MISTERI D’EGITTO - REGENI SCRISSE A UN AMICO: “NON VORREI SEMBRARTI PARANOICO, MA HO PAURA DI ESSERE STATO SCHEDATO”. ERA STATO FOTOGRAFATO DURANTE L’ASSEMBLEA DEGLI AMBULANTI DISSIDENTI: “NON SI TRATTAVA NÉ DI UN REPORTER NÉ DI UN SINDACALISTA”. SUL SUO CORPO OLTRE 20 FRATTURE
Estratto dell'articolo di Grazia Longo per www.lastampa.it
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«Non vorrei sembrarti paranoico, ma ho paura di essere stato schedato» scriveva Giulio in un’email ad un amico pochi giorni dopo l’infuocata assemblea sindacale degli ambulanti dissidenti dell’11 dicembre scorso.
manifestazione per giulio regeni
Preoccupazione che trova riscontro anche nella testimonianza che due colleghi ricercatori hanno fornito al pm titolare dell’inchiesta, Sergio Colaiocco, durante l’interrogatorio alla procura di Roma. In quell’occasione i ragazzi riferirono del timore di Giulio dopo essersi accorto di essere stato fotografato durante quella riunione ad inviti.
«Non si trattava né di un reporter né di un ambulante o un sindacalista» aveva spiegato il giovane friuliano agli amici. Di qui il timore di essere stato preso di mira da qualcuno vicino agli apparati della polizia. Da qualcuno che voleva documentare la sua partecipazione, la sua attenzione agli ambienti dei dissidenti vicini ai Fratelli musulmani. Da qualcuno che voleva, appunto, «schedarlo», come ha lui stesso confidato ad un amico via email.
Il materiale del computer è ricco e articolato: la polizia scientifica lo sta analizzando minuziosamente, ed è probabile che possa rilevare molto sulle ricerche di Giulio per conto dell’Università di Cambridge, di cui era dottorando, e dell’American University del Cairo di cui era visiting scholar. Tutti gli altri dati indispensabili alle indagini - video, tabulati telefonici, verbali restano invece nelle mani degli egiziani. Custoditi meglio che in una cassaforte.
[…] Intanto alcune indiscrezioni rivelano che non sono sette, ma oltre venti le fratture sui resti del ricercatore friulano. Fratturate le mani, i piedi, le braccia, le gambe e le scapole. A dimostrazione di brutali sevizie protratte per estorcere segreti che il povero Giulio non possedeva. Smentite invece le scariche elettriche ai genitali. Ma perché allora gli egiziani insistevano su questo punto? Forse per accreditare una punizione maturata in ambienti omofobici?
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