telegram proteste russia

MANUALE DI RESISTENZA DIGITALE – L’USO DI TELEGRAM È STATO VIETATO DAL GOVERNO, MA I RUSSI CONTINUANO A UTILIZZARE L’APP DI MESSAGGISTICA GRAZIE AI SERVER VPN – DOPO IL RIFIUTO DEL FONDATORE PAVEL DUROV DI CONSEGNARE I DATI DEGLI UTENTI A PUTIN, CI SONO STATE MANIFESTAZIONI E PROTESTE: TRA GLI OBIETTORI CI SONO ANCHE “PAPAVERI DEL REGIME” E…

 

Da il Giornale

 

telegram.

La Russia blocca Telegram, i russi no. Malgrado il divieto imposto dal Roskomnadzor, l'ente che controlla le comunicazioni nella sterminata Federazione, all'uso dell'app di messaggistica crittografata, popolarissima in Russia molto più che in Occidente, Telegram continua a essere usato e il caos regno sovrano.

 

Tutto è nato dal rifiuto della società fondata da Pavel Durov e che in Russia a febbraio scorso contava circa 15 milioni di clienti di fornire all' Fsb - il servizio segreto di Mosca - le chiavi per decriptare i contenuti di Telegram. Un diniego motivato dalla nobile intenzione di difendere la privacy degli utenti, anche se da più parti si ipotizza che in realtà Durov stia progettando un suo sistema di criptovalute e per questo avrebbe bisogno della massima riservatezza. Da qui lo stop disposto il 16 aprile scorso da Mosca.

 

PROTESTE A MOSCA PER IL DIVIETO DI USARE TELEGRAM

Il blocco a Telegram ha provocato proteste anche ad alto livello, culminate in una grande manifestazione svoltasi qualche giorno fa a Mosca a cui avrebbero partecipato circa 10mila persone (molte di meno secondo la polizia, molte di più secondo gli organizzatori, ma questa non è una novità). Ma ha provocato anche una sorta di resistenza digitale da parte dei russi, soprattutto i più giovani, che sono stati incoraggiati a ciò anche da Human Rights Watch, che ha definito il blocco di Telegram un atto «ingiustificato» che ha «aggravato il diffuso assalto del governo alla privacy e alla libertà di espressione online».

vladimir putin vince le elezioni

 

«La Russia - sottolinea l' organizzazione internazionale - dovrebbe smettere di bloccare Telegram e le compagnie internet dovrebbero resistere a qualsiasi ordine delle autorità russe di facilitare l' azione».

 

La resistenza però si è manifestata anche con la ostinazione con cui i russi hanno continuato a usare telegram grazie agli accessi tramite i server Vpn. Ogni giorno ne vengono chiusi decine, migliaia al mese, inclusi indirizzi ospitati sui server di Google, Amazon e Microsoft.

 

Il caos è tale che perfino le autorità non sembrano avere le idee chiare su che cosa sia consentito e che cosa sia permesso oggi in Russia in termini di utilizzo di sistemi di messaggistica. Secondo il ministro delle comunicazioni Nikolai Nikiforov sarebbe stato imminente un intervento analogo anche nei confronti di Viber ma il vicedirettore di Roskomnadzor, Vadim Subbotin, lo ha smentito precisando che una tale mossa non è in programma, visto che non ci sono le precondizioni.

 

PAVEL DUROV

Ma tra gli obiettori di Telegram ci sono anche dei papaveri del regime. Perfino il viceministro delle comunicazioni Alexei Volin ha ammesso di aver aggirato il bando attraverso servizi Vpn e ha anche spiegato come ha fatto, così come i dipendenti della banca Sberbank, che sono stati istruiti direttamente dalla direzione sui metodi per superare il bando. Tutorial su come dribblare il bando governativo compaiono ovunque e sono stati diffusi perfino sul sito della televisione di stato Rossiya.

pavel durov TELEGRAM APP DI MESSAGGI ISTANTANEITELEGRAMTELEGRAM 1Telegram AppTELEGRAM APP DI MESSAGGI ISTANTANEItelegram app per messaggi

 

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…