Arresti e perquisizioni in corso a Napoli nell’ambito di un’inchiesta su appalti nella sanità. Dalle indagini è emerso il presunto pagamento di tangenti, anche da parte della cooperativa Manutencoop. Sono complessivamente dieci le misure cautelari emesse: un’ordinanza di custodia in carcere (nei confronti dell’infermiere Giorgio Poziello), cinque ai domiciliari e quattro obblighi di soggiorno.
Quest’ultimo è stato disposto, in particolare, nei confronti di Danilo Bernardi (un dirigente della Manutencoop) e dell’imprenditore napoletano Pietro Coci. Arresti domiciliari, invece, per l’avvocato Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, che si occupò del processo per l’applicazione della Severino per il governatore Vincenzo De Luca. Il 10 marzo scorso Manna e Scognamiglio sono stati rinviati a giudizio per quella vicenda del 2015.
Agli indagati contestate, a vario titolo, corruzione, turbata libertà degli incanti, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’indagine è condotta dai pm Woodcock, Carrano e Parascandolo. Al centro delle indagini gli appalti dell’azienda ospedaliera Santobono Pausilipon, per la cura dei bambini, e all’azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
All’origine degli sviluppi odierni dell’inchiesta ci sono le rivelazioni dell’imprenditore Pietro Coci, che ai magistrati ha raccontato di aver ricevuto una richiesta di tangente del 4% dall’infermiere Giorgio Poziello. Coci affermò di averne parlato con due “uomini Manutencoop” i quali “senza colpo ferire e senza fare una piega mi dissero che erano assolutamente d’accordo e che per loro la prassi era di pagare sistematicamente nel settore degli appalti il 2-2,5% di tangente e non il 4%”.