Dagoreport
I venditori di fumo (elettronico) sono incazzati neri. Dopo l’entrata in vigore del decreto fiscale che ha aumentato le tasse sulle sigarette (convenzionali e 2.0) una vera e propria bufera di tweet si è abbattuta su una tassazione che, seppure scontata rispetto al le sigarette tradizionali, gli svapatori ritengono di fatto insostenibile.
L’ira funesta sul web non ha risparmiato nessuno, ma mentre gli irriducibili da tastiera continuavano a rivolgere instancabili appelli in nome della libertà al governo, alle tv di mezzo mondo, passando per gli evergreen Fiorello e Celentano, le multinazionali del tabacco sono scese in campo quasi in silenzio: attratte probabilmente proprio dalla tassazione agevolata.
E così, gli inglesi di Imperial, sono ormai pronti a lanciare in Italia Jai, una sigaretta elettronica che, oltre a pagare serenamente le tasse, sembrerebbe fare da apripista alle altre big e spostare la sfida tra i giganti del tabacco sul campo del fumo 2.0.
In Anafe (l’associazione di categoria che raggruppa i produttori e i distributori delle sigarette elettroniche) volano già gli stracci: chi ha tradito i piccoli? Ma soprattutto, chi venderà le sigarette del futuro? I giovani imprenditori del fumo elettronico o gli “esperti” tabaccai?
PROSPETTIVE BUSINESS SIGARETTA ELETTRONICA