MORTE A PALAZZO GRAZIOLI – UN SOLDATO SI È CHIUSO NEI BAGNI DI BERLUSCONI E SI È SPARATO ALLA TEMPIA – L’AVREBBE FATTO PER AMORE - È IL TERZO SUICIDIO IN SEI MESI TRA I MILITARI IMPEGNATI NELL’OPERAZIONE “STRADE SICURE”
M. Lo. per “il Messaggero – Cronaca di Roma”
Si è chiuso in uno dei bagni di Palazzo Grazioli. Un colpo di pistola alla tempia destra. Il caporal maggiore di 25 anni era di guardia presso la residenza romana di Silvio Berlusconi.
Venerdì intorno alle 15 si è allontanato dal servizio, ha raggiunto un locale dei piani inferiori del palazzo usato dai militari e lì si è sparato. L' avrebbe fatto per amore, fanno sapere dall' esercito. Ma è già polemica sul terzo suicidio in sei mesi di militari impegnati dell'operazione Strade sicure.
LE INDAGINI
Nessun dubbio sulla ricostruzione per i carabinieri di piazza Venezia e della compagnia Roma Centro intervenuti per i rilievi.
E.D.M. (le iniziali del nome del giovane) si è ucciso con la pistola d' ordinanza che i militari prendono a inizio turno e poi riconsegnano al termine. Il suo, venerdì, andava dalle 13 alle 19.
Il caporal maggiore, originario della provincia di Salerno, faceva parte del primo Reggimento Granatieri di Sardegna. «Motivi sentimentali», precisano fonti dell' esercito. Il militare era tornato dalla sua città a Roma - dove era in servizio da più di un anno - venerdì mattina.
Fino al giorno prima gli amici l' avevano visto con la fidanzata. «Un ragazzo solare, pieno di vita e di voglia di divertirsi - racconta chi lo conosceva bene - gli piaceva frequentare i locali. Non riusciamo a capire come sia potuto succedere».
Nessuno sapeva di una crisi con la ragazza o di una rottura. «Lo vedevamo più silenzioso, ma pensavamo che a renderlo inquieto fosse il lavoro».
I PRECEDENTI
Il Capo di Stato Maggiore dell' Esercito, generale Farina, assicura «massima trasparenza» per chiarire le ragioni del gesto. Erano stati i membri M5S della Commissione Difesa a sollevare i primi interrogativi.
«Non è un caso isolato e il clima all' interno delle caserme spesso non garantisce serenità. Vogliamo capire se ci siano stati condizionamenti» che hanno portato il militare a spararsi.
«Commozione e cordoglio», da parte del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. È il terzo militare dell' operazione Strade Sicure che si suicida. A febbraio scorso un bersagliere di 29 anni di Taranto si è tolto la vita nello stesso modo nella stazione metro di Barberini. A dicembre 2017 un altro Granatiere di stanza a Spoleto si è impiccato mentre era in licenza dopo il periodo di servizio nell' operazione.
I settemila militari coinvolti nell' operazione Strade Sicure - attacca GrNet.it il sito specializzato in questioni militari che ha dato la notizia del suicidio - sono «tutti provati fisicamente e psicologicamente».
In 150 hanno presentato un «atto di intimazione» al ministro della Difesa e al capo di Stato Maggiore dell' esercito per chiedere il rispetto del testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Sono costretti a «restare in piedi per almeno sei ore consecutive e di indossare un armamento di circa 20 chili».
La Difesa ha replicato assicurando che il ministro aveva già chiesto un approfondimento sulle condizioni di lavoro dei militari di Strade Sicure.