di Katia Riccardi per “la Repubblica”
È iniziata l'offensiva per riconquistare Mosul, baluardo dello Stato islamico e seconda città più grande dell'Iraq. "Il tempo della vittoria è arrivato e le operazioni per liberare Mosul sono cominciate", ha affermato il premier iracheno Haider al-Abadi alla tv di Stato. Quindi, rivolgendosi agli abitanti della regione: "Proclamo l'avvio dell'assalto vittorioso per liberarvi dalla violenza e dal terrorismo di Daesh".
Secondo quanto riferisce l'emittente televisiva Sky Arabia, l'esercito iracheno sarebbe già riuscito ad abbattere la prima linea difensiva posta al di fuori della città, avanzando dalla zona di Baashiqa. Decine di miliziani dell'Isis sono scappati in Siria con le famiglie.
"Gli elementi di Daesh hanno iniziato a radersi la barba e togliersi le divise afgane", ha detto una fonte militare parlando inoltre del "crollo delle linee di difesa delle bande terroristiche sull'asse della diga di Mosul", che si trova a circa una quarantina di chilometri a nord del capoluogo.
La grande struttura è attualmente presidiata da un contingente militare italiano inviato per proteggere il personale della società Trevi impegnato nella manutenzione della diga. La tv satellitare al-Arabiya riferisce di "lunghe colonne di fumo" che si alzano nella parte est della città. Il leader dello Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi è sfuggito a un attacco aereo nella campagna irachena.
La principale preoccupazione dell'esercito iracheno è l'ormai accertata decisione degli uomini del califfato di difendere la città ad ogni costo, compreso quello del ricorso dei jihadisti ad armi chimiche e di incendiare pozzi petroliferi e i grandi depositi di zolfo che si trovano nella zona di Sharqat, a sud della città".
Bruciato in grandi quantità nell'atmosfera, il biossido di zolfo reagisce con l'ossigeno e il vapore acqueo nell'aria per formare acido solforico. Questo, ricadendo a terra dà luogo alle famose piogge acide che acidificano i terreni e le risorse idriche, causando gravi danni all'ambiente naturale.
Inoltre tutti i 6 ponti "di Mosul sul fiume Tigri sono stati minati dai jihadisti", ha detto una fonte dell'esercito iracheno, spiegando che "gli uomini del califfato vogliono concentrare la loro difesa sul versante occidentale del fiume" dove tra l'altro si trova gran parte della città.
L'offensiva, ampiamente anticipata e annunciata agli abitanti della zona con decine di migliaia di volantini lanciati dal cielo, gode del pieno appoggio di Washington. "Il primo ministro Abadi ha ordinato di avviare le operazioni per liberare mosul dopo due anni di oscurità sotto i terroristi dell'Isis - ha affermato su Twitter l'inviato Usa per la coalizione contro lo Stato islamico, Brett McGurk -. Buona fortuna alle eroiche forze irachene, ai peshmerga curdi, ai volontari Ninewa. Siamo orgogliosi di essere con voi in questa storica operazione".
Poi è stata la volta del segretario alla Difesa Usa Ash Carter che ha parlato di "momento decisivo nella campagna" per sconfiggere definitivamente lo Stato islamico e ha assicurato che gli Stati Uniti e gli altri membri della coalizione internazionale "sono pronti ad appoggiare le forze di sicurezza irachene, i combattenti peshmerga e il popolo dell'Iraq nel difficile scontro".
L'operazione comporta seri rischi umanitari: secondo stime dell'Onu, fino a un milione di persone potrebbero essere costrette ad abbandonare le loro case, andando ad aggiungersi ai tre milioni e 300mila iracheni che già vivono nei campi per gli sfollati. I campi finora allestiti potrebbero accoglierne solo 60mila mentre altre strutture sono in costruzione per ospitarne altri 250mila.
"Chiedo di nuovo a tutte le parti nel conflitto di rispettare i loro impegni secondo le leggi umanitarie internazionali di proteggere i civili e garantire il loro accesso all'assistenza cui hanno diritto e che meritano", ha detto il sottosegretario dell'Onu per gli affari umanitari e coordinatore delle emergenze, Stephen O'Brien, tramite una nota. "Alcune famiglie - ha aggiunto - corrono il rischio estremo di trovarsi in mezzo al fuoco incrociato o sotto quello dei cecchini. I partner umanitari faranno tutto il possibile per sostenere le persone che potrebbero essere sfollate e coinvolte in questa operazione militare", diventare "scudi umani" nelle mani dell'Isis.
Mosul fu conquistata dall'Isis nel giugno del 2014 con relativa facilità, anche perché la popolazione sunnita diffidava delle truppe irachene, in cui predominano gli sciiti. Quell'offensiva portò i jiahdisti a controllare quasi un terzo del territorio iracheno.
A Mosul il leader dello Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi proclamò il "Califfato". Nell'ultimo anno le sue milizie hanno subìto pesanti sconfitte e si ritrovano ormai confinate a Mosul e a pochi piccoli centri nel nord e nell'ovest del paese.