Giacomo Amadori per “la Verità”
Per i genitori di Matteo Renzi si annuncia un fine settimana bipolare, oscillante tra euforia e depressione. Se da una parte «radio Procura» a Roma dà per scontata la richiesta di archiviazione per Tiziano, indagato per traffico di influenze illecite nell' ambito dell' inchiesta Consip, a Cuneo i magistrati inquirenti hanno chiesto il rinvio a giudizio per Laura Bovoli, mamma dell' ex Rottamatore, con l' imputazione di concorso in bancarotta fraudolenta per il crac della Direkta srl, una ditta che distribuiva volantini.
Nel fascicolo sono indagati anche il manager Paolo Buono, amministratore di alcune ditte piemontesi, e uno dei primi commercialisti della Direkta, l' alessandrino F.P..
La notizia del probabile proscioglimento di babbo Renzi è attesa in queste ore, contestualmente all' invio dell' avviso di chiusura delle indagini a diversi personaggi eccellenti. Nell' inchiesta sono coinvolti, tra gli altri, l' ex ministro Luca Lotti e i generali dei carabinieri Tullio Del Sette ed Emanuele Saltalamacchia, tutti accusati di favoreggiamento e rivelazione di segreto d' ufficio. I pm sembrano orientati a chiedere il rinvio a giudizio pure del maggiore dell' Arma Gianpaolo Scafarto, sospettato di aver falsificato parti di un' informativa relativa a Tiziano Renzi.
Matteo Renzi, dopo la condanna subita dal Fatto quotidiano al pagamento di 95.000 euro a favore di Tiziano Renzi, lunedì aveva iniziato i festeggiamenti: «Niente potrà ripagare l' enorme mole di fango buttata addosso alla mia famiglia, a mio padre, alla sua salute. Una campagna di odio senza precedenti. Ma qualcuno inizia a pagare almeno i danni».
C' è da scommettere che l' ex segretario Pd avrà già messo in fresco la bottiglia di champagne per l' annunciata richiesta di archiviazione (ma mai dire mai) del babbo a Roma. Però, almeno per questo week end, il magnum dovrà restare in frigorifero. Infatti l' 8 ottobre i pm cuneesi hanno esercitato l' azione penale chiedendo il rinvio a giudizio della Bovoli, presidente della Eventi 6, l' azienda di marketing e volantinaggio della famiglia Renzi. Il fascicolo è stato assegnato al gup Emanuela Dufour, ma non è ancora stata fissata la data dell' udienza.
Ricordiamo che Laura Bovoli e il marito Tiziano saranno alla sbarra in veste di imputati il 4 marzo 2019 a Firenze in un procedimento per emissione di fatture false, che sono indagati per il fallimento della cooperativa Delivery service Italia e che hanno promosso, tramite persone di fiducia, la fondazione di un' altra società, la Marmodiv srl, per cui la Procura fiorentina il 9 ottobre ha chiesto il fallimento.
A questa lista si aggiungono le cattive notizie provenienti dalla Procura di Cuneo. In Piemonte due ex stretti collaboratori della famiglia Renzi, Mirko Provenzano ed Erika Conterno, hanno già patteggiato l' accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento della Direkta. La Bovoli e i suoi due coindagati sono sotto inchiesta per il crac della stessa società, mentre Provenzano dovrà essere giudicato a parte per una presunta e consistente evasione fiscale.
Con i magistrati Provenzano non ha mai coinvolto direttamente i genitori di Renzi, salvo smentire Tiziano sulla giustificazione di alcune fatture. È stato molto più schietto davanti alla telecamera (nascosta) di Report, quando ha detto la sua a proposito della gran quantità di volantini mandati al macero anziché distribuiti: «Evidentemente i clienti regalano la carta ai distributori (tra cui la Eventi 6 dei Renzi ndr), il perché lo facciano non lo so». La risposta la sta cercando la Procura di Firenze che indaga anche su questo filone.
A Cuneo, invece, le contestazioni nei confronti della Bovoli riguardano otto fatture del valore complessivo di circa 80.000 euro, cifre più basse di quelle in ballo in Toscana.
LAURA BOVOLI MAMMA MATTEO RENZI
La donna si sarebbe prestata a modificare le causali di alcune fatture emesse nel 2012, per consentire a Provenzano di non saldare un debito nei confronti di quattro cooperative. Del resto nel capo d' imputazione dell' imprenditore erano già stati contestati alcuni «pagamenti effettuati a terzi cui veniva modificata ad aprile 2013 la causale, fatta retroattivamente risultare come fantomatiche contestazioni per inadempimenti» da parte di alcune coop.
Provenzano, il 13 aprile 2013, aveva inviato questa mail alla Bovoli e al genero Andrea Conticini, agente della Eventi 6: «Come detto al telefono ad Andrea avrei bisogno di avere delle richieste su carta intestata Eventi 6 di note di credito per penali e disservizi con data antecedente di un giorno o due alla data dell' emissione delle note di credito ()».
Secondo gli investigatori Provenzano avrebbe ottenuto di inventare dei disservizi con note retrodatate, riqualificando pagamenti che aveva già effettuato «per il pagamento di interessi passivi (), per spese legali o per errate fatturazioni, chiamato dalle parti cosiddetto "rischio d' impresa"».
Le penali avrebbero consentito a Provenzano di vantare un credito inesistente nei confronti di quattro coop che stavano battendo cassa per ricevere i compensi dovuti. La Bovoli e Buono con le loro società avrebbero fatto da complici, accettando di ricontabilizzare le vecchie transazioni.
Negli uffici della Direkta effettivamente gli inquirenti hanno trovato tre solleciti di pagamento su carta intestata della Eventi 6, firmati da Laura Bovoli e datati febbraio, maggio e ottobre 2012. Le comunicazioni riguardano otto fatture e in esse si chiede l' emissione di note di credito per complessivi 78.680,36 euro per penali e disservizi.
Sempre il 13 aprile 2013 Provenzano ricostruiva, in una mail inviata all' avvocato, il valore degli asseriti disservizi: 300.000 euro che sarebbero stati abbonati alle ditte di Buono e 78.680 alla Eventi 6.
Quindi precisava: «Per le lettere inerenti le penali ho sentito Eventi 6 e non ci sono problemi». Nel novembre 2016 la Bovoli, ai finanzieri che la interrogavano, per giustificare le fatture ha dato una versione diversa da quella concordata nel 2013 con Provenzano, ma non ha spiegato perché si sia prestata a modificare i documenti indirizzati alla Direkta.
Ora, a due anni di distanza, i pm hanno chiesto per mamma Laura il processo e, anche se siamo alla vigilia di Halloween, non è uno scherzetto.