DAGONEWS
Ha fatto scalpore nel mondo accademico l’annuncio che alcuni ricercatori di Yale sono riusciti a riportare in vita i cervelli di 100 maiali morti. La riattivazione delle onde cerebrali è durata soltanto 36 ore, ma agli scienziati è sembrato un successo ineguagliabile. Anche perché il team vorrebbe estendere questo studio sugli uomini, in futuro. Non necessariamente ai cervelli, non subito perlomeno, ma ad altri organi che possano sopravvivere al di fuori del corpo.
Di certo – sostengono da Yale – la procedura avrebbe funzionato sui primati. I maiali non hanno mai riacquistato piena coscienza, anche se il team crede che un certo livello di consapevolezza possa essere ristabilito.
La notizia ha fatto inorridire altri accademici. Benjamin Curtis, docente di filosofia e etica a Nottingham Trent, ha detto che per gli umani si tratterebbe di un “inferno in vita”. “Se anche il cervello fosse mantenuto cosciente dopo la morte, le persone passerebbero un futuro prevedibile e tremendo. Sarebbero un cervello in un secchio, senza corpo, chiuso e isolato dal mondo. Sarebbero pura mente, senza avere accesso ai sensi, che sono ciò che ci permette di sperimentare e interagire col mondo”. Nel caso migliore, insomma, sarebbe una vita con l’unica compagnia dei propri pensieri.
la testa del serial killer diogo alves a lisbona
“Una vita così sarebbe peggiore della morte”, secondo Curtis, opinione contraria a quella del professor Nenan Sestan, che ha condotto l’esperimento, secondo cui la scoperta porterà a enormi avanzamenti dal punto di vista medico.
mike il pollo senza testa 2 cervello