MAO CHI? SUL SOCIAL NETWORK CINESE “SINO WEIBO” GESÙ CRISTO È PIÙ POPOLARE DI MAO TSE TUNG E LA BIBBIA PIÙ CITATA DEL “LIBRETTO ROSSO” (PER BERGOGLIO S’È APERTO UN ALTRO MERCATO PER L’EVANGELIZZAZIONE)

Simona Verrazzo per "Liberoquotidiano"

In Cina la Bibbia è più popolare del Libretto rosso di Mao. Una vera notizia, non tanto perché è riuscita a superare la censura di Pechino, tra le più rigide del mondo,ma soprattutto perché la fonte è uno dei mezzi di informazione approvati dallo Stato. A riferlo è Asianews, l'agenzia di notizie cattolica del Pime, il Pontificio Istituto per le Missioni Estere, bene informata sul mondo cinese.

Sono risultati sorprendenti quelli pubblicati dalla prestigiosa rivista americana Foreign Policy in un'analisi condotta su Sino Weibo, popolarissimo social network di microblogging, una via dimezzo tra Facebook e Twitter, che si stima sia frequentato ogni giorno dai 300 ai 500 milionidi iscritti ed è stato introdotto dal governo nel 2009, dopo il blocco di quelli occidentali.

La Bibbia batte dunque il Libretto rosso; i cristiani sono molto più numerosi degli iscritti al Partito comunista; papa Francesco è più popolare del premier Li Keqiang e Gesù del presidente Xi Jinping. Le citazioni bibliche sono 17milioni, contro le 60mila riconducibili al leader per antonomasia nel Paese, il Grande Mao.

Gli utenti che nominano le varie chiese cristiane - non solo quella cattolica - sono 41,8 milioni, mentre quelli che parlano del Partito comunista sono 5,3milioni. E sebbene sia presente ogni giorno sulla stampa nazionale e spesso su quella internazionale, il presidente Xi Jinping viene citato in 4 milioni di post, mentre Gesù Cristo tocca 18milioni di presenze.

Allo stesso modo, papa Francesco è molto più nominato del primo ministro Li Keqiang. Sono dati importanti, specie se si leggono in una prospettiva cattolica, visto che la Cina non riconosce l'autorità del papato. La ricerca del Foreing Policy tiene conto anche della censura, pesantissima sui cristiani. «Si tratta di risultati sorprendenti » sottolinea Bethany Allen, a capo dello studio, «proprio in virtù di tale controllo, in particolare il dato su papa Francesco, così popolare anche in Cina, nonostante la messa al bando di Pechino».

 

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