps. Per esempio per la mancata cancellazione dal sistema informatico centrale delle posizioni di lavoro virtuali riguardanti una ventina di società è accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato l' ex direttore generale vicario Antonello Crudo (anche lui si è dimesso quando ha saputo dal nostro quotidiano di essere coinvolto nell' inchiesta) e attuale direttore centrale Pensioni.
Secondo gli inquirenti Crudo, all' epoca dei fatti responsabile della direzione centrale Entrate, il suo diretto collaboratore Antonello Lilla, e Dario Dolce, dirigente dei Sistemi informativi e tecnologici, nonostante la direttrice regionale della Campania Maria Grazia Sampietro avesse «richiesto reiteratamente l' oscuramento» dagli archivi informatici dell' ente dei file relativi ai lavoratori assunti fittiziamente «al fine di impedire che venissero erogate prestazioni indebite (…)
omettevano di procedere al blocco delle sotto elencate matricole aziendali (…) e procuravano agli interessati il pagamento indebito delle indennità previdenziali e assistenziali richieste dai lavoratori (…) per la somma di euro 2.439.821,66».
Con loro tre sono stati indagati anche il direttore provinciale di Salerno Gabriella Zaccaria e la responsabile del locale ufficio ispettivo Angela Santopietro, le quali, pur avendo segnalato le truffe ai superiori, non avrebbero bloccato le erogazioni, in attesa delle decisioni della direzione centrale, causando un danno di 1.633.786,99 euro.
Per tutti e cinque il pm Lenza ha richiesto un sequestro per equivalente di 4 milioni di euro, ma l' istanza è stata respinta dal gip. Il 21 marzo il sostituto procuratore ha fatto ricorso.
VERTICI NEL MIRINO
In questa vicenda è stata particolarmente preziosa la testimonianza di Sampietro, dal 2014 direttore centrale del Welfare dell' Inps. Nel suo interrogatorio ha dichiarato di aver richiesto il 6 aprile del 2012, su indicazione di Zaccaria, l' oscuramento delle matricole a Crudo e Lilla e di aver ottenuto anche un incontro con i due e con il direttore generale Mauro Nori.
Però, nonostante le successive insistenze, le false matricole sarebbero state sospese solo nel novembre del 2014, dopo l' intervento della procura. Sampietro ha consegnato ai pm anche una mail riservata di Crudo «dalla quale si evince che lo stesso aveva informato il direttore generale (Nori ndr) delle perquisizioni e che questi aveva chiesto al Crudo di fare attenzione in quanto si trattava di professionisti e consulenti del lavoro».
A Libero risulta che l' ex dg Nori sia sotto inchiesta per aver firmato quei bilanci "drogati", mentre per i premi pagati dal 2011 al 2014, nonostante il parere contrario del collegio dei sindaci, sono in corso indagini su Antonio De Luca, ex direttore centrale della Pianificazione (l' ufficio che controlla la congruità dei dati) e sul direttore centrale delle risorse umane Sergio Saltalamacchia, l' uomo che materialmente mette in pagamento i premi.
A ottobre Saltalamacchia è stato ascoltato dal pm. Riflettori puntati anche sui presidenti che si sono avvicendati alla guida del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell' Inps, dal sindacalista della Cgil Guido Abbadessa all' attuale responsabile in quota Cisl Pietro Iocca, e sul capo dell' audit, il generale della Guardia di finanza in aspettativa Flavio Marica, addetto al controllo delle procedure.
Sampietro con la sua testimonianza ha chiamato in causa, in quanto informati sul sistema contraffatto delle erogazioni anche l' attuale direttore generale vicario e capo delle Risorse Strumentali Vincenzo Damato, nelle scorse settimane sostituto pro tempore di Cioffi de ex direttore del Bilancio, e Luca Sabatini, capo delle Prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione, malattia, assegni di maternità). La posizione di entrambi è al vaglio degli inquirenti. In attesa di ulteriori colpi di scena.